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Post N° 349

Post n°349 pubblicato il 13 Maggio 2007 da liberante

La sensazione dell’isola.

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cinzia63
cinzia63 il 14/05/07 alle 01:10 via WEB
Come faccio a dirti quello che gia’ sai, come te lo disegno se i colori migliori li hai nel tuo cassetto, come posso raccontarti la tua vita se l’hai gia’ tutta scritta, come posso dirti del mio dentro se il tuo e’ piu’ dentro ancora, dimmi come posso guardare l’amore cosi’, come fai tu, che rivolti quell’angolo mille volte, e mille altre volte ancora lo farai. Come posso parlarti d’amore se il tuo e’ gia’ quello vero, quello che resiste a mille battaglie e tormenti, quello che parte e torna allo stesso modo, travolgendoti, quello che fa dire, fa fare, fa pensare, quello che in quell’angolo dentro riversa tutta la sua dolcezza, quello che ferma il pensiero sull’attimo che fugge, che gioca con le luci e le ombre, quello che di te sa far mare calmo o tempesta.
E quell’angolo di cielo che ti si infila negli occhi.
L’amore e’.
senza altro aggiungere.
 
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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