Canto XXXV - Inferno

Storia di Michela


Ciao Veronica,mi chiamo Michela e anch’io faccio parte di tutte le “amiche” che ho trovato nel tuo blog e che non sapevo che esistessero, fino a quando non ho scoperto il tuo sito (grazie a Donna Moderna) credevo di essere sola o quasi. Soffro di questa maledetta malattia da 17 anni da quando, sposata da 4 mesi, sono andata da una ginecologa per avere un bimbo e invece ho scoperto di avere una cisti endometrio sica di 16 cm., quindi operata di urgenza ovviamente in clinica privata perché in ospedale avrei dovuto aspettare, rischiando la pelle, almeno 2 mesi. Dopo la 1^ operazione ho pensato che fosse finita così e invece dopo 9 mesi…altra operazione dove mi hanno tolto un’ovaia e da lì senza che vi racconto tutto è iniziato il mio calvario, fatto di altri e interventi, di infertilità, di test di gravidanza negativi, di medici, di analisi, di medicinali, di tristezza, di solitudine e soprattutto di indifferenza da parte di tutti compresi i medici che non sanno niente e ci usano da cavie. A differenza di quanto ho letto nel tuo libro e di quanto nelle Vostre storie io non ho avuto un marito buono accanto, mi sono separata dopo pochissimo e le mie scelte sentimentali successive sono state fatte solo in relazione all’ENDOMETRIOSI, come le scelte professionali, come le scelte delle vacanze, come la scelta della casa , delle amiche, di tutt quello che mi circonda è ruotato intorno a Lei che mi ha dato tanti sintomi il più importante: la continua battaglia con il  mio intestino, che non mi ha permesso di andare ad un cinema, ad un ristorante e sempre possibilmente sola, perché ragazze mie nessuno al mondo, nel mio mondo, ha capito la mia sofferenza. Nessuna amica mi ha aiutato a guarire, io ero solo quella a cui non va di fare niente e non hanno mai capito che io non potevo fare niente!!!!! Sono felice che ci siete Voi, perché ora mi sentirò un po’ più capita e quando avrò bisogno di condividere le mie tristezze basterà accendere il computer.Grazie Veronica, per avermi fatto sentire molto meno sola.Michela   Le vostre parole nei miei confronti sono sempre molto affettuose.Sapere che un gesto come quello di mandare mail su mail alle riviste per supplicare che se ne parli … può cambiare in meglio la vita di una di voi, perché all’improvviso vi accorgete di non essere più sole … mi da la forza necessaria per andare avanti e continuare a contattare i media.Non posso togliervi il dolore fisico … e lo vorrei tanto … ma almeno quello psicologico posso alleggerirlo mettendovi in contatto tra voi … e pubblicando le vostre storie che tanto aiutano a capire, a non sbagliare più, ad essere più informate.Coraggio Michela … spero che tu possa trovare amiche sincere con le quali piangere e ridere … che parlino finalmente la tua stessa lingua.Ti abbraccioVero