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Birmania: abolire la realta'


La prima grande malattia dei comunisti è il rifiuto a confrontarsi con la realtà fattuale se questo serve a salvare l'integrità del proprio schema mentale. Non che ve ne fosse bisogno, ma un ulteriore conferma arriva dall'assurdo quanto ostinato tentativo di molti blogger di sinistra di opporsi a chiunque in modo legittimo indica come di stampo marxista il regime militare birmano. Allora vediamo quale è la storia di questo regime: intanto scopriamo che esiste da oltre quarant'anni e più precisamente dal 1962 anno in cui un colpo di stato militare destituì un governo eletto democraticamente e vide il generale Ne Win insediarsi con un progetto rivoluzionario ben definito descritto come "la via birmana al socialismo"  che nulla aveva a che vedere con il socialismo democratico ma che seguiva totalmente l'utopismo socialcomunista di Lenin con un programma che prevedeva la soppressione della libertà individuale, la fine della libera impresa e uno sviluppo economico totalmente pianificato in cui tutte le risorse economiche e umane  sarebbero appartenute allo stato padrone. Tutto ciò inevitabilmente portò il paese ad un costante declino economico e a una completa perdita di tutti i diritti civili, finchè il popolo stremato e affamato nel 1988 decise di manifestare in massa. La risposta del regime militare comunista fu cruenta tanto da determinare in poche settimane la morte di migliaia di persone. A causa di questo bagno di sangue l'indignazione e la pressione internazionale fu tanto forte da indurre il generale Ne Win a sciogliere il partito unico del PPSB  e a nominare a capo di un nuovo partito, lo SLORC, alcuni personaggi fantocci; i generali Saw Maung e Than Shwe i quali, probabilmente consigliati, promisero di indire elezioni. Aung San Suu Kyi diventa così leader dell'opposizione, ma l'illusione durò ben poco. subito dopo venne messa agli arresti per reati di opinione ma il suo partito, la lega nazionale per la democrazia ( LND ) il 27 maggio del 1990 riusci ugualmente ad ottenere una vittoria schiacciante ottenendo l'82% dei consensi contro l'11% dello SLORC mentre il restante 7% dei consensi finirono sparpagliati tra gli altri 18 partiti in competizione.Ma la promessa di trasferire i poteri alla società civile non fu mai mantenuta. La giunta militare impedì ai capi del partito democraticamente eletto di governare, e molti di loro vennero perseguitati, imprigionati o costretti all'esilio, mentre con il benestare dei comunisti cinesi, il potere passò direttamente nelle mani del generale  Than Shwe che in seguito modificò i rapporti di chiusura con l'estero autorizzando gli investimenti di capitali stranieri e attuando una grossolana apertura al libero mercato da cui ottiene risultati piuttosto sconfortanti colpa anche della totale mancanza di infrastrutture sufficienti ed efficenti. Problema questo che il regime tenterà di risolvere con l'aiuto della manodopera forzata. Un ulteriore forma di schiavitù.Intanto il rapporto tra il regime birmano nei confronti di quello cinese è di totale subordinanza tanto che oltre a regalare intere isole ai cinesi sono state assegnate quasi tutte le concessioni per lo sfruttamento di gas e petrolio che in parte viene poi rivenduto alla Russia, all'India e alla Tailandia. Dobbiamo quindi prendere atto di quanto possa essere fondamentele il ruolo che il regime comunista cinese potrebbe avere in questa crisi. Riflettendoci credo che abbiano tutto l'interesse ad evitare che la situazione degeneri visto che nel 2008 ospiteranno le olimpiadi e di certo non vorrano complicazioni o incidenti. Magari gli Stati Uniti e l'Europa potrebbero minacciare di boicottare le olimpiadi, altrimenti credo che possano fare ben poco, sia perchè il loro rapporto economico con la Birmania è quasi nullo sia perchè al momento nessuno si può permettere di togliere un simile boccone tra i denti del regime di Pechino.