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Lettera ai membri rappresentanti delle Nazioni Unite sull’ambiente.Rispettiamo la nostra madre terraONU, settembre 2007Sorelle e fratelli presidenti e capi di stato delle Nazioni Unite.Il mondo e’ febbricitante a causa del cambio climatico e la malattia si chiama modello di sviluppo capitalista. Durante gli ultimi 10.000 anni la variazione di anidride carbonica (CO2) nel pianeta e’ stata del 10% circa. Negli ultimi 200 anni di sviluppo industriale l’incremento delle emissioni e’ stato del 30%. Dal 1860 Europa e Stati Uniti hanno contribuito per il 70% delle emissioni di anidride carbonica. Il 2005 e’ stato l’anno piu’ caldo degli ultimi 1.000 anni nel pianeta.Differenti ricerche dimostrano che di 40.170 specie viventi studiate 16.119 sono in pericolo di estinzione. Un uccello ogni otto puo’ sparire per sempre. Un mammifero ogni quattro e’ minacciato. Un anfibio ogni tre puo’ cessare di esistere. Otto crostacei ogni dieci e tre insetti su quattro sono a rischio di estinzione. Viviamo la sesta crisi di estinzione delle specie viventi nella storia del Pianeta Terra e, in questa occasione, il tasso di estinzione e’ 100 volte piu’ accelerato che nell’era geologica.Davanti a questo futuro oscuro, gli interessi transnazionali propongono di continuare come prima e dipingere la macchina di verde, ovverosia continuare con la crescita e lo sviluppo irrazionale e diseguale generando maggiori profitti senza rendersi conto che stiamo consumando in un anno quello che il pianeta produce in un anno e tre mesi. Davanti a questa realta’ la soluzione non puo’ essere il maquillage ambientale.Per mitigare l’impatto del cambio climatico leggo negli informativi della Banca Mondiale che dobbiamo interrompere i sussidi agli idrocarburi, dare un prezzo all’acqua e promuovere gli investimenti privati nei settori delle energie pulite. Vogliono applicare nuovamente le ricette del mercato e della privatizzazione per fare affari con la malattia che queste politiche producono. Lo stesso succede nel caso dei biocombustibili visto che produrre un litro di etanolo richiede 12 litri di acqua e per processare una tonnellata di agrocombustibili abbiamo bisogno mediamente di un ettaro di terra.Davanti a questa situazione noi - i popoli indigeni e gli abitanti umili e onesti di questo pianeta - crediamo che sia arrivato il momento di fermarsi per reincontrarsi con le nostre radici, con il rispetto verso la madre terra; con la Pachamama come la chiamiamo nelle Ande. Oggi i popoli dell’America Latina e del mondo sono convocati dalla Storia per convertirsi nella avanguardia della difesa della natura e della vita.Sono convinto che la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, approvata recentemente dopo anni di lotta, debba passare dalla carta alla realta’, affinche’ la nostra conoscenza e partecipazione ci aiutino a costruire un nuovo futuro di speranza per tutti. Chi se non i popoli indigeni possono segnalare l’urgenza dell’umanita’ affinche’ vengano preservati la natura, le risorse naturali e dei territori in cui abitiamo da sempre.Abbiamo bisogno di un cambio di direzione di fondo e a livello mondiale per smettere di essere i condannati della terra. I Paesi del Nord devono ridurre le proprie emissioni di carbonio da un 60 a un 80% se vogliamo evitare che la temperatura della terra salga piu’ di 2 gradi da qui alla fine del secolo provocando il riscaldamento globale di proporzioni catastrofiche per la vita e la natura.Dobbiamo creare una Organizzazione Mondiale per l’Ambiente con forza vincolante e disciplinare l’Organizzazione Mondiale del Commercio impegnata nel superamento della barbarie. Non possiamo continuare a parlare della crescita del Prodotto Interno Lordo senza prendere in considerazione la distruzione e lo sperpero delle risorse naturali. Dobbiamo adottare un indicatore che ci permetta di considerare, in modo armonico, l’indice di Sviluppo Umano e l’Impronta Ecologica per misurare la situazione dell’Ambiente.Dobbiamo applicare forti tasse alla iperconcentrazione della ricchezza e adottare meccanismi effettivi per la sua redistribuzione equa. Non e’ possibile che tre famiglie abbiano guadagni superiori al PIL sommato dei 48 Paesi piu’ poveri del pianeta. Non possiamo parlare di equita’ e giustizia sociale mentre continua questa situazione.Gli Stati Uniti e l’Europa consumano, mediamente, 8.4 volte piu’ della media mondiale. Per questo e’ necessario che abbassino i loro livelli di consumo e riconoscano che tutti siamo ospiti della stessa Terra, della stessa Pachamama.Sono cosciente che il cambiamento non e’ facile quando un settore estremamente potente e’ costretto a rinunciare ai suoi guadagni straordinari per fare sopravvivere il pianeta Terra. Nel mio Paese soffriamo, a testa alta, questo sabotaggio permanente, perche’ siamo giunti al termine di questi privilegi affinche’ tutti possiamo “vivere bene” e non in maniera migliore dei nostri simili. So che il cambiamento nel mondo e’ molto piu’ difficile che nel mio Pese, pero’ ho totale fiducia nell’essere umano, nella sua capacita’ di ragionamento, di apprendimento dai precedenti errori, di recupero delle proprie radici e di cambiamento allo scopo di forgiare un mondo giusto, diverso, inclusivo, equilibrato e in armonia con la natura.Evo Morales AymaPresidente della Rupebblica della Bolivia