Tai chi e libri

Quando un limite riesce ad andare oltre a se stesso limitando anche il prossimo...


Titolo un po' arzigogolato vero? Posso capirvi, ma oggi vorrei parlare di un atteggiamento abbastanza tipico dell'uomo: l'annullamento dei buoni rapporti per via della competizione sfrenata. Ci sono persone che non sanno vedere l'amicizia e capire che quello è un valore, una situazione che va posta in una zona neutrale della propria esistenza, una sorta di ambasciata in territorio straniero. Ogni occasione è buona per cimentarsi nel gioco tu sai fare/hai questo ma io so fare/ho quest'altro. Tutto ciò capita anche quando non frega niente di quello che sai fare/hai ma interessa solo un fraterno sodalizio.  La maggiorparte delle amicizie o di quello che i limiti umani fanno restare di questo sentimento, finisce in gloria perchè uno dei due è accecato dalla rabbia per le altrui dotazioni. Generalmente il complessato di turno inizia a fare dei giochetti strani per mettere in difficoltà/controllare l'altro. Ma l'invidioso spesso  non si accorge che l'altro ha capito e continua imperterrito i suoi giochetti. Fino a quando il soggetto delle scortesi attenzioni gli notifica la presa coscienza dei suoi infantili tentativi di riscatto. L'amicizia, o quella che all'inizio voleva essere tale, finisce. Talvolta chi è stato importunato e peraltro credeva nell'amico, cerca di riallaciare il rapporto ottenendo solo un ulteriore incrudimento delle ostilità. Oltre ad avere torto è anche offeso, ma certo non vuol più sentirsi una nullità, non vuole riprovare quel senso d'inferiorità. Vuole continuare a essere una nullità per conto suo. L'atteggiamento di testardo rifiuto all'offerta di riappacificazione, fatta proprio da chi avrebbe ragione di sentirsi offeso, lo consegna a pieno titolo nell'olimpo degli idioti. Un clichè standard, i francesi direbbero un Déjà vu...