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Post N° 268

Post n°268 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da liberante

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George Innes "Ottobre"

 
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liberante
liberante il 10/10/06 alle 17:08 via WEB
Di Nisida.
Domenica diciassette settembre.
Tramonto di un giorno in cui spruzzi di pioggia e sprazzi di sole avevano accompagnato i nostri passi tra la Certosa di San Martino e il Castel Sant’Elmo. L’aperitivo in quel piccolo bar con l’ombra di Nisida alle spalle. Il mare non era onde, ma lo sciabordio delle barche ormeggiate nel porticciolo. Dell’isola non ho visto il verde, o le poche case, o la tristezza di quella casa più grande. Ho visto l’ombra che mi avvolgeva le spalle come uno scialle, come una presenza benevola, la nonna che racconta storie o la vicina di casa che ti porta la torta di cioccolato. Stavo bene seduta a bere e scambiare parole e pezzi di me. Il raccontarmi e l’ascoltare era più intimo e raccolto che in qualsiasi altro posto. Nisida mi abbracciava, nitida nel tramonto.
 
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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