Il Libro di Sabbia

François Fejtő e il Male.


Per qualche motivo (forse anche perché se ne è parlato pochissimo) non ho saputo fino a oggi della morte dello storico François Fejtő (1909-2008), ungherese naturalizzato francese, mancato il 2 giugno. Mi è capitato di recensire il suo Dio, l’uomo e il diavolo. Meditazioni sul male nel corso della storia, pubblicato da Sellerio nel 2007: ecco l’articolo.(F. Fejtö, Dio, l’uomo e il diavolo. Meditazioni sul male nel corso della storia, Sellerio 2007)Carlo Baja Guarienti-«Fino ad ora, gli uomini hanno dimostrato di poter far accadere l’inferno sulla terra: se sappiano creare anche un paradiso resta da vedere».A questa amara conclusione – che non esclude tuttavia un recondito germe di speranza – giunge Francois Fejtö alla fine del suo Dio, l’uomo e il diavolo. Meditazioni sul male nel corso della storia (Sellerio): libro che si attiene molto più al sottotitolo che al titolo presentando non una strutturata storia dell’uomo e dei due poli d’attrazione che ne lacerano la coscienza, ma una libera riflessione sull’antica capacità delle civiltà di prendere strade sbagliate.Fejtö è davvero, come recita il titolo di un suo libro-intervista, un «passeggero del secolo»: nato nell’impero austroungarico nel 1909 e poi naturalizzato francese, ha potuto osservare le due guerre mondiali, la nascita e il declino dei totalitarismi novecenteschi, l’affermazione delle democrazie occidentali e i drammatici colpi di coda del «secolo breve». Colpi di cui oggi viviamo – e probabilmente vivremo ancora per molto – le conseguenze. Con la saggezza dei novantacinque anni (la stesura del libro risale al 2004) Fejtö sfoglia la storia umana ripartendo dalla problematica origine del male giudaico-cristiano, l’Avversario in ebraico o il Calunniatore in greco, per cercare nei tempi e nelle culture il principio che spinge l’uomo ad agire ingiustamente contro il suo simile: il fanatismo, la pretesa di essere depositari di una verità assoluta da imporre universalmente fino a rimuovere ogni traccia di dissenso. Seguendo questa linea incontriamo integralisti della religione e della ragione, intolleranti seguaci di un Dio o di una teoria politica, tutti accomunati dalla convinzione che sia giusto sacrificare la vita altrui – e a volte la propria – per il trionfo di un principio assunto a dogma; dalle persecuzioni religiose arriviamo così a quelle politiche con il nazismo e il comunismo, a quelle economiche con le logiche di dominio coloniale tuttora operanti. Fino a tornare, in conclusione, al fanatismo religioso degli integralisti islamici: come a dire che l’uomo, illudendosi di progredire verso il bene, ritorna inesorabilmente a corteggiare il male.(Gazzetta di Parma, 17 aprile 2007)