Il Libro del Futuro

La città e la collina 2 parte...


 Certo la città parlava del suo dolore per le periferie stravolte da costruzioni incomplete ed abbandonateUn paesaggio da dopoguerra,con i ferri arrugginiti dei muri  anneriti che formavano una giungla ed impedivano di vedere il cieloE la casa parlava  dell'abbandonoLa generazione cresciuta li' era sparita dispersa in esilio lontano e non poteva avvertirne il dolore e il disperato grido di aiuto.Provava a resistere la casa respingendo tutti quelli che venivano a visitarla per la vendita e cosi' la città, ormai stremata pero',provava a resistere. Era circondata la casa di piante cosi' folte e cosi' tenaci che erano divenute inestricabili come una foresta.Aveva messo le radici piu' salde il ficus e il gelsominoera divenuto impraticabile,ostruiva il passo a chiunqueQuando era stato piantato, il ficus era un esile arboscello e nessuno avrebbe scommesso sulla sua sopravvivenza ed il gelsomino sapientemente trapiantato diffondeva un profumo quale aura dei beati ElisiSpecie la notte specie d'estateAllora l'effluvio ti faceva vegliare perche' riportava come la nostalgia di mondi lontaniOra la selva era assolutamente impraticabile senza odori e sentii dire ad un visitatore-Che luogo orribileCerto costui non aveva sentito parlare di una bella addormentata nel bosco in attesa di essere svegliata protetta appunto da un boscoLa bellezza è segreta e deve essere protetta per non essere profanata e la casa in qualche misura esprimeva la città con cui aveva quel rapporto cosi' singolare,circondata da siepi di orrore mentre la sua bellezza era dentro custodita in attesa che qualcuno la ridestasse...da un racconto di Carmelina Sicari  nick : illibrodelfuturo