LIBERI PENSIONATI

Il sindaco di Melfi Valvano: “Vi racconto come ho abolito l’Imu”


Non passa giorno senza che si parli di crisi, di austerity, delle misure del governo e di come colpiranno i cittadini italiani. Naviga in acque torbide l’Italia e sono tanti i segnali che lo confermano. Tra le misure che più destano preoccupazione per i cittadini spicca la temutissima Imu. Del resto, si sa quanto, culturalmente, gli italiani siano legati a due certezze: il risparmio, che vedono assottigliarsi sempre di più, e il caro vecchio “mattone” che, proprio con questa tassa, rischia di “sbriciolare”. Non navigano in acque meno torbide gli enti locali e i comuni colpiti anche loro dalla scure dell’austerity e del ”rigore” dei bilanci: con tagli quantificati intorno ai 5 miliardi il rischio è che, per continuare ad erogare i servizi necessari, enti locali e comuni siano costretti ad aumentare le imposte comunali. Alla fine della catena sempre loro: i cittadini più deboli.Ma c’è un caso, in Italia, che ci parla di una possibilità diversa: il caso di Melfi, raccontato in esclusiva all’Avanti!online dal sindaco Livio Valvano. Una città che ha pagato alto il prezzo della crisi. È proprio di ieri la notizia che lo stabilimento Fiat di Melfi sospenderà la produzione per diversi giorni nei mesi di giugno e luglio per adeguarla alla “riduzione dei volumi conseguente all’andamento del mercato”. Proprio alla luce di queste difficoltà, il comune di Melfi, con a capo il primo cittadino Livio Valvano della coalizione di centrosinistra, ha escogitato una strategia che abbatterebbe l’Imu per la maggior parte dei cittadini del comune. Tutto questo contando solo sulle proprie risorse.Sindaco Valvano, il caso di Melfi sembra essere un dato in controtendenza rispetto allo scenario nazionale, com’è riuscito a raggiungere questo risultato?Innanzitutto abbiamo dovuto recuperare i buchi creati dai tagli sui trasferimenti statali perché, proprio a causa di questi tagli, non eravamo riusciti ad accumulare risparmi tali da poter mettere in atto questa misura. Come fare a far fronte a questa problematica, che interessa tutti i comuni, dipende appunto dalle decisioni che si vogliono prendere. La cosa più facile da fare in queste situazioni è, naturalmente, scaricare i costi sui cittadini aumentando le imposte. Noi, invece, abbiamo voluto creare un sistema un po’ più equo: siamo partiti innanzitutto dall’idea che l’amministrazione della città debba essere portata avanti sotto l’insegna della sobrietà.Una ricetta a base di sobrietà dunque, ma dove siete andati a tagliare?Soprattutto in un periodo di crisi l’esempio deve partire proprio da noi: per questo abbiamo tagliato tutte le spese non legate a servizi essenziali, come le feste, le manifestazioni e i convegni. Poi siamo andati a tagliare anche sul trasporto urbano cercando, anche lì, di abolire gli sprechi: quello che non abbiamo toccato è il servizio, ma siamo intervenuti su quelle corse che assomigliavano più a un servizio di taxi che di trasporto pubblico. Queste misure, unite ad altri accorgimenti ci hanno portato ad un risparmio di oltre il 50% della spesa di bilancio. A quel punto, attraverso questa liquidità siamo riusciti a “sterilizzare” l’Imu sulla prima casa aumentando l’addizionale Irpef sui redditi più alti. Abbiamo abbassato l’imposta riducendo a metà l’aliquota. Rispetto al patrimonio immobiliare della città riusciremo a rendere esente, secondo le stime, il 93-95% dei cittadini. L’Imu sarà pagata solo per abitazioni di pregio di metratura molto ampia.C’è dunque una scelta politica dietro queste misure?Dobbiamo dire che stiamo vivendo un momento difficilissimo per gli enti territoriali che devono fare i conti con tagli senza precedenti. Questo, unito con la crisi generale del Paese e delle famiglie, ha portato il comune di fronte ad uno spartiacque rispetto allo scenario finanziario: un momento in cui bisognava prendere delle decisioni. Questo abbiamo fatto: in un contesto difficile come quello di Melfi ci siamo resi conto della necessità di riequilibrare nel senso di una maggiore equità il rapporto tributario con i cittadini.Come vive la città di Melfi il difficile momento economico che attraversa il Paese?In città stiamo vivendo una fase delicata: sono in difficoltà soprattutto le giovani coppie e gli anziani, categorie deboli che hanno come unica sicurezza proprio la prima casa. Oltretutto, molti giovani hanno acquistato la prima casa pensando di avere un lavoro solido in fabbrica. Ma, con la contrazione dell’attività produttiva, si ritrovano in cassa integrazione: in questa fase congiunturale tassare la prima casa significava colpire le categorie più fragili come i disoccupati, i  precari e i pensionati.Test informazioni biograficheVai al blog di Redazione Avanti!