Il Libro di Sabbia

Rinascimento, un'idea nata con Petrarca e morta con Guicciardini.


Rinascimento, un'idea nata con Petrarca e morta con Guicciardini.Carlo Baja Guarienti-Mentre dava alle stampe il suo capolavoro, «La civiltà del Rinascimento in Italia», lo studioso svizzero Jacob Burckhardt non poteva immaginare che quel nome, Rinascimento, sarebbe rimasto al centro del dibattito per un secolo e mezzo. Era il 1860 e il termine, già coniato da altri ma per la prima volta oggetto di una trattazione tanto sistematica ed evocativa, si apprestava a diventare la chiave di lettura di un intero mondo che aveva avuto come centro le corti italiane e come periferia coloro che fra Quattro e Cinquecento avevano guardato a quelle corti come a un modello per la rinascita della cultura classica. Ed è proprio dal mito della rinascita, rappresentato dalla morte e resurrezione dell’eroe greco Ippolito, che prende le mosse il nuovo saggio di Nicola Gardini pubblicato da Einaudi; uno studio che già dal titolo -  semplicemente «Rinascimento» - dichiara la propria volontà di prendere posizioni nette nel dibattito. «Il Rinascimento appare via via - scrive l’autore - secondo le mutevoli prospettive degli infiniti critici, realtà politica e culturale ben precisa o fantasma poetico di qualche interprete troppo innamorato dell’Italia; visione del mondo omogenea ed esaustiva o terreno di contraddizioni laceranti, giardino incantato di un popolo o aiuola ben curata di qualche principe». Ma nella lettura di Gardini, docente a Oxford dopo una sofferta odissea nell’accademia italiana, il Rinascimento è molto di più: è un’idea che, coltivata all’inizio da menti geniali, pervade la realtà lasciando i propri semi in ogni campo del sapere fino a cambiare la storia dell’umanità. La proposta di Gardini, che in diverse pagine dialoga con gli scritti di Eugenio Garin, è di cogliere la nascita di quest’idea nei versi di Petrarca - colui che per primo rompe consapevolmente con la visione medievale del mondo - e di individuarne la fine nell’opera storica e politica di Guicciardini: sono infatti le guerre d’Italia, immane incendio che consuma la penisola fra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento, a strappare i sapienti al sogno della rinascita. Il sacco di Roma del 1527, sembra dirci Gardini, ha ucciso il Rinascimento.(La Gazzetta di Parma, 12 giugno 2011)