Tai chi e libri

Candido - Voltaire


Ho letto in vacanza questo densissimo libro. E' poco spesso, ma grondante di significato. Va oltre quella che io definisco parola imputtanita, cioè uso dei vocaboli per mero fine stilistico. Candido, come dice il titolo, è sostenuto da un saldo, quasi inespugnabile ottimismo. Il suo precettore Pangloss ha forgiato in lui questa convinzione. Ben presto però, uscendo dal mondo incantato del castello dove vive, farà esperienza del dolore e della malvagità umana. Qui tutte le parole, incastonate sapientemente, mirano a consegnare un messaggio di autentica verità al lettore. Una verità che magari qualcuno reputerebbe risaputa, ma che risaputa non è per chi ha speso una vita a cercare di migliorare il mondo che gli scorre intorno. Che risaputa non è per chi è sempre stato convinto che si possa trovare una chiave d'azione per vincere le maledizioni che l'uomo si porta da sempre con sè. Per superare le barriere, per cercare fratellanza. Bene, l'uguaglianza è un utopia, la si cerca, ma come affermava Kielowsky, appena trovata l'uomo erge nuove barriere perchè dell'uguaglianza non se ne fa proprio niente. Qui Candido la getta nel fuoco dopo averla trovata nell'Eldorado. Sì perchè lì, anche se felice, è un uomo qualunque e se invece riesce a convincere il Re a donargli un po' di oro, nel mondo da cui proviene sarà superiore a tutti. Tutte le vicissitudini di cui sarà protagonista lo portano alla conclusione che nel marasma della vita ciò che conta è coltivare il proprio giardino, il suo incrollabile ottimismo rovinerà definitivamente per lasciare il posto a questa amara seppur inconfutabile consapevolezza.Da leggere specialmente da chi, dopo una vita di delusioni sociali, pensa di essersi ammalato di misantropia.