Un blog creato da librodade il 26/01/2008

Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 

 

 
« CENTRI PRIVATI A PAGAMENTOLettera aperta ad un med... »

Martina di Vicenza

Post n°208 pubblicato il 18 Giugno 2008 da librodade

Sono Martina, ho da poco superato i 40 anni. Era una notte d’inverno del 2005 quando il problema mi si ripresento’ in forma ancora piu’ grave di due mesi prima: accusai dolori acuti e persistenti all’addome. Fui ricoverata in ospedale con la stessa diagnosi (sub occlusione intestinale) ma ancora una volta i medici non seppero identificarne le cause. Mi vennero prescritte colonscopia e visita ginecologica. Il cuore mi batte' forte, avevo paura di avere qualcosa di molto serio e irreparabile. Per fortuna gli esiti dell' esame endoscopico esclusero questa ipotesi. Il ginecologo mi visito' e mi prescrisse una serie di analisi e accertamenti che feci diligentemente. Risultai positiva al ca125. Il verdetto fu chiaro ma allo stesso tempo "strano" . Endometriosi ma ".....signora non vorrei un giorno mettere le mani sul suo intestino" mi disse il medico analizzando gli esiti dell'ecografia. "Pillola e visita tra un anno" sentenzio' infine. 

Rassicurata, ma non completamente, cominciai a prendere confidenza con questo termine "endometriosi" ed a documentarmi. Passarono i mesi. I sintomi erano praticamente assenti per cui quasi mi dimenticai della malattia. Dopo un anno, come raccomandatomi, mi recai dal ginecologo (un altro , il primo si era trasferito) il quale, dopo avermi visitata, escluse la presenza di endometriosi. Passarono i mesi e questa volta i sintomi subdoli della malattia cominciarono a presentarsi facendosi lentamente ma inesorabilmente sempre piu' frequenti ma essendo aspecifici li attribuii a colite da stress. Per sicurezza andai, privatamente, da un altro ginecologo che mi era stato consigliato da amici. Paradossalmente, pur a pagamento, fu una visita molto deludente. Dopo avermi esaminata ed avere dato uno sguardo frettoloso alle analisi e radiografie che avevo portato con me, mi liquido' in pochi minuti malgrado i miei tentativi di spiegargli i molteplici sintomi che avvertivo da tempo. Evidentemente andava molto di fretta e sembrava quasi infastidito dalle mie domande. Me ne andai nonostante tutto rinfrancata in quanto la diagnosi non era mutata: lieve endometriosi, nessuna cura, nessun accertamento, avrei dovuto ripresentarmi dopo un anno. Di li a quindici giorni l'epilogo: la notte incominciai ad accusare acuti dolori addominali, accompagnati da nausea, che proseguirono sempre piu' intensi fino al pomeriggio del giorno successivo nonostante l'assunzione di spasmolitici e antidolorifici. Fui portata d'urgenza al pronto soccorso, sottoposta a radiografia e quidi trasportata in reparto. Il chirurgo si rese conto immediatamente delle mie condizioni critiche e predispose un intervento d'urgenza per evitare che la situazione precipitasse. Segui’ il rituale della preparazione: il camice, le luci fredde di una sala operatoria, l'odore acre dei disinfettanti, la faccia cordiale dell'anestesista che cercava di farmi coraggio, le flebo, le iniezioni poi, improvvisamente piu' nulla: sprofondai in un abisso da cui non sapevo se e come sarei uscita. Mi risvegliai 8 ore piu' tardi. L'intervento delicato si, ma che nelle previsioni sarebbe dovuto durare solo poche ore si era in realta' dimostrato molto piu' complicato e difficile. Mi era stato asportato un pezzo di intestino e di conseguenza, mi era stata praticata una ileostomia, per fortuna temporanea. I chirurghi mi dissero in seguito che avevo rischiato di portarmi il "sacchetto" per tutta la vita se non avessero deciso di aspettare l'esame istologico prima di resecare anche il tratto terminale dell'intestino, operazione necessaria nel caso si fosse trattato di tumore. Passai alcuni giorni da incubo nel terrore che potesse trattarsi proprio di questo, tormentata da spasmi e dolori continui che solo la morfina poteva parzialmente e temporaneamente mitigare. I minuti divennero ore, i giorni anni.... Finalmente la sentenza: endometriosi intestinale. Un sospiro di sollievo. Sarei ritornata in ospedale dopo pochi (forse) mesi per la ricanalizzazione dell'intestino e l'asportazione delle placche residue di endometriosi. Fui dimessa dopo pochi giorni. Mi ripresi abbastanza in fretta ma il colpo era stato molto duro. Non sapevo capacitarmi di quello che mi stava succedendo. Mi sentivo violata nel corpo e nello spirito, nella mia intimita' di donna: un sacchetto che si riempiva con estrema rapidita' fin quasi a scoppiare, questo mostro pulsante che fuoriusciva dall' addome vomitando liquidi nauseabondi. L'insicurezza mi accompagnava ovunque nella paura che da un momento all'altro il sacchetto si sarebbe potuto staccare. Le iniezioni di eparina sulla pancia (una ogni sera), le dolorose erosioni attorno alla stomia, le fitte causate dalle ferite e gli spasmi dell'intestino che si riassestava, divennero compagni inseparabili per molto tempo. La mia mente era percorsa da due pensieri antitetici: da un lato la speranza di poter fare al piu' presto l'intervento di ricanalizzazione anche perche' l'intestino, a valle della stomia, avrebbe potuto occludersi; dall'altro la paura del dolore che avrei dovuto nuovamente sopportare, ora che stavo lentamente ristabilendomi e che da testimonianze di persone che avevano subito interventi analoghi, sarebbe stato anche piu' intenso di quello patito in precedenza. Dopo circa 3 mesi, eseguiti gli accertamenti diagnostici del caso (inclusa una rettoscopia molto dolorosa), venni nuovamente ricoverata ed operata da una equipe di chirurghi che includeva anche un ginecologo. L'operazione riusci' alla perfezione ma il mio addome divenne "un campo di battaglia", come ebbe a dire uno dei chirurghi, attraversato com'era da nuove devastanti cicatrici. Purtroppo le previsioni sulla sofferenza si rivelarono esatte: per almeno 10 giorni patii spasmi e dolori acuti che fiaccarono le mie forze residue e il mio morale. Poi quando sembrava che mi stessi riprendendo fui colta nuovamente da violente fitte all’addome accompagnate da nausea e diarrea. Le analisi stabilirono che si trattava di gastroenterite da Clostridium Difficile. Il mio stato d'animo subi' un ulteriore duro colpo. Mi domandai come mai il destino continuasse ad accanirsi contro di me in questo modo.  Il nuovo antibiotico e il digiuno fecero il resto: non riuscivo a reggermi in piedi, pervasa da una estrema debolezza con nausea e continui crampi intestinali solo in parte attenuati dagli antidolorifici. Fui dimessa e finalmente tornai a casa anche se il mio stato fisico non mi permise almeno inizialmente di riprendere la mia vita sociale ne' di occuparmi delle attivita’ quotidiane.

Il Clostridium sembra ora essere stato sconfitto ma sono stata colta da una nuova enterocolite, forse da antibiotici, per fortuna piu' lieve della precedente, da cui sto lentamente guarendo. Ci vorranno probabilmente dei mesi perche’ il mio intestino torni alla normalita’. Attualmente sono seguita da un nuovo ginecologo di cui ho la massima fiducia e da cui mi sento ascoltata e capita. Cosa posso dire di questa mia esperienza? Che questa malattia mi ha segnata in modo profondo ed indelebile, che la sofferenza mi ha fatto capire il vero valore delle cose e le gerarchie della vita. Ma anche che mi resta il dubbio (e un po’ di risentimento) sul fatto che forse almeno parte di quello che mi e' accaduto si sarebbe potuto evitare solo se avessi incontrato dal primo momento le persone giuste,  quelle che considerano la professione medica come una missione piu’ che un mestiere;  medici che ti ascoltano, ti seguono, si prendono cura di te e vanno a fondo delle problematiche dei loro pazienti. Devo molto ai chirurghi che mi hanno operata, in particolare al Dr Cola che mi ha seguita non solo in sala operatoria ma anche in reparto offrendomi sempre, oltre che una assistenza competente, anche conforto morale e incoraggiamento. Spero solo di tornare presto ad una vita normale, con questo bagaglio di esperienze che vorrei trasmettere alle donne che dovessero imbattersi in questa variante insidiosa della malattia, per aiutarle ad evitare quello che ho passato io.            

Martina

Martina ... mamma mia ... mentre leggevo la tua storia pensavo a quelle donne che pensano che siamo esagerate.
Mi unisco al tuo augurio... che le tue parole possano evitare ad altre donne di passare quello che hai passato tu. La storia di Elena mi aveva fatta correre a fare una URO-TAC in un centro specializzato ... questo proprio per evitare che le mie sensazioni ... si tramutassero in realtà.
Meglio una visita in più che una in meno. Grazie di cuore per averci mandato la tua testimonianza.
Vero

 

 

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/06/08 alle 23:42 via WEB
Ciao Martina mi chiamo Veronica e la mia storia è un po' più giù della tua..anche io sono stata operata di endometriosi...era in uno stadio avanzato ma anche se avevo molte coliche intestinali (fortissime) dopo la colonscopia e dopo l'intervento mi hanno detto che le cisti aderivano "solo" speriamo non si siano sbagliati!!Vicino al mio letto c'era una signora che era stata operata per un fibroma...aveva circa 48 anni e dei dolori atroci...appena fatti esami si sono accorti che aveva anche endo intestinale..la tua storia mi ricorda il suo post- operatorio con asportazione di un pezzo di intestino...le tue parole mi ricordano quel dolore che ho visto...forza e coraggio ce la faremo.. Baci
 
bonaria71
bonaria71 il 19/06/08 alle 04:36 via WEB
Ecco,dopo avere letto e visto i video del post di Veronica e avere vissuto con dolore la tua storia Martina,mi viene in mente un nuovo nome da dare alla malattia:"Malattia allontana medici dalla professione per tutta la vita...". Cara Martina ti sono vicina.Spero col cuore che tu possa stare meglio presto.Un abbraccio forte. Deborah
 
LaMagiaDelleStelle
LaMagiaDelleStelle il 19/06/08 alle 10:21 via WEB
Ciao Martina. Ho letto la tua storia e dire che mi ha impressionato è poco. Purtroppo da una recentissima vista mi hanno detto che oltre avere l'endometriosi nell'utero, ovaie ed altro ancora tra 3 mesi dovrò subire un intervento e dovranno asportarmi una parte dell'intestino, in quando la bestia è pure lì. Pensare di fare il tuo calvario mi preoccupa un po'. Non voglio essere pessimista e so pure che ogni storia è diversa, ma forse non dovevo leggerla la tua. Non ora. Te lo dico col sorriso. Ti auguro di cuore che tutto questo possa passare al più presto e poi chiedo pure a Veronica se mi può lasciare la "famosa lista", così magari ti posso contattare visto che sei di Vicenza. Un abbraccio e vedrai che questo momento finirà e tornerai alla vita quotidiana.
 
 
macchiolina1980
macchiolina1980 il 19/06/08 alle 10:55 via WEB
Martina che storia anche la tua! A dire la verità mi ritengo fortunata perchè nonostante i mie dolori, i miei 4 interventi non sono messa così male, forse perchè hanno sempre preso il tutto in tempo e adesso il mio ginecologo non lo mollo più perchè mi segue come una figlia! A me aveva intaccato il retto 2 volte e lui è stato talmente bravo da riuscire a pulire il tutto senza bisogno di farmi mettere il famoso sacchettino! Tieni duro e vedrai che la tua ti aiuterà tanto!
 
 
librodade
librodade il 19/06/08 alle 13:47 via WEB
Te la mando subito Anto. Vero
 
   
LaMagiaDelleStelle
LaMagiaDelleStelle il 19/06/08 alle 15:26 via WEB
Grazie. Vado subito a controllare.
 
mikmou73
mikmou73 il 19/06/08 alle 10:38 via WEB
Ciao Martina, ho letto la tua storia ....anch'io sono stata operata di endo intestinale con resezione di parte dell'intestino ed il tuo percorso (sacchetto ecc...) mi era stato dettagliatamente descritto dai medici in sede di colloquio pre operatorio qualora si fossero presentate delle problematiche.... a me hanno asportato la parte finale dell'intestino e parte del retto, i medici erano molto competenti e fortunatamente e anche grazie alle moderne apparecchiature presenti in quella struttura non ho dovuto portare sacchetto. Ora sto abbastanza bene ma i primi mesi ,e cmq mi hanno detto che ci vorrà un annetto x sistemarmi, ho cmq avuto problemi intestinali . Ci vuole tempo e pazienza e soprattutto forza... Ciao a presto Mik
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/06/08 alle 22:05 via WEB
ciao Martina, anche a me è stata fatta una resesione intestinale(30CM sigma) a gennaio, mi avevano avvertito che c'era la possibilità che dovessero mettermi la stomia, invece per fortuna non è stato così. Posso immaginare il tuo calvario, anch'io fino a poco tempo fa avevo crampi addominali ora sto meglio però l'intestino non è ancora regolarissimo, mi hanno detto che ci vuole tempo. Io sono di PD, ti faccio i miei migliori auguri, un abbraccio forte. Morgana.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 
 
 
 

IN QUESTO MOMENTO SIAMO IN

web stats
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963