La Coop non sei tu !

Il libero mercato ?! quale oggetto misterioso per la sinistra.


La società del quale Berlusconi è azionista di maggioranza è parte in causa del nuovo decreto che rivoluzionerà il mondo della televisione. Due sono i principali provvedimenti disposti dal disegno di legge Gentiloni sul riasseto del sistema televisivo, uno dice che una rete Mediaset e una della Rai passeranno al digitale e che in caso di inosservanza la sola Mediaset devrà ridurre l'affollamento pubblicitario che dal 18% passerebbe al 16%, mentre l'altro provvedimento ordina a Mediaset di ridurre la propria quota dei ricavi pubblicitari di tutto il settore televisivo dall'analogico, al digitale, via satellite o cavo sotto il 45%.Ora, il primo provvedimente segue una sentenza che per quanto discutibile e criticabile, alla luce delle mutate condizioni tecnologiche, è comunque leggittimata dalla corte costituzionale. Il secondo provvedimento invece quanto a legittimità è una anomalia pericolosa, unica nella storia dei rapporti tra governo e industria privata del paese e credo di ogni società occidentale: imporre ad una impresa  il taglio di un quarto del suo fatturato, oltetutto senza che neppure un qualche addebito possa esserle mosso è qualcosa di estremamente illiberale, una anomalia, conseguenza di un errata e irrispettosa considerazione della natura del mercato e non solo televisivo, in pieno contrasto con la realtà dei mercati europei, che discende da infondati timori sulla futura evoluzione del mercato e da invece soltanto una lettura politica.In Francia Tf1 e in Gran Bretagna Itv hanno quote pubblicitarie  superiori al 45% che il governo per punire il capo dell'opposizione impone all'azienda Mediaset. Il limite appunto del 45%  del totale dei ricavi imposti  e in contrasto con il paradigma universalmente accettato della dottrina del mercato. Mancando ogni spiegazione economica resta soltanto la spiegazione politica che attiene non l'azienda ma la sua proprietà, non l'azienda in quanto tale, ma in quanto sotto il controllo azionario del capo dell'opposizione. Così facendo questo governo stravolge il mercato e danneggia anche centinaia di migliaia di azionisti i quali vedranno calpestati i loro diritti. Diversa sorte capiterà alle aziende che godranno dei contributi che questo esecutivo elargirà sulla rottamazione dei frigoriferi e dei congelatori. Lo stato passa sotto forma di imposta sino a 200 euro per ogni apparecchio rottamato o sostituito con uno di nuova generazione, il tutto come sempre, con la nobile motivazione dell'ecologia. un pò come avvenne  per la rottamazione  delle auto, in quel caso  si trattava di esprimere gratitudine nei confronti di una azienda-sistema influente anche sul piano mediatico essendo un importante azionista del Corriere della Sera e primo azionista della Stampa. In questo caso invece molto più semplicemente rinnovare i frigoriferi farà bene alle casse dei produttori e in Italia il primo produttore è la Indesit di Vittorio Merloni, guarda caso uno dei più grandi finanziatori della campagna elettorale di Prodi. A sinistra il potere e gli interessi non sono in conflitto..sono la stessa cosa.