Il Libro di Sabbia

Amor fati.


(M. Veneziani, Amor fati, Mondadori 2010)Carlo Baja Guarienti-Il paradiso terrestre è un pomerig­gio di fine maggio nella campagna del Sud, un mosaico di ricordi - la condivisione degli affetti familiari, il pri­mo risveglio dei sensi, la corsa a tuffarsi nelle onde del mare - e di sensazioni pre­ziose nella loro quotidiana eppure rara intensità. «Amor fati» è essere grati al destino, cogliere l’esistenza di un disegno più grande della singola avventura umana e accettare con gioia l’idea di essere una parte di quel disegno. I paesaggi dell’Italia meridionale e i ricordi di una vita semplice - ma non per questo ba­nale - incorniciano le riflessioni di Mar­cello Veneziani su un tema arduo e at­tualissimo in questo inizio di millennio: la condizione umana tra caso e destino. «Amor fati. La vita tra caso e destino» (Mondadori, pag. 242, euro 18,00) è una dichiarazione di equidistanza fra i «progressisti del nulla» e i «conserva­tori del morto», ovvero fra coloro che brindano con macabro compiacimento all’esperimento fallito della società umana e coloro che pronosticano un imminente futuro senza speranza rifu­giandosi nel rimpianto di un passato mitizzato. L’«amor fati» di Veneziani non è né il desiderio di contemplare la propria fine né l’«amor fati» dell’uomo di Nietzsche, che si immerge nell’eterno ciclo del mondo imprimendo con la propria volontà un impulso al ciclo stes­so: è piuttosto il piacere di sentirsi com­presi di un’unità in cui ogni parte trova con umiltà e insieme con gioia il proprio posto e vibra in armonia con il tutto. C'è molto neoplatonismo in questo anelito all’unione con il principio ordinatore del mondo, in questa tensione a fornire il proprio contributo alla musica dell’universo. «Amor fati - scrive Ve­neziani nelle pagine conclusive del sag­gio, - è la gratitudine al destino. Per chi vive la solitudine è la vera, essenziale compagnia. Amando il fato, non vivi e non muori da solo, ma entri in una Rete suprema, ti connetti a una Comunione di anime e a una sfera superiore che prende in custodia la tua esistenza, dal­la sua radice fino alla sua destinazione. Amor fati è la persuasione - o forse la rivelazione - che non si è soli nella so­litudine e non si è morti nella mor­te ».(Gazzetta di Parma, 10 agosto 2010)