uomo aristotelico

report di Luciano su Gesù


Io  sono la VITA Lo stupido è sempre "l'Altro ".  Ma, a ben vedere esistono diverse forme di stupidità, sempre parziali, momentanee, soggettive, rintracciabili in me o forse in ciascuno di tutti.  La stupidità investe la sfera cognitiva, ma anche quella della prassi, dell'affetto, del corpo,del cervello dell'anima.Al centro c'è la verità. Molte sono le strade per avvicinarci, ma in sintesi indicativa e forse arbitraria, si possono riassumere in due orientamenti  :Il primo è quello che prende tutto alla lettera, astratto, non cogliendo elementi impliciti,allusioni, presupposti, presunte sfumature, significati potenziali :  vedendo cioè cose, concetti, anche  là dove si tratta di segni : si potrebbe chiamarlo materialismo, realismo, obiettività, corpo, scientismo,legge,  matematica ...Il secondo, che vede segni,dappertutto, anche là dove non ve ne sono, finendo per sovra interpretare  ciò  che costituisce cose, eventi fattuali quasi a trasformare in realtà fatti non accaduti significati mai pronunciati  : potremmo chiamarlo  spiritualismo, idealismo,religione,ascesi illuminazione,trascendentalismo, utopia, principio unico, utilizzo fanatico della religione, della politica, o del diritto, o della tecnologia, abuso del linguaggio, ipertrofia dell' IO, soggettivismo, etc.Ci siamo avezzi.  Quasi non ce ne accorgiamo. Ambedue sottovalutano il rapporto con il contesto(connessioni), privilegiano il metodo deduttivo e, anche quando formalmente seguono il metodo induttivo battono vie consuete, ignorano la presenza dell'ignoto e negano l'esercizio della previsione, poco frequentando il mondo del possibile. Un esempio : le previsioni metereologiche  fino a qualche decennio fa si basavano sui sintomi delle vecchiette reumatizzate piuttosto che sui raffinati strumenti matematici disponibili. Ancora oggi i terremoti si affrontano con raffinate tecniche costruttive  ex post, negando o svalutando l'esplorazione di tecniche previsionali ex ante come le indicazioni anticipatrici degli animali piuttosto che del movimento erratico dei formicai o del percorso  dei pianeti. Per non parlare dell'ascolto dei sintomi nell'arte e scienza medica.Ciò che è tragico è che nel corso della storia dell'umanità i due orientamenti si sono contrapposti ferocemente, spesso, troppo spesso,  evadendo dall'essenziale, e ancora oggi,  nell'epoca post moderna, indulgono a non ascoltare "l'Altro ", frequentando il dialogo fra sordi parlanti.Il libro di Augias, giornalista vispo, sufficientemente acculturato ed efficace per fare il giornalista/scrittore televisivo e poco per fare il pensatore, ha con intuizione felice tentato di avvicinare  i due approcci :  quello della "ragione" (! ? ) e quello della fede,  Interrogando " l' Altro ", il teologo.Ne è uscita una descrizione analitica dei fatti e delle interpretazioni senza pervenire (come logico)ad una sintesi più avanzata della figura di Cristo e tantomeno di Gesù e al  loro significato. La verità non è stata attinta (anche gli stessi autori non si ponevano tale obiettivo) perché non è attingibile, ma non  è  stato fatto un passo avanti.  E sì che  la Bibbia dice : " il massimo peccato è guardare indietro ".Poi  spesso,  noi  ci limitiamo alle interpretazione del passato e alle ansie del presente, sprovveduti della sensibilità del futuro meglio  del futuribile,   cioè dell'impatto sul presente e sul prossimo futuro di un fenomeno religioso, sociale e antropologico  così incidente, limitandoci all'aspetto storico o mitico, alla  esistenza o meno dell' uomo Gesù  o del divino Gesù, trascurando l'essenziale : capire il perché dell'impatto sull'umanità di oggi di questa figura, indipendentemente dalla sua presunta esistenza e delle interpretazioni storiche o religiose.L'incipit di ogni avventura conoscitiva e metafisica e d' ogni avventura umana stessa è la meraviglia, cioè la consapevolezza della nostra stupidità di fronte all'orizzonte di verità nascente.Meraviglia,  splendente tanto più alto è il livello della conquista euristica cui si protende  - all'avanzare della conoscenza e della consapevolezza - tanto più lontano è l'orizzonte che separa e distingue il conosciuto  dall'ignoto, il futuro dal passato. .Non  solo sulla figura di Gesù su quella di Cristo ma anche a fronte delle teorie di Newton, Keplero, degli amici di Fermi ,delle ipotesi di Freud, sulle conquiste della biologia molecolare, della fisica dei quanta, della scienza della vita, della scienza della coscienza  etc.  Gli strumenti conoscitivi ed esperienziali , basati sulla contrapposizione, sulla dialettica devono superare le posizioni di partenza, per pervenire ad un avanzamento: ci vuole uno scatto di livello, un'intuizione di novità o diversità che  allontani il punto di vista dalle piste già battute della fede o della conoscenza razionale, pur se significative.Ci vuole un filo di Arianna che dal tessuto labirintico delle interpretazioni e dall'intreccio storico, individui un percorso foriero di potenziale euristico.Io  sono la via, la verità, la vita. Questo è l'essenziale del messaggio di Gesù.Gesù è diventato Cristo :  cioè lo hanno fatto diventare re dei Giudei, sovvertitore dell' impero romano.Di  indicatori di vie di comportamento di salvezza ne abbiamo conosciuti tanti; gli spacciatori di libertà sono innumerevoli a tutte le latitudini e longitudini : uomini che confondono la verità propria e personale con la verità inattingibile.A mia conoscenza nel corso della storia umana non ricordo, peraltro, altro uomo che abbia affermato  : " Io sono  la vita. "I grandi protagonisti della politica, della religione e della conoscenza si sono limitati a dire io ho  la verità e ve la indico,    così seducendo le masse  e convogliando e attivando il seme della verità personale  dei singoli in un sogno di verità collettiva, riducendo all'obbedienza e all'osservanza di comportamento e all'impegno comune le aspettative e le aspirazioni  dei singoli in una prospettiva di realizzazione di un mondo terreno o ultraterreno. Da Gesù viene costruito Cristo, re dei giudei e sovvertitore dell' impero romano.Due sistemi di autorità assoluta, come  l'autorità statale e militare dei Romani e quello della legge religiosa ebraica, ricorrono e si piegano alla paranoia del capro espiatorio della folla, rinunciando alla " pax romana " e alla " giustizia " della Legge.Così si decreta la morte dell'innocente  Gesù   creando il Cristo e legiferando l'assassinio di Cristo.Questo si aspettano le folle, le masse o il popolo come si dice oggi;Cosi Gesù viene trasformato in Cristo, Re dei Giudei e sovvertitore dell' impero romano. E così  uno strumento,un simbolo di autorità e tortura, come la croce, si trasforma in simbolo di resurrezione.  Gli impulsi del cervello rettiliano, istintuale e inconscio ha il sopravvento sulla neocorteccia  razionale e perciò  Ponzio Pilato  passa dal dubbio della domanda :    "Che cosa è la verità?"   alla  decisione  della condanna.La decisione formale spetta all'autorità formale, ma la motivazione della decisione sorge da quella piccola parte del cervello dell'uomo che riemerge talora sopraffacendo la razionalità cioè il controllo proporzionato delle decisioni alle motivazioni.Da un uomo dotato di vitalità superiore, direi suprema,cioè divina,come Gesù, capace e necessitato a travasare nell' "Altro"  il  proprio  flusso energetico per assicurare  l'accrescimento e lo sviluppo della propria carica  energetica e  oblativa  a favore  dell'  "Altro ", nasce il consenso e l'adesione dei seguaci di Gesù e l'opposizione e l'in-vidia degli oppositoriIl mondo è duale e le dinamiche psicologiche e pulsionali degli uomini di fronte all'emergere della vita che è e sarà selettiva  oppongono  una reazione oppositiva di paura, di contrapposizione  e di violenza. La realtà dell' " Altro  " costituisce un vincolo e una barriera energetica di reazione di aggressività. Alla scelta su Barabba ne è conseguita la rasatura al suolo di Gerusalemme, la diaspora del popolo ebreo, la caduta dell'impero romano, sostituito dal potere temporale e spirituale della Chiesa cristiana. La croce, eretta in un giorno, si è fatta simbolo di potere per gli uni e di coscienza per gli altri che dura da due millenni. E' questo il tema di riflessione, da esaminare non tanto e non solo in termini storici o teologici ma in chiave futuribile con lo sguardo in avanti , come la scienza della vita e la scienza della coscienza ci pongono con le loro esplorazioni e le  loro conquiste conoscitive recenti..Il confine tra conosciuto e ignoto continua a spostarsi in avanti, anche sul tema  Gesù, come ha intuito l'amico Marcello Astuni, laico che ha proposto il tema al dibattito e alle nostre limitate considerazioni.La vita è un rapporto duale con " l' Altro " : dalla materia inorganica e organica emerge la scintilla della vita che per mantenere la sua vitalità necessita  del confronto/scontro con  "l'Altro ", con l'ambiente circostante e con le dinamiche interiori.Entropia e neghentropia sono due poli contrapposti e sinergici  : quello entropico tendente all'equilibrio e all'eguaglianza energetica  che,  quando si allontana dall'equilibrio, genera flussi neghentropici ( vitali ), atti all'emergere del fluire della vita sull'equilibrio energetico della morte.La vita, che appare l'insieme delle funzioni che resistono alla Morte, risulta  -dalle evidenze storiche e dalle recenti acquisizioni della scienza della vita e della scienza della coscienza  - anche e piuttosto, l'insieme delle funzioni capaci di utilizzare la morte. Io sono la vita; é questo l'aspetto essenziale magico e scientifico della vita che indica la chiave di interpretazione del successo storico e sociale della figura  di Gesù divenuto Cristo per volere degli altri, nell'incontro e nel superamento della morte.Dietro ai poli della vita e della morte si stagliano la presenza del Bene ( nei due aspetti generativo e degenerativo ) e della speculare presenza del Male  ( nei due aspetti generativo e degenerativo ).L'entropia viaggia secondo la freccia irreversibile del tempo, ma la neghentropia  vince il tempo e perdura, alimentandosi del tempo (generazione). Gesù inconsapevole Cristo, figura simbolica ( terrena o divina che sia )  dell'umanità è neghentropico,  è  VITA : dura nel tempo.  Da qui deve partire la riflessione su Gesù : la chiave di volta interpretativa di Gesù è l'incontro di Gesù con la Morte da altri  voluta :  l'assassinio di Cristo.Gesù non voleva morire e non conosceva Cristo. Era un predicatore che aveva semplicemente intuito il corretto  ed essenziale rapporto con " l'Altro " e con sé stesso. In aderenza ai bisogni e al  contesto storico del suo tempo :"ama il tuo prossimo " e " dai a Cesare quel che è di Cesare " , nel rispetto e a evoluzione critica dello spirito religioso.Se Cristo l'hanno costruito gli altri per poterlo mettere a morte o per costruire un movimento  di popolo e una religione, è peraltro Gesù il magnete dell'energia vitale in adesione alla sua fede in Dio,Il mito di Gesù presenta, in forma quasi perfetta,  le qualità di Dio, in altre parole, dell' ENERGIA VITALE innata.  Aderisce a Dio con la forza della sua irradiante vitalità, ma non sa che  il demonio è l'espressione per-vertita (Lucifero) che sorge dalla soppressione o carenza delle qualità divine della vita nell'uomo (entropia crescente = perdita di vitalità ).Tutte le religioni e la filosofia si sono posti il problema del Male e del suo enigma.Come può provenire il Male dalla creazione , opera di Dio ? In realtà il regno di Dio  =  VITA   é  nel cosmo e nell'uomo e l'uomo, sottoposto al processo dell'entropia  è soggetto e autore del Male.  Gesù attrae la gente, i discepoli di ieri e di oggi : si tratta di amore, di fame di amore che si converte in malvagità quando non viene gratificato secondo le aspettative  terrene dell'umanità. L'assassinio di Cristo non è un episodio isolato di 2013 anni fa, ma un evento di un esercizio ricorrente e continuo del Male, peraltro necessario, per la rigenerazione e la selezione naturale (?) della Vita vivente.E' questo il filo di Arianna per uscire dal labirinto dell'intreccio degli errori e dei successi della selezione naturale della vita vivente, di cui Cristo è un campione  che supera la fase esistenziale per emergere nella fase generativa.E' lo sprigionarsi della Mente (umana o divina ?)  dalle reazioni materiali della biochimica e dalle interrelazioni  tra i viventi.Quindi non indugio,  più di tanto, sugli aspetti  fisici,morali  e spirituali di Gesù e sui suoi messaggi che parlano da soli; riflettiamo sul destino di Cristo, cioèdella vita vivente : l'umanità di oggi , sottoposta all'assoluzione di Barabba e all'assassinio di Cristo, oggi, ad ogni levare del sole.Non so se Gesù sia la soluzione, penso però  sia  un polo della soluzione, ma certamente è un problema aperto che chiama alla responsabilità ogni uomo."La betise consiste a vouloir conclure " dice Flaubert  : la stupidità consiste nel voler concludere : come se si potesse chiudere, in un giudizio storico o in un giudizio scientifico provvisoriamente sospeso, il significato delle potenzialità della vita vivente.Fino a quando non ricostruiremo la struttura caratteriale umana  - che avanza per errori ed esperienza, sulla via dell'esplorazione della VERITA' , trovando il modo di arrestare  il nemico più pericoloso cioè l'evasione  dalle cose essenziali   = il male che depista, che è la fonte della stagnazione e atrofizzazione  della vitalità  -  non raggiungeremo una nuova cultura e una nuova civiltà dell' UOMO, sulla strada della verità, della vita, della Mente Divina.La soluzione non sta, credo, in un salvatore o in una conoscenza avanzata, ma  - come ha fatto  Gesù  - nell'attingere l' impulso consapevole  e responsabile della vita al fluire della vita, nella pienezza della vita,   in ciascuno di noi che, ogni giorno, ancora  oggi,  assolve Barabba e condanna Gesù.Fino a quando non padroneggeremo la conoscenza e la consapevolezza "esterna" della sopraffazione dell'uomo sull'uomo  e "interiore "  dell' atrofizzazione della vitalità dell'uomo, il problema resterà aperto.Il cammino sarà lungo e penoso : oggi abbiamo il variopinto e multiforme esercizio pervasivo e caotico dei nuovi demoni politici, sociali,economici, antropologici e di patologia psicologica, tanto più in diffusione epidemica, quanto più forte si fa la risonanza del messaggio di 2013 anni fa, per una umanità "buona ", quanto non è mai stata nel passato e protesa in un nuovo ciclo della storia umana.      DGL    giugno 2013