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Post N° 273

Post n°273 pubblicato il 24 Ottobre 2006 da liberante

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Non ci sei.
Non ci sei più.
Nelle mie notti e nelle mie ore non ci sei.
Non ci sei più.
Si spezzano gli angoli delle mie ossa frantumati dal ricordo di quel tempo perfetto e chiuso, delimitato dalla tua voce.
La mia pelle sulla tua pelle e nelle tue mani le mie mani.
Hai bevuto dalla mia mente le parole che non sapevo dire e hai preso i miei pensieri portandoli lontano da me.
Il mio corpo si scioglieva come fiume e tu eri il mare che lo accoglieva.
Il tuo ricordo resterà il mio miglior segreto da custodire dentro la scatola preziosa appoggiata, come per caso, sullo scaffale in fondo alla stanza.
Aprirò la scatola ogni giorno e per un istante, quando sarò sola e nessuno mi vedrà, penserò a te.
Passerà un tempo lungo prima che possa tornare a respirare la pioggia che cadrà sul mio corpo arido, bagnando il fiore che crescerà in me.
Ogni giorno penserò a te per un istante.
Ogni mattina aprirò piano gli occhi e volterò lo sguardo verso la finestra pensando di vederti ritagliato nella luce del sole con la tazza del caffé in mano, che mi guardi e mi sorridi.
Ogni mattina aprirò piano gli occhi e vedrò la finestra chiusa sul buio dell’inverno e vuota di te.
Ci saranno tempeste che faranno tremare i vetri e le foglie dell’albero saranno strappate lontane dal vento maligno.
Ci saranno calme e calma l’aria porterà di nuovo la voce soave del mare.
E poi ancora tempeste e calma e calma e tempeste e penserò a te ogni giorno per un istante.
Bagnata dal sole e asciugata dalla pioggia la mia bocca imparerà di nuovo a ridere e il mio corpo diventerà ancora fiume per un mare sconosciuto.
Penserò ogni giorno a te per un istante e rimarrà per sempre il mio miglior segreto.

Liberamente ispirato da “Siempre me quedarà” di Bebe

 
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liberante
liberante il 25/10/06 alle 22:34 via WEB
a te, in segreto, posso confidare la verità. la canzone di Bebe mi ha ispirato, però chiunque di noi ha un amore che non riesce a finire, diciamo che le mie parole sono in bilico tra realtà e finzione.
 
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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