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…e non so come e perché stanotte è tornato questo ricordo e questo film e questa musica e ostinata come solo riesco ad essere ostinata ho cercato e ho trovato.
Paris, Texas. (1984)
Un film di Win Wenders.
Con Nastassia Kinski, Dean Stockwell, Harry Dean Stanton
Tra autostrade desolate nel deserto, motel e cafeteries un uomo ricostruisce il rapporto col figlioletto, ma poi, affidatolo alla madre dalla quale s'era separato quattro anni prima, ricomincia il suo vagabondare. Secondo film americano di Wenders, è un altro atto d'amore per "il paese che ha colonizzato il nostro inconscio". Scritto da Sam Shepard, in bilico tra road-movie e family movie, tra narcisismo e virtuosismo, riprende la consueta tematica di Wenders con un'ombra di manierismo. Bella colonna musicale (chitarra e pianoforte) di Ry Cooder. Palma d'oro a Cannes.
...o forse so il perché.
Non c’è tristezza anche se il film è doloroso. È uno di quei film che, dicono, può piacere solo a me. Lento e rallentato come i pensieri che non vogliono salire a galla. Lo vidi alla televisione, in seconda serata, e ricordo benissimo che restai incollata al televisore affascinata da quelle atmosfere in cui la violenza e il dolore erano sfumati dalla lentezza esasperante del racconto e dalla musica estenuante di attesa.
Da quella notte di parecchi anni fa risale il mio amore per Win Wenders e per Ry Cooder.
Da vedere.
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DA LEGGERE
Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)
" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......
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