Creato da Virgo_libripens il 16/01/2007

LIBERO PENSIERO

Non sono stupido, solo mentalmente libero.

 

 

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Destra, Sinistra...

Post n°3 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da Virgo_libripens
 

Voglio parlare un po' di me. Il che vuol dire, per chi abbia una pallida idea di cosa sia la rete di Indra, che parlerò di tutto il resto. E' induistico, quindi niente narcisismo né noluntas, ma solo un flow of consciousness più o meno accentuato. Parliamo di etichette. Quelle sociali, politiche, religiose, ecc.

Io sono stato etichettato dalle persone più impensabili nei modi più svariati, ed è pertanto normale, visti i miei trascorsi, che io sia diventato refrattario a questo genere di classificazioni. Non molto tempo fa, nell'arco di 24 ore, la giuria degli infallibili mi ha dichiarato prima assiduo frequentatore dell'Azione Cattolica col pallino del proselitismo selvaggio, poi satanista sulla via di una ipotetica Damasco anticristiana. Il che non avrebbe potuto non suonarmi alquanto buffo, non essendo io né l'uno né l'altro. Il fatto è che a me piace da impazzire il gioco di impersonare l'ago della bilancia, l'appacificatore sincretico, il Lepido

Iniziai ad interessarmi di politica in generale qualcosa tipo 6-7 anni fa, in concomitanza con l'avvento di quello che sarebbe stato il governo più longevo della Storia repubblicana d'Italia, vale a dire il governo Berlusconi. La soluzione più logica, quando sale al potere un governo di destra, è spostarsi a sinistra, e viceversa. Tant'è vero che oggi ci riscopriamo tutti liberali, anticomunisti, ecc.

L'attivismo cominciò seguendo a ruota l'interesse. Sorgevano al tempo, così come ora, dal ribollente brodo della politica, numerosi gruppetti d'ispirazione prettamente comunista, antiberlusconiana, manifestante, militante, ecc.

Avrò avuto 14-15 anni. Io stavo lì, mi veniva detto "la riforma Moratti fa schifo" ed io, senza averla mai letta, ripetevo "la riforma Moratti fa schifo". Poi mi veniva detto "Berlusconi pezzo di merda" ed io giù, a ripetere anche quello. E ci sentivamo liberi, liberi di pensarla come ci dicevano di pensare.

Poi c'è stato il periodo del rifiuto, la svolta filofascista. Anche quella è durata abbastanza poco, meno della precedente, perchè anche lì mi sono accorto che non c'era nemmeno uno che pensasse col proprio cervello, ma che era sorta, nei giovani, una sorta di rete LAN nella quale tutti registravano qualche insulto, qualche canzonetta per denigrare quelli seduti dall'altra parte del Parlamento.

E qui l'idea ritorna in sé, e si riaggancia al discorso sulle etichette. Io non disprezzo le etichette a priori, solo però mi fa incazzare che, il più delle volte, attraverso una logica che non è differente da quella del marketing, siano loro a scegliersi dei proseliti, e non siano invece le persone che, dopo aver sviluppato una propria opinione, si adagino sulle etichette che più le rappresentino.

Nell'ambito sociale, le etichette (negro, ebreo, cinese, punkabbestia, ecc.), non quelle scelte per libertà di pensiero, ma quelle imposte dall'alto, servono a non pensare, lasciandoci il diritto di giudicare come conosciuto ciò che non abbiamo mai sperimentato.

E' una tara mentale assurda, una falla abnorme nel pensiero razionale, che, chi più chi meno, dovrebbe (non come legge, ma come dato di fatto) accomunare tutti. E invece...

Nella politica, c'è ancora un gran parlare di destra e sinistra, anzi, si straparla. Destra e sinistra prendono il nome dal posto a sedere occupato in Parlamento, ma diventano, poi, strumenti di omologazione, un po' come se tutti quelli di destra la pensassero allo stesso modo, e uguale quelli di sinistra. E quando uno comincia a crederci, un altro se ne approfitta, dicendo che la destra è fascista e razzista, oppure che la sinistra appoggia i regimi di comunisti mangiabambini, appoggia i criminali. E la destra rilancia opprimendo il povero a favore del ricco, e la sinistra se la prende con chi non l'ha votato, cioé con gli imprenditori, ecc.

Punto. Occorrerebbe fare numerosi post scriptum, ma considerando l'entità delle mie capacità espressive attuali, rimando a data da destinarsi. Così finirò il discorso, chiarirò meglio il tutto, lo presenterò in una forma quanto meno accettabile e, volesse il cielo, sfaterò eventuali autogol dialettici. Alla prossima.

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[Dante Alighieri]

 

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