SPIRITO D'AMORE

Post N° 103


Ma cosa significa amare tutti allo stesso modo? Si può dire che questo stile evangelico, ispirato dall’amore, consista soprattutto nel  non escludere nessuno dalla propria solidarietà. Occorre però fare ancora alcune precisazioni. Il primo ed essenziale riferimento, a questo proposito, è rappresentato dalla parabola del “buon samaritano” (Lc 10,30ss). Gesù la racconta in risposta alla domanda posta da un dottore della Legge circa il significato esatto della parola “prossimo”, ossia, l’identità personale che si nasconde dietro questo concetto: “Chi è il mio prossimo?” (v. 29). Dall’insieme della parabola si comprende che la risposta del Maestro è la seguente: prossimo non è colui che mi è vicino, ma colui a cui io mi faccio vicino. Dunque, nessuno è il mio prossimo in virtù della sua posizione; ma ciascuno diventa “il mio prossimo” in quanto sono io che lo faccio diventare tale, nel momento in cui mi avvicino alla sua vita e mi rendo solidale con le sue sofferenze.Ci dobbiamo chiedere ancora: questo atteggiamento incondizionato di solidarietà, deve essere applicato con tutti? Rispondere semplicemente di sì, sarebbe una soluzione molto superficiale a una domanda di questa portata etica. La risposta che ci sembra più conforme al Vangelo è la seguente: questo atteggiamento di incondizionata solidarietà va applicato a tutti coloro che corrispondono alle caratteristiche del personaggio presentato dalla parabola, cioè l’uomo che scende da Gerusalemme a Gerico. Quest’uomo è uno che incappa nei ladri. Non è dunque uno di quelli che si cacciano nei guai perché amano il pericolo, o perché sono soliti fare di testa propria, senza ascoltare i consigli di nessuno. E non è neppure uno che strumentalizza la sua sventura per averne dei vantaggi, generando compassione nel cuore degli uomini onesti, in modo da ottenere soldi o aiuti senza faticare e senza impegnarsi. Spesso, la solidarietà è in questi casi una forma più o meno grave di complicità con la gente che fa della carità della Chiesa la propria fonte di guadagno facile e abbondante. E’ quindi chiaro che, già nella formulazione della parabola del buon samaritano, prevedendo le molteplici forme di falsificazione dei bisogni, Gesù indica chiaramente quale tipo di sventura deve essere oggetto della solidarietà dei discepoli.