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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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« Storia di RaffaellaALLEGRA da Roma »

Storia di Clementina

Post n°162 pubblicato il 17 Aprile 2008 da librodade

Inizio  dei dolori  pelvici-addominali allucinanti nel 1999. Tempo della diagnosi di endometriosi  tre anni, ginecologi cambiati 8.

Mi sposo a maggio del  2002, fu  amore a prima  vista  con Luca, matrimonio in 6 mesi.

Sin dal viaggio di nozze “iniziarono le danze” con l’intenzione di avere subito  un bambino.

Avevo capito che se in 6 mesi non riuscivo a rimanere incinta un problema ginecologico c’era, anche se  i ginecologi mi dicevano che era tutto a posto e che i dolori erano dovuti a un colon irritabile per l’ansia e  stress. Finalmente o per mia sfortuna a dicembre mi reco da un vecchio ginecologo(l’ottavo della serie) che solo con una semplice visita  mi fa diagnosi di endometriosi e che conferma con l’ecografia, una bella ciste di 3cm all’ovaio di dx.

Qui inizia il mio calvario, anzi mi correggo, inizia il nostro calvario perché l’endometriosi coinvolge la coppia che desidera avere un bambino che gli somigli e che sia il  frutto del loro amore.

Per la mia endometriosi  anche mio marito si è trovato inserito in  una patologia chiamata “sterilità di coppia”.  Come puoi ben immaginare tutta la poesia e la magia dell’amore a prima vista, della luna di miele e del vedere  il futuro insieme con tanti bambini, pieno di sogni e di progetti crolla in un’attimo!!! Inizia così un 2003 difficilissimo pieno di interventi chirurgici, cure ormonali che mi avrebbero potuto aiutare a rimanere incinta per vie naturali.  Il 2004 è l’anno della FIVET accompagnato da mille frustrazioni perché oltre alle bombe ormonali che ti alterano l’umore, ti gonfiano come un pallone, bisogna incassare la botta dell’insuccesso: non ho mai avuto il piacere neanche una volta, neanche per un giorno, di vedere il test di gravidanza positivo e sapere cosa si prova!!!!!

Però devo dire una cosa, è vero che ho l’endometriosi  ma è anche vero che ho  un marito speciale.

 

Nel 2005 finalmente arriva uno spiraglio di luce: Adottiamo un bambino, anzi tanti bambini!!!!

Basta con le trafile, con i medici, con gli ormoni, con le delusioni, non ne potevamo più!

Avevamo perso la nostra intimità e la nostra serenità.

Non ti nascondo che anche l’adozione non è un percorso facile. Basti pensare che il tutto è iniziato a dicembre 2005 con preparazioni di documenti, colloqui con assistenti sociali, psicologi che entrano nella tua vita personale, dandoti poi un giudizio finale che verrà valutato dal tribunale dei minori e che se tutto ok ti danno il tanto atteso “patentino del bravo genitore”,  chiamato decreto di idoneità per poter adottare un bambino.

Ad oggi siamo in attesa di due gemellini meravigliosi del Burundi che presto (spero in estate) andremo a prendere.

Dell’adozione  posso dire che superata tutta la parte burocratica che non finisce più, finalmente arriva il giorno del tanto atteso “concepimento”: ci abbinano due gemellini eterozigoti di 4 anni e mezzo. E’ iniziata anche per me la tanto desiderata gravidanza, virtuale, ma pur sempre gravidanza.

Ricordo ancora quel giorno di luglio del 2007 io e mio marito più emozionati che mai, stavamo andando a vedere la nostra prima ecografia: una foto bellissima dei nostri figli. Ho una gigantografia di quella foto nel salone, l’adoro! Ora ne abbiamo tante di foto ma a quella, ne siamo particolarmente affezionati. Ritornando a quel giorno, quando ci hanno fatto vedere jonas e james con quelle magliette rosse uguali, quegli occhioni vispi e dolci sono scoppiata in lacrime dalla felicità, non riuscivo a fermarmi. Da quel momento ad oggi mi sto godendo la gestazione.  Loro vivono in un “casa dei bambini” gestito da suore missionarie (Dell’ordine di Maria Teresa di Calcutta). Sono persone davvero speciali, di una bontà e disponibilità unica! Ci hanno dato la possibilità di sentire i bambini al telefono. In questi 9 mesi, c’è stata una corrispondenza assidua sia telefonica che postale.  Ricordo la  prima volta che timidamente, con tanto coraggio, abbiamo chiamato in Burundi (le suore parlano solo inglese), il cuore batteva a 2000, io non sono riuscita a dire una parola, avevo un nodo in gola. Mio marito più forte di me in quel momento, inizia una breve comunicazione e con enorme sorpresa la suore dice: vado a chiamare i bambini…..noi non credevamo alle nostre orecchie!!! Dopo pochi secondi eccoli, sono loro che con una vocina timida dicono in italiano: ciao papà come stai?

Mio marito quasi tracolla in terra e io come al solito ripiango per l’emozione!!!

Le suore stanno cercando di insegnare loro (per quello che possono) qualche parolina di italiano, ci scrivono lettere descrivendoci le loro personalità, quello che pensano su ciò che gli sta accadendo, ci invia i loro disegni. James mi ha disegnata per intero, con il viso colorato di rosa e i capelli lisci neri. Dice che mi ha sognato. Sono così consapevoli ormai, che quando vedono un aereo corrono fuori dalla casa, chiamano tutti e dicono che un giorno mamma e papà che sono in Italia  verranno a prenderli e che la loro casa è lì. Il pallone con la divisa della nazionale italiana che gli abbiamo inviato,  la indossano con orgoglio e specificano sempre a tutti gli altri bambini che il pallone gli è stato regalato da mamma e papà. Ogni volta che telefoniamo, praticamente circa 2 volte a settimana,(aspettano la chiamata) corrono felici al telefono e la suora dice che i loro occhi brillano le loro espressioni cambiano.

Sappiamo che vanno a scuola, che Jonas è preciso, ordinato e dolcissimo. James invece è quello vivace, praticamente il “casinaro” della situazione……già lo so che ci farà dannare!!!

Comunque chiudo dicendo che non vediamo l’ora di abbracciarli e di andarli a prendere.

L’iter burocratico ci perseguita ma ne vale la pena. Siamo felici e sereni di aver scelto questa strada, anzi, ci pentiamo di non averla fatta prima…a quest’ora erano già qui.

Clementina


Grazie Clementina di aver accolto la mia richiesta di raccontarci la tua storia. E' stato bellissimo leggere e immaginare quei due cuccioli che vi aspettano.
Dà fastidio a volte sentirlo ... ma ci sono casi in cui questa bestiaccia è quasi da ringraziare.
In bocca al lupo, spero tu possa abbracciarli presto e ogni volta che lo vorrai.
Vero


Ciao Veronica, oggi ho riletto il capitolo sull’adozione e non posso fare a meno di fare alcune considerazioni:

 

●Alle persone che dicono di aver conosciuto un’amica, una cugina, una conoscente che ha adottato un figlio e che poi gli ha dato un sacco di problemi (come non andare bene a scuola, drogarsi, diventare un teppista, essere un violento ecc)  fino a pentirsi di averlo adottato,

 io rispondo che posso fare un elenco infinito di “figli naturali” che  sono il diavolo in persona!!

Non importa se un figlio è adottato o naturale, dipende da come i genitori impostano un rapporto con loro, è necessario un  dialogo aperto, il seguirli a scuola, sapere chi frequentano, insomma dare importanza prioritaria alla famiglia!!! Allora sono sicura di una buona riuscita di un figlio.

●Per quanto riguarda la paura di un abbinamento con un bambino malato è legittimo averla!

 Ogni mamma incinta ha il terrore che il figlio sia malato! Una mamma di pancia, può decidere di abortire al terzo mese di gestazione,  entro il sesto se il feto è malato, può tenere il bambino ed amarlo, infine può decidere di abbandonarlo in ospedale in perfetto anonimato senza commettere reato. La legge lo consente. Ora se ti dovessero abbinare un bambino malato, devi valutare la gravità della patologia e capire se la puoi gestire ed affrontare, se non te la senti è umano, rinunci e aspetti un altro abbinamento. Quel bimbo malato troverà poi una mamma molto speciale che saprà amarlo incondizionatamente e nella sua sfortuna sarà fortunato.

●Tutte la mamme che si approcciano all’adozione,  desiderano un bimbo piccolo, magari neonato, perchè si ha l’illusione che lo puoi crescere senza problemi e a tuo gusto.

Studi fatti negli ultimi dieci anni da neuropsichiatri infantili, hanno dimostrato che le adozioni maggiormente riuscite, sono proprio quelle di bambini adottati grandicelli rispetto ai neonati, perché il bambino “grandicello” già al momento dell’incontro con i suoi genitori ha la consapevolezza e la disponibilità ad essere amato.

● La paura che un giorno il bambino adottato possa ricercare le sue origini, non deve essere un problema, perché quella che loro hanno(e non tutti) è la curiosità di guardare negli occhi la signora che li ha partoriti ed abbandonati, è solo mettere un tassello in uno spazio vuoto: ma la vera mamma sei tu e non si discute!!

Anche io all’inizio vedevo gli enti autorizzati per le adozioni internazionali come degli “strozzini autorizzati” ma loro stessi si stanno battendo per rendere gratuita anche l’adozione internazionale. In parte ci sono riusciti!!!

●Una cosa che mi addolora molto è che quasi tutte le coppie vogliono un bambino dell’est, un bambino bianco, perché forse gli da fastidio sbandierare a tutti in modo chiaro che il loro figlio è adottato! C’è in cuor loro una sorta di tabù.

 Ci sono quelli razzisti che non potrebbero mai accettare di fare il bagnetto ad un bambino nero!!!

 Ci sono  coppie che non riescono a riconoscere figlio loro un bimbo di colore perché troppo diverso e il loro amore non va al di là della differenza somatica!

…..io a queste coppie non avrei dato l’idoneità all’adozione!

Capisco che ci siano delle preferenze su quale bambino adottare, ma avere la mente così limitata, fa iniziare l’adozione( anche con un bimbo simile a noi), con il piede sbagliato e sicuramente la crescita del bimbo non sarà buona.

 

 

●Concludo dicendo che è un vero peccato se tu e Daniele rinunciaste definitivamente  all’idea di adottare un bimbo!!! Siete una coppia affiatata, piena di risorse, di energie e soprattutto piena d’amore.

In fondo la passione della barca a vela e il sogno di una casa in campagna con tanti animali, non sono incompatibili con un bambino!!!

 

Perché deve esistere  una coppia che non può avere figli e un bambino solo nel mondo che non ha i genitori?  Trasformiamo la sofferenza in amore. Dalla solitudine facciamo nascere una famiglia piena d’amore!!!!!

Ciao veronica, ti chiedo solo di rifletterci un po’. Ti abbraccio

Clementina

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 18/04/08 alle 10:01 via WEB
Ciao Clementina ho letto la tua storia e credimi: sono emozionata e ho due lacrimoni agli occhi. Vi auguro un mondo di bene e spero che questi due patatoni arrivino presto da Voi (anche mia cugina e suo marito stanno addottando un bimbo e sò perfettamente quanto sia lungo l'iter burocratico). Vane
 
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