LOCANDA CORINTO

L'uomo che ride


L’uomo che ride, di Victor HugoTitolo originale: L’homme qui rit.Iniziato nel 1866, terminato ufficialmente il 28 agosto 1868. L’uomo che ride è il penultimo romanzo di Victor Hugo, l’ultima opera scritta durante il suo esilio nelle isole anglo-normanne. Il periodo dell’esilio risulta essere travagliato per l’autore, da qui un romanzo percorso da un brivido d’inquietudine e mistero. Definita la sua opera più “notturna, onirica, gotica e visionaria”. Sebbene nessun riassunto possa rendere merito a questo capolavoro, ecco per sommi capi la trama. §   §   § La notte del 29 gennaio 1690 una banda di fuorilegge, i comprachicos, abbandona, salpando in tutta fretta, un bambino di dieci anni sulla costa inglese. Malgrado condizioni atmosferiche proibitive la nave fa ugualmente rotta verso il mare, ma affonda poco dopo. Gli uomini a bordo, consapevoli della loro sorte, decidono prima di morire di affidare ad un messaggio contenuto in una bottiglia il segreto di cui sono portatori. Intanto il bambino, disperato, affamato e a piedi nudi, vaga nella tempesta cercando di raggiungere un riparo e qualcuno che possa soccorrerlo. Durante la sua disperata marcia si imbatte prima in una forca, dove trova il cadavere di un impiccato e, più in là, scopre sotto la neve una donna morta di freddo, che tiene in grembo una neonata ancora viva. Raccolta la bimba, attraversa prima un villaggio, dove nessuno risponde alle sua richieste di aiuto, ed infine giunge al corrozzone di Ursus. Questi, che accoglie e nutre i due piccoli, è un vagabondo un po' filosofo, un po' poeta e un po' medico che vive con il suo unico compagno, il lupo addomesticato Homo, in una piccola baracca su ruote, con la quale gira la Gran Bretagna. È proprio dalle parole di Ursus che il lettore viene a conoscenza della deformità del bambino e della cecità della neonata.
Ursus, infatti, scopre con indignazione che Gwynplaine è stato mutilato: una spaventosa chirurgia facciale – operata dai compracihos - gli ha impresso sul volto una smorfia perenne che fa di lui un “uomo che ride” e, soprattutto, fa ridere. Questa mostruosità artificiale, frutto della cattiveria umana, ispira a Ursus uno spettacolo comico, che fa accorrere tutta Londra e consente ai tre vagabondi di vivere onestamente. Passano gli anni, il bambino è ora diventato un uomo di quasi 25 anni il cui nome è Gwynplaine, la trovatella cieca, chiamata Dea, ha ora 16 anni. Dea e Gwynplaine si amano nel modo più casto del mondo, Ursus finge di essere burbero e duro coi due giovani, ma in realtà li ama come se fossero suoi figli e si compiace dell’amore che provano l’uno per l’altra. Tutto andrebbe per il meglio nella vita dei tre, se un giorno non giungesse a vedere lo spettacolo la viziosa duchessa Josiane, sorellastra illegittima della regina Anna. Josiane s’innamora del mostruoso uomo che ride e glielo fa sapere. Gwinplaine si trova diviso tra l’amore puro di Dea e l’attrazione per la duchessa Josiane. Non sa spiegarsi perché mai una donna della nobiltà, si stia interessando a lui, un guitto sfigurato. La cosa lo spaventa ma al contempo lo inorgoglisce.
Un incidente ancora più grave, sopraggiunge a complicare le cose. Gwynplaine viene prelevato dal wapentake – importante funzionario di giustizia – e tradotto alle carceri della città. L’avvenimento getta nello sconforto più totale Ursus e Dea e nel terrore più profondo il povero Gwynplaine, che non sa darsi spiegazione di questo arresto immotivato. In realtà non si tratta di arresto. Gwynplaine viene portato al cospetto di Hardquanonne, un condannato in punto di morte, il quale riconosce il lui il bambino che ha sfigurato e il cui destino è stato consegnato alla pergamena racchiusa nella bottiglia portata a riva dal mare. Abbandonato nelle mani dei comprachicos è stato mutilato per ordine del re affinché non si potesse risalire alla sua identità. In realtà Gwynplaine è figlio ed erede di un pari d’Inghilterra: lord Linnaeus Clancharlie. Questi, rimasto fedele al giuramento fatto alla repubblica instaurata da Oliver Cromwell, si era volontariamente esiliato in Svizzera e qui era morto nel 1632. Subito dopo, l’allora re Giacomo II ne aveva fatto rapire l’unico figlio (Gwynplaine, il cui vero nome è Fermain) e lo aveva venduto ad una banda di comprachicos affinché lo rendessero irriconoscibile.Il perfido Barkilphedro (subdolo doppiogiochista tra la duchessa Josiane e la regina Anna), che ha portato avanti tutto l’iter del riconoscimento, decreta: ora che la verità è venuta fuori, nome, paria e beni verranno restituiti al legittimo erede di lord Linnaeus Clancharlie, a condizione che Gwynplaine abbandoni la sua vita passata, compresi Dea e Ursus. La regina Anna, che detesta Josiane, fa di lei la promessa sposa del nuovo lord. Josiane, che lo desidera come amante finché era un saltimbanco, non vuole più saperne come marito e gli rifiuta i suoi favori.
Gwynplaine viene condotto alla Camera dei Lord per l'investitura ufficiale, ma, dopo aver preso la parola e aver attaccato l'aristocrazia per la sua indifferenza nei confronti del popolo sofferente, viene deriso e insultato da tutta l'assemblea. In preda ad una cupa disperazione e sentendosi completamente estraneo al mondo della nobiltà decide così di tornare da Ursus e da Dea senza sapere che i due sono stati colpiti da un ordine d’espulsione. Non trovandoli dove li aveva lasciati Gwynplaine vaga per le vie di Londra fino a quando, incontra casualmente il lupo Homo, che lo guida fino alla nave dove sono imbarcati Ursus e Dea. Qui può riabbracciare i suoi cari ma Dea, che è malata di cuore, spira poco dopo. Gwynplaine decide di ricongiungersi subito all'amata e di non separarsene più, annegando nella acque della Manica. §   §   § La chiave di tutto il romanzo è racchiusa proprio nelle pagine del discorso di Gwynplaine-Lord Clancharlie alla camera dei lord. Qui lui racconta chi è, da dove viene, la sua storia, le sue speranze. E anche la sua ira. L’anima del guitto dal cuore puro sta tutta racchiusa nelle sue parole. § § § Le immagini sono tratte dal film del 1929 "L'uomo che ride" diretto da Paul Leni e tratto dal romanzo di Hugo. Gwynplaine era impersonato dall'attore tedesco Conrad Veidt (nella foto), stella del film muto.