Tai chi e libri

Essere buoni...ma?!


La bontà è una grande qualità. Su questo non si può discutere. Si tratta di una delle dotazioni più rare e preziose dell'uomo.Onestamente però dubito che la bontà possa tornare utile a chi la esercita per principio, o per connaturata caratteristica di nascita. Se si conosce una persona buona si è ricchi perchè rappresenta veramente un tesoro di inestimabile valore. Il punto è, come al solito, che la bontà viene consumata ma in fondo in fondo per niente apprezzata. Il buono sovente viene visto come un  "consumable" cioè come una persona che si può sfruttare senza timore di rappresaglie di sorta. Dalla più piccola alla più grande convenienza il buono torna utile, non fosse altro che per la sua disponibilità verso il prossimo. Ma non tutti i buoni sono pecore, c'è qualche buono, che per fortuna, quando si accorge di essere sfruttato si trasforma in lupo e lì sono veramente dolori. Il punto anzi è ancora un altro e cioè che chi è ben disposto è spesso una persona in gamba, capace, un oltreuomo _per citare  Nietzsche_ che tratta bene perchè non nutre invidie, spiriti di rivalsa e bassi istinti vari.La domanda è: vale la pena di essere buoni? Vale la pena di essere disponibili? Forse non è più conveniente farsi fare favori invece che farli? Almeno in questo modo facciamo sentire importante chi ce li fa, lo facciamo sentire utile. Nutriamo il suo ego!  Sempre che si trovi qualcuno disponibile a farli i favori...