pensiero libero

LA NECESSITA´ DI UNA SINISTRA DI CLASSE:


POTENZIALITA´ E LIMITI DELLA RETE 28 APRILE di Alberto Madoglio Lunedì 12 giugno si è svolta a Roma una riunione dei sostenitori della Rete 28 aprile, l´area sindacale che rappresenta a oggi la "sinistra" della Cgil, dopo la capitolazione alla maggioranza di Epifani della precedente corrente di sinistra Lavoro e Società, guidata da Patta.All´ultimo congresso della Cgil, quest´area aveva prospettato l´ipotesi di presentare un documento alternativo a quello della maggioranza della confederazione: la proposta non ha avuto seguito per le vicende che sono note a tutti; mentre l´area di Patta si era limitata a sostenere due tesi, alternative al documento unico, presentate dal segretario della Fiom, Rinaldini.Questa del 12 giugno è stata la prima riunione dopo il congresso nazionale dello scorso marzo a Rimini e possiamo dire che è stata un´occasione mancata.Non nutrivamo l´illusione che i dirigenti nazionali di quest´area (Cremaschi in testa) volessero costituire una tendenza di classe all´interno del maggior sindacato italiano. Tuttavia l´assemblea ha dimostrato tutti i limiti di direzione politica e sindacale coi quali, oggi, devono fare i conti i lavoratori e i disoccupati nel Paese. Prima di tutto l´assemblea è stata convocata in modo da non garantire una reale rappresentazione democratica dei sostenitori dell´area: infatti, sono state pochissime le realtà territoriali in cui si sono fatte assemblee preparatorie, e non si è preteso che le strutture nazionali della Cgil garantissero il rimborso del viaggio ai partecipanti. Tutto ciò ha assicurato a Cremaschi il controllo della platea assembleare (circa 180 compagni). Veniamo ora al nocciolo della riunione, ossia alla proposta politica.Il documento preparatorio, firmato da oltre 60 compagni, la relazione di Cremaschi e il testo conclusivo (fatto proprio dall´assemblea, ma non votato), sono una summa teologica dell´opportunismo e dell´inconsistenza politica della direzione di quest´area, comprese alcune sue componenti che si vorrebbero di sinistra.Di fronte ad un governo che si prepara a sferrare un attacco profondo ai lavoratori e alle classi subalterne del Paese, con la complicità attiva della Cgil (manovra correttiva di luglio e finanziaria autunnale per un totale di oltre 40 miliardi di euro), la proposta avanzata è di una pochezza disarmante. Si fa un´analisi generica di quelli che sono i mali del mondo (precarietà, attacco al salario e allo stato sociale, politiche neoliberiste praticate dai governi, dominio assoluto del mercato, guerre ecc.), ma rimanendo sempre nel vago.Lo stesso giudizio che Cremaschi ha dato del governo Prodi (un governo che non si può definire  amico ma nemmeno avversario, a differenza di quello di Berlusconi) è indicativo dei limiti politico-organizzativi che oggi impediscono alla Rete di svilupparsi come reale alternativa alle burocrazie sindacali che guidano la Cgil.Nulla di cui stupirsi se si pensa che il leader della nuova componente sindacale in questi anni ha appoggiato, da dirigente di quel partito, tutte le scelte politiche che hanno portato Rifondazione Comunista ad essere il guardiano, sul versante di sinistra e dei movimenti, della governabilità borghese in Italia, prima nelle grandi città metropolitane, poi nelle regioni e da qualche settimana anche al governo di quella che è la sesta potenza imperialista.Né sorprende che il segretario della Fiom nel suo intervento abbia detto che "sì, la concertazione come politica generale è da rifiutare, ma tante piccole politiche concertative possono essere sostenute dal sindacato".Con buona pace di chi negli anni scorsi ha pensato che fosse la burocrazia sindacale di sinistra dei metalmeccanici la vera alternativa alla deriva sempre più moderata di Cofferati prima e di Epifani poi. Se tutto questo, come già abbiamo scritto, non ci ha sorpreso più di tanto, un discorso parzialmente diverso va fatto per quelle aree che all´interno della Cgil si autodefiniscono come sinistra conseguente e cioè Falce Martello e l´area che fa riferimento al neo costituito Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori, che ha come leader riconosciuto la nuova star del gossip politico mediatico Ferrando.I primi, nell´intervento di un loro dirigente, hanno dimostrato per l´ennesima volta come gli strumenti di analisi del marxismo possono essere ridotti al nulla se chi li usa non ne capisce la sostanza. A cosa serve esigere una rottura con la politica della collaborazione di classe in campo sindacale o rivendicare come esemplare la lotta degli operai della fabbrica argentina della Zanon (che dimostra come i lavoratori possano fare a meno dei padroni), se poi a conclusione di tutto ciò si dice che il governo in carica deve decidere se stare coi padroni o coi lavoratori? Davvero Prodi, i Padoa Shioppa e D´Alema devono ancora decidere se stare sullo stesso lato della barricata degli operai?Il gruppo di Ferrando ha invece dimostrato come un´azione politica che privilegi il ruolo personale di un leader a scapito della chiarezza politica porta solo al disastro. L´intervento di Grisolia è stato l´esempio lampante di questa parabola.Nel suo intervento ha tenuto a precisare di apprezzare molte parti della relazione introduttiva di Cremaschi -che poi è la traduzione sindacale di ciò che il Prc fa nel governo!- e di condividere la proposta di attendere un anno per definire che tipo di struttura organizzativa la Rete dovrà darsi.A cosa serve sostenere che il governo Prodi è un nemico dei lavoratori se poi non si fa conseguentemente una battaglia politico-organizzativa perché questa affermazione sia uno degli assi su cui costruire la Rete ora, non in un futuro indefinito? Serve a Cremaschi per darsi una patina di leader aperto a tutti i contributi, a patto però, aggiungiamo noi, che non disturbino il manovratore, e a Grisolia per veder riconosciuto il suo piccolo ruolo di dirigente pseudo-rivoluzionario.Così spieghiamo inoltre perchè alcuni tra i maggiori dirigenti dell´organizzazione di Ferrando e Grisolia, Luca Scacchi e Alfonsina Palumbo, abbiano sottoscritto il testo preparatorio alla riunione di cui abbiamo parlato prima, che rappresenta il manifesto del cremaschismo. Solo noi di Progetto Comunista- Rifondare l´Opposizione dei Lavoratori abbiamo portato in quella assemblea una voce alternativa a quella della maggioranza attuale della Rete.Siamo stati gli unici a presentare un documento alternativo che non si limitasse ad innocue affermazioni di principio, ma che rappresentasse anche uno strumento di lotta immediata per costruire la Rete come sinistra di classe nella Cgil. Un testo che ci ha permesso di prendere nuovi contatti con settori di avanguardia. Gli unici che, grazie all´intervento in assemblea del compagno Marceca, e alla presenza di una ventina di compagni provenienti da importanti realtà di fabbrica e iscritti alla nostra organizzazione, si sono posti come possibile alternativa alla direzione di Cremaschi. Una battaglia che intendiamo proseguire. Le prossime scadenze diranno se il ruolo che ci siamo conquistati sul campo in questi mesi si potrà non solo consolidare, ma anche sviluppare. Centrale è, in questa fase, battersi perché la Rete, a differenza da quanto deciso dal coordinamento provvisorio, si crei in ogni camera del lavoro territoriale e in ogni categoria, e che si doti di vere forme democratiche di organizzazione.La manifestazione nazionale promossa per il prossimo autunno dalla Rete insieme ad altre realtà di movimento e organizzazioni sindacali extraconfederali sarà un primo momento di verifica di questa battaglia che abbiamo iniziato.