Il Libro di Sabbia

«Il giovane Stalin» di Simon Sebag Montefiore


Simon Sebag Montefiore, Il giovane Stalin, Longanesi 2010.Carlo Baja Guarienti-Nel 1893 il quindicenne Josif Vissarionovič Džugašvili, che una foto ci mostra ben pettinato nel severo abito da studente, guidava con la sua voce cristallina il coro del seminario della città georgiana di Tiflis; quattordici anni più tardi, nel 1917, il trentenne Stalin si sarebbe distinto fra i rivoluzionari comunisti mettendo le basi per uno dei poteri dittatoriali più sanguinari del Novecento. Ma chi era Josif Džugašvili prima di diventare Stalin?Gli oscuri anni della formazione del dittatore sono al centro dell’ultima fatica di Simon Sebag Montefiore, storico inglese già autore di uno studio – “Gli uomini di Stalin” – sulla carriera politica del leader sovietico e sul suo entourage. Un volume documentatissimo, questo “Il giovane Stalin” (Longanesi 2010, 554 pagine, 29 €), frutto di anni di ricerca negli archivi di tutta l’Europa e dell’ex blocco sovietico: Sebag Montefiore non ha scavato solamente fra le carte moscovite rese disponibili agli studiosi negli ultimi anni, ma ha inseguito Stalin fino in Georgia per ricostruire l’ambiente famigliare e scolastico, la quotidianità della famiglia Džugašvili.Lo storico può così raccontare l’infanzia del piccolo Soso – questo il soprannome di Stalin nell’ambiente domestico – nell’universo crudo e arretrato della provincia georgiana e tracciare ritratti efficaci dei genitori del futuro dittatore: la madre Ekaterina detta Keke - donna intelligente, religiosa e instancabile nel cercare un futuro migliore per il figlio - e il padre Vissarion soprannominato “Beso il Matto”, calzolaio psichicamente instabile. Nelle strade del paese di Gori, dove Soso frequenta una scuola ecclesiastica, e fra le mura di casa la violenza e l’alcolismo sono realtà drammaticamente evidenti: è in questo mondo che Josif impara a essere rapinatore e assassino, donnaiolo e poeta, uomo d’azione capace di rischiare in prima persona ed esperto tessitore di intrighi.L’affresco creato da Sebag Montefiore è potente nell’insieme quanto minuzioso nei dettagli, preciso anche dove lo storico concede qualcosa al romanzesco; e se qualche volta si ha l’impressione che il biografo ceda al fascino del dittatore, è bene ricordare come il piccolo Soso abbia poi tenuto in pugno con risolutezza, acume politico e – certamente – brutalità un impero costruito anche sul culto della sua tirannica personalità.(Gazzetta di Parma, 20 giugno 2010)