Creato da Bobthewriter il 29/04/2007

Tai chi e libri

Vorrei condividere con voi le mie due passioni il Tai Chi Chuan e la letteratura. Due mondi meravigliosi.

 

 

LA MIGLIOR DIFESA: LA PREVENZIONE...

Post n°31 pubblicato il 02 Settembre 2008 da Bobthewriter
 
Tag: Tai Chi

La prevenzione è davvero la miglior difesa che si possa mettere in atto.

Un ex poliziotto Americano grande esperto di sicurezza urbana in un suo libro inizia dicendo proprio queste parole e poi aggiunge: "E' un concetto talmente semplice e alla portata di tutti che lo sottovaluterete di sicuro". Ed infatti viene puntualmente sottovalutato, anzi pardon, neanche preso in considerazione.

Così fioccano come neve in un ghiacciaio, le tecniche di difesa. Se lui fa così voi colpite così, se lui fa cosà voi colpite cosà etc etc......

E' pregevole ricordare che se usiamo la consapevolezza e cioè la capacità di essere presenti nel qui e ora, difficilmente finiremo in qualche pasticcio. Certamente può sempre capitare ma è molto molto meno probabile. Se vediamo un gruppo di teppistelli a distanza saremo ancora in tempo a cambiare strada senza dare troppo nell'occhio , ma se siamo troppo immersi nei nostri pensieri...amen, sarà troppo tardi.

Se impariamo a prendere contato con le nostre sensazione e a fidarcene, spesso sapremo qual'è la cosa giusta da fare. Gavin De Becker ne "Il dono della paura", uno dei migliori libri mai scritti sull'argomento, dice proprio questo. L'istinto viaggia a una velocità nettamente superiore del ragionamento logico, per cui la risposta che ci dà in situazione d'emergenza è pronta e impacchettata per l'uso. la razionalità (la corteccia cerebrale) ha bisogno di troppo tempo per analizzare e valutare, e in certe situazioni è un lusso che non ci possiamo proprio permettere.

Nell'emergenza il nostro così blasonato cervello razionale, l'intelletto che da Cartesio in poi ha reso "nobile" l'essere umano (o per lo meno chi lo usa), in una situazione di pericolo non è più il comandante, ma un semplice passeggero. Il capitano è il cervello rettile o arcaico, quello che possedevamo già nella preistoria e che ha sempre presieduto ai nostri bisogni primari.

Questo discorso vale in particolar modo per una donna, i suoi mezzi di difesa contro un malintenzionato sono molto limitati (parlando di donna media e non di lanciatrice del peso). Un uomo a parità di peso ha tre volte la forza di una donna. La crudeltà e l'efferatezza con cui avvengono le violenze è davvero impressionante. Ho un amico Ufficiale dei carabinieri che mi ha raccontato lo stato in cui si trovava una donna che aveva subito violenza sessuale; il danno minore era costituito da 3 denti rotti.

Una volta durante una lezione una mia zelante allieva mi disse che lei non avrebbe avuto problemi, un bel calcio negli zebedei et voilà. Io risposi che se fosse arrivata a segno sarebbe stata una tecnica perfetta, ma c'era da tenere conto di altri due o tre fattori.

Punto1: Portare un calcio là, in condizioni di sovraccarico emozionale non è facile, il panico manda in tilt il nostro cervello.

Punto 2: Inoltre, quante volte ti sei allenata a calciare i gioielli di famiglia al punto da renderlo un movimento istintivo e naturale?

Punto 3: In Minigonna e con i tacchi a spillo come pensi di trovare l'equilibrio ottimale per sferrarlo con la dovuta potenza?

Punto 4 ;-): pensarai subito mi cadrà la borsetta di Gucci e si rovinerà...

punto 5: L'uomo ha un innato istinto a difendere quella zona che diventa così difficilmente raggiungibile...

Capì che non avevo tutti i torti...

Quindi, mi raccomando, prevenzione innanzitutto e poi un po' di ginnastica e imparare come dare un pugno sono sempre benvenuti. 

Prima di tutto però occhi aperti e istinto a palla ;-)

 
 
 

Lago nero in Mountain Bike (Quota 2021 metri s.l.m.)

Post n°30 pubblicato il 22 Agosto 2008 da Bobthewriter
Foto di Bobthewriter

Oggi scrivo per raccontarvi una giornata meravigliosa. Sono un appassionato di Mountain Bike, oltre al Tai Chi la MTB è con lo sci lo sport che amo di più. E' estremamente faticoso, i percorsi di montagna sono pendenze continue su sterrato dove la fatica è una componente costante. Inoltre l'aggravante del fondo sconnesso  costituisce un'ulteriore difficoltà. Chi va in montagna sa bene cosa intendo dire. Sei lì che arranchi su una pendenza mostruosa e ti imbatti in una serie di sassi e buche che ti spezzano il ritmo della pedalata così che ti tocca riniiziare da capo appena li hai superati. Ma ne vale veramente la pena. Sei chino sulla bici che coli come una fontana di sudore e sei costretto a meditare. Meditare, sì, avete capito benissimo, non ti puoi permettere di pensare a nulla. Nè a quanto manca ancora per arrivare, fondamentale per non arrendersi. Nè a quanto stai faticando, fondamentale per non scoraggiarsi. Nè ai tuoi problemi quotidiani, fondamentale per non perdere la concentrazione e rovinare a terra. Il momento presente si dilata e ti ritrovi in una dimensione di vuoto mentale assolutamente fantastica.

Puoi e devi solo pensare a quello che stai facendo in quel preciso istante, se vuoi che la scalata abbia successo.

Per un appassionato di discipline orientali come me è una buonissima alternativa alla meditazione intesa in senso classico.

Dopo tutta questa faticata ti trovi però in un posto così, cosa ne dite? Val bene la fatica o no?!

 
 
 

Candido - Voltaire

Post n°29 pubblicato il 18 Agosto 2008 da Bobthewriter
Foto di Bobthewriter

Ho letto in vacanza questo densissimo libro. E' poco spesso, ma grondante di significato. Va oltre quella che io definisco parola imputtanita, cioè uso dei vocaboli per mero fine stilistico. Candido, come dice il titolo, è sostenuto da un saldo, quasi inespugnabile ottimismo. Il suo precettore Pangloss ha forgiato in lui questa convinzione. Ben presto però, uscendo dal mondo incantato del castello dove vive, farà esperienza del dolore e della malvagità umana. Qui tutte le parole, incastonate sapientemente, mirano a consegnare un messaggio di autentica verità al lettore. Una verità che magari qualcuno reputerebbe risaputa, ma che risaputa non è per chi ha speso una vita a cercare di migliorare il mondo che gli scorre intorno. Che risaputa non è per chi è sempre stato convinto che si possa trovare una chiave d'azione per vincere le maledizioni che l'uomo si porta da sempre con sè. Per superare le barriere, per cercare fratellanza. Bene, l'uguaglianza è un utopia, la si cerca, ma come affermava Kielowsky, appena trovata l'uomo erge nuove barriere perchè dell'uguaglianza non se ne fa proprio niente. Qui Candido la getta nel fuoco dopo averla trovata nell'Eldorado. Sì perchè lì, anche se felice, è un uomo qualunque e se invece riesce a convincere il Re a donargli un po' di oro, nel mondo da cui proviene sarà superiore a tutti. Tutte le vicissitudini di cui sarà protagonista lo portano alla conclusione che nel marasma della vita ciò che conta è coltivare il proprio giardino, il suo incrollabile ottimismo rovinerà definitivamente per lasciare il posto a questa amara seppur inconfutabile consapevolezza.

Da leggere specialmente da chi, dopo una vita di delusioni sociali, pensa di essersi ammalato di misantropia. 

 
 
 

INVIDIA che avvicina alla CULTURA???

Post n°28 pubblicato il 21 Luglio 2008 da Bobthewriter

Ieri sono andato a prendere un caffè, mio malgrado, con una vecchia conoscenza. Ci tengo a precisare che l'ho fatto per puro obbligo d'educazione. E' un ex amico di gioventù, anzi pardon, uno che credevo amico. Uno che si mette sempre in competizione su tutto e dopo aver recuperato sonore, inevitabili bastonate diventa invidioso e livoroso e vive nella speranza che il suo antagonista abbia dei problemi di cui accontentarsi. La persona in questione appartiene alla seguente categoria: commerciante di bassa levatura (incapace a fare bene il suo mestiere), cultura nulla, intelligenza sotto la media (visto io di persona a non riuscire a cambiare un rullino alla macchina fotografica) e presunzione, ovviamente, alle stelle. Si siede lì davanti a me e con un piglio a metà tra Tronchetti Provera e Lapo Elkann, mi dice che ha letto tutti i miei libri. Stupito (conoscendo il troglodita che ho di fronte) replico che mi fa piacere e gli chiedo quale gli sia piaciuto di più. Lui risponde "Lo zirlo del Tordo" dicendo che è quello più simile a me. Capisco al volo: ha letto delle cose nel libro che spera siano le mie, un personaggio infatti ha seri problemi sul lavoro e non riesce più a pagare il mutuo. Gli faccio cortesemente notare che quel personaggio è un mio collega e lui con la faccia appesa di chi non ha trovato conferma alle sue geniali intuizioni lascia cadere il discorso. Mi dispiace molto per lui che io non sia così malmesso, ma ne sono profondamente contento per me. Guardate un po' quanti modi di fare cultura esistono al mondo, anche quello spinto dall'invidia. Sono riuscito a far leggere un libro a uno che una volta al mare ha faticato a leggere il cartellone di una discoteca. Niente male davvero, devo scrivere a Mariastella Gelmini!!!

 
 
 

MERITOCRAZIA: COME STERMINARLA

Post n°27 pubblicato il 14 Luglio 2008 da Bobthewriter

Ultimamente si parla tanto di meritocrazia. Sul vocabolario ho trovato:

Meritocrazia : concezione culturale e sistema socio-politico che prevede e attribuisce riconoscimenti, prestigio, potere e successo nella società, unicamente sulla base di criteri di merito. Allora ho cercato anche Merito :tutto ciò che rende l'uomo degno di stima, di onore, di ricompensa, di premio.

Ho fatto un po' di brainstorming per focalizzarmi su questi concetti e ho suddiviso il significato di queste parole in due branche: la prima rappresentà ciò che dovrebbe effettivamente essere e la seconda l'accezione in cui l'uomo l'ha trasformata.

Degno di stima nella realtà:

Persona che assume un impegno e lo porta a termine con correttezza nei confronti dei suoi collaboratori.

Persona che si preoccupa per prima di fare le cose correttamente e tratta allo stesso modo colleghi e superiori.

Persona che cerca di dare il meglio di sè in ogni situazione della vita

Persona di alta statura morale

Persona con comprovate capacità che gli consentono di risolvere i problemi che si presentano, semplificando invece di complicare.

Degno di stima sul mondo del lavoro:

Persona che deterge l'altrui deretano

Persona che non contraddice mai chi sta più in alto

Persona che tratta con notevole differenza i colleghi e i superiori

Persona che cerca di trarre il meglio per sè da ogni situazione, facendo il minimo e danneggiando gli altri

Persona con comprovate incapacità che gli consentono di complicare i problemi che si presentano aggrovigliando la matassa sempre più; in tal modo la sua inettitudine compare agli occhi dell'inetto che sta più sopra come grande operatività ed impegno sul lavoro.

 

Sembrerebbe esserci qualche problema nel riconoscere un titolo di merito, forse perchè è più comodo attribuire ricompense a propria discrezione assicurandosì così una bella squadretta di fedeli tirapiedi.

 
 
 

NIETZSCHE

Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato… L'uomo chiese una volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?" L'animale voleva rispondere e dice: "Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire" - ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola indietro, in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice "Mi ricordo". (da Considerazioni inattuali )

 

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LISA VERDI E IL CIONDOLO ELFICO

Lisa è una sedicenne che vive le emozioni, le gioie ed i turbamenti tipici della sua età. La sua vita, tranquilla e spensierata, verrà stravolta quando la zia le rivelerà la sua vera identità e la costringerà a varcare la Porta di Passaggio per il Regno Elfico. In questo nuovo mondo, in cui ogni cosa é capovolta e ricca di mistero, apprenderà di essere la Prescelta, designata da un'antica Profezia per annientare una volta per tutte il potere del Nero Signore degli Elfi e del Generale Guglielmo. Verrà accompagnata in questa inevitabile missione dal suo amato Paolo e dagli amici Gianni e Matilde e scoprirà, suo malgrado, che il lupo cattivo non vive solo nei boschi, ma spesso anche in casa...

 

AER Club - Edizioni il Melograno

(visita il sito www.ilgiralibro.com)

Agli appassionati del genere Fantasy, consiglio di leggere questo splendido libro di M.P. Black

 
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ANGOLO DELLA RIFLESSIONE

La differenza tra il saggio e lo stolto, sta nel capire, se chi muove la mano lo fa per colpire o per dare una pacca sulle spalle. Spesso, troppo spesso, ci si confonde.
 

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