uomo aristotelico

Limite arcobaleno


Marcello Il limite è l’Arcobaleno Deus sive Natura (Spinoza) Natura sive Deus (un panteista, utopistico sognatore con un pizzico di follia) So di non sapere (Socrate) Essere qui è magnifico (Rilke) Amiche! Amici! Voglio giustificarvi la mancanza delle virgole nella parte dove descrivo il turbinare disordinato  dei pensieri e l’accavallarsi delle sensazioni e delle emozioni. E’ il ricordo di un Sogno di una Notte di Mezza Estate. Il ricordo di un Sogno è un dipinto impressionista: non ha virgole.   Durante il dibattito chiarirò il significato del titolo, delle citazioni, e i collegamenti col libro di questa sgangherata allegoria.      Una notte di mezza estate. Liguria, sul mare non ricordo dove, quando. Ero giovane. Con la mia compagna. Di fede. Di vita. Di tutto. Ci amavamo,  condividevamo gli stessi ideali di Giustizia e Libertà, eravamo sempre insieme. Ci completavamo. Lei attivista colta, incisiva, sempre determinata e pragmatica. Io, forse più incline all’astrazione e alla teorizzazione, meno deciso. Lei piccola, carina, molto femminile, raramente in jeans, più spesso in gonna corta ma non mini. Io più alto, magro ma muscoloso, di solito in blu jeans, senza cravatta o con una corta di pelle. Sognavamo l’Utopia di poter cambiare il mondo. Ci credevamo. E mal sopportavamo quelle persone che, con i loro interessi meschini, vedevamo vuote e del tutto opache ai veri valori. Erano quasi tutti. E soprattutto ci appariva intollerabile la stupidità.    Il mare era meraviglioso. Così decidemmo di rinunciare alle nostre solite discussioni – impegnate, coinvolgenti, stimolanti ma poco costruttive – per andare a ballare.    Il locale sul mare brulica di ochette. Tutte belle, tutte con i jeans bianchi aderenti  sotto i quali le luci, anche quelle più fioche, evidenziano gli slip rendendoli colorati. “Devono essere così”. Inizia la musica  e tutte corrono sulla pista,  tutte cinguettano “Oh!... il Madison” , tutte emettono gridolini - degni di una miglior occasione – e tutte ballano insieme. Tutte fanno le stesse mosse, sono tutte uguali.    Usciamo senza ballare. Senza parlare imbocchiamo con la macchina un sentiero sconnesso che sembra condurre a un belvedere sulla collina. All’inizio c’è un cartello. Dice che proprio lassù, durante la Resistenza, un partigiano è stato ucciso dai fascisti. La 1100 col cambio al volante e i sedili anteriori a panchina sale arrancando lentamente in prima. Davanti a noi sta salendo il partigiano spinto alle spalle dai repubblichini. Vediamo le loro divise con i fez. Vediamo le canne bucherellate dei mitra del “fascista vile e traditor” come dice il più bell’inno  della Resistenza parole di Felice Cascione sul motivo di Katiusha. Sentiamo le sue note in lontananza…    Ma no! è Gesù che sta salendo sul Calvario con un passo stanco e strascicato perché è consapevole di doversi sacrificare per un’umanità  sorda che approfitterà del suo nome per compiere ingiustizie e nefandezze. No! no!... è proprio il partigiano che sale con passo sicuro perché sa che non morirà invano. Morirà per la Libertà.    Raggiungiamo una radura circondata da alberi. Su di un lato tra di essi c’è uno strapiombo. Sotto il paese e il mare. Sopra le stelle. Scendiamo dalla macchina. C’è un cartello. Non lo leggiamo immaginiamo cosa dice. L’aria è tersa. Abbracciati ci affacciamo sul mare tra gli alberi. Non ci baciamo non parliamo. Rapiti dalle luci che vediamo sotto di noi restiamo ad ascoltare il suono della risacca aspirando il profumo delle onde del mare. Vediamo una stella cadente non formuliamo il desiderio abbiamo tutto siamo vicini e felici. Per un momento SIAMO il Tutto. In noi è  entrata la Verità la Natura è meravigliosa è proprio vero che è Dio!...    Un fremito una sensazione come di oppressione e di inquietudine. Ci voltiamo ci troviamo di fronte un orso enorme in piedi con le zampe anteriori tese per stritolarci no! è un lupo con gli occhi rossi la bava alla bocca ma no! è un cinghiale con le zanne lunghe lucide. Ci guarda. Restiamo immobili trattenendo il respiro. Ci sentiamo indifesi.    No! no. No!... Raffiche di mitra… Adesso percepiamo che il partigiano è qui vicino a noi il partigiano ci vuole bene il partigiano ci salva.    Prendendoci la mano scappiamo da quel luogo che ora ci appare cupo e spaventoso. La Natura non è meravigliosa le Stelle non cadono stanno solo a guardare.    Abbiamo bisogno della gente corriamo verso la 1100 cambio al volante sedili a panchina scendiamo troppo veloci lungo il sentiero la 1100 sobbalza per le buche  che non evitiamo. Non parliamo. E solo per un istante ci sembra di rivedere ancora l’orso no! era un lupo con gli occhi rossi la bava alla bocca ma no! era un cinghiale.    Adesso vogliamo stare tra le persone che prima non sopportavamo, che evitavamo. Vuote meschine sorde. QQquasi tutti. Vogliamo essere in mezzo a loro.    Torniamo a ballare. Come ci piacciono adesso le ochette, tutte uguali con i loro jeans bianchi e gli slip che si evidenziano sotto le luci colorate! Che corrono sulla pista cinguettando “Oh!... il Madison” ed emettono gridolini. Come sono belle come è bello ballare il Madison come è bella la gente. Come è bella la Natura. Come è bello Dio. Come è bello vivere. Essere qui è magnifico.   Non parlammo più di questo “sogno”: era sufficiente guardarci negli occhi.  Tutto era come prima ma ora sopportavamo meglio la gente, quasi tutti. Solo la stupidità continuava ad apparirci intollerabile.    Continuammo a completarci, lei attivista determinata, pragmatica e profonda, con in sé un granello di Dio più di me, io – forse - più incline alla teorizzazione, meno deciso. Prima che ci svanissero le illusioni tornò alla Natura.    Ancora adesso il 10 agosto la vedo in una Stella Cadente.      Amiche! Amici! Venite con me nel mio carro fra le nuvole  trainato da una Stella Cadente. Il  suono di un ukulele ci guiderà al di là dell’Arcobaleno dove in qualche luogo sarete felici perché ne vedrete l’altro lato, perché sarete nell’Isola che non c’è: l’Utopia, dove il tempo non esiste. Sarete felici perché solo là gli opposti coincidono, perché è là che l’Universo, illimitato ma finito, si richiude su se stesso. E finalmente saprete tutto della Natura, che è Dio. Avrete in voi un po’ più di Dio. Solo così potrete conoscere la Verità. O no?!...   Non ho mai saputo il nome del partigiano.