LOCANDA CORINTO

Il discorso di Gwynplaine-Lord Clancharlie alla camera dei Lord 4/4


Gwynplaine si tirò su, smarrito e indignato, in una sorta di convulsione suprema. Li guardò tutti fissamente.“Che ci faccio qui? Vengo a essere terribile. Sono un mostro, voi dite. No, sono il popolo. Sono un’eccezione? No, sono come chiunque. L’eccezione siete voi. Voi siete la chimera, io sono la realtà. Io sono l’Uomo. Sono lo spaventoso Uomo che Ride. Ride di cosa? Di voi. Di se stesso. Di tutto. Cos’è il suo riso? Il vostro delitto e il suo supplizio. Questo delitto ve lo getta in faccia; questo supplizio ve lo sputa in viso. Io rido, che vuol dire: io piango.”Si fermò. Si fece silenzio. Le risate continuavano, ma sommessamente. Poté credere a un certo ritorno d’attenzione. Respirò e proseguì:“Questo riso che ho sulla faccia, ce l’ha messo un re. Questo riso esprime la desolazione universale. Questo significa odio, silenzio forzato, rabbia, disperazione. Questo riso è il frutto delle torture. Questo riso è un riso coatto. Se Satana ridesse in questo modo, il suo riso condannerebbe Dio. Ma l’eterno non somiglia ai mortali; essendo l’assoluto è giusto; e Dio odia ciò che fanno i re. Ah! Voi mi prendete per un’eccezione! Io sono un simbolo. O stupidi onnipotenti, aprite gli occhi. Io incarno tutto. Io rappresento l’umanità così come l’hanno fatta i suoi padroni. L’uomo è mutilato. Quello che hanno fatto a me, l’hanno fatto al genere umano. Gli hanno deformato il diritto, la giustizia, la verità, la ragione, l’intelligenza, come a me gli occhi, le narici e le orecchie; come a me, gli hanno messo nel cuore una cloaca di collera e di dolore, e sulla faccia una maschera di allegria. Dove si era posato il dito di Dio, s’è appoggiato l’artiglio del re. Mostruosa sovrapposizione. Vescovi, pari e principi, il popolo è qualcuno che soffre intimamente e ride in superficie. Milord, vi dico che il popolo sono io. Oggi, voi lo opprimete, oggi voi mi schernite. Ma l’avvenire è un cupo disgelo. Ciò che era pietra diventa flutto. L’apparente solidità si tramuta in sommersione. Uno scricchiolio ed è finita. Verrà un momento in cui una convulsione spezzerà la vostra oppressione, in cui un ruggito risponderà ai vostri schiamazzi. […] Tremate. Si avvicinano soluzioni incorruttibili, le unghie tagliate ricrescono, le lingue strappate prendono il volo e diventano lingue di fuoco sparse al vento delle tenebre e urlano nell’infinito; gli affamati mostrano i loro denti inattivi, i paradisi costruiti sugli inferni vacillano, si soffre, si soffre, si soffre, e tutto ciò che è in alto tentenna e ciò che è in basso si schiude, l’ombra vuole diventare luce, il dannato mette in discussione l’eletto, è il popolo che viene, vi dico, è l’uomo che sale, è l’inizio della fine, è la rossa aurora della catastrofe, ecco che c’è in questo riso che vi fa ridere! […] Tutto ciò che vedete sono io. Le vostre feste sono il mio riso. I vostri pubblici divertimenti sono il mio riso. Le vostre nascite principesche sono il mio riso. Il tuono che avete sopra la testa è il mio riso.”
Enrico Manna "Il clown"