Il Libro di Sabbia

«Il cuore di cristallo». Pittura e poesia nel Rinascimento.


«Il cuore di cristallo» pittura e poesia nel RinascimentoUna rete di simboli, un raffinato gioco che rivela il significato profondo dell’opera-di Carlo Baja Guarienti«Si dice che ogni dipintore dipinge se medesimo». Nel pronunciare queste parole Girolamo Savonarola attinge a un topos ben noto nella Firenze rinascimentale: un detto caro - secondo Poliziano - a Cosimo de' Medici e che Vasari metterà in bocca a Michelangelo. Un concetto indagato sapientemente da Leonardo, che paragona la pittura a uno specchio in cui l’artista riflette inevitabilmente la propria anima: è infatti proprio l’anima, «maestra del corpo», a esprimersi attraverso il pennello e a plasmare la realtà per conferirle la propria forma. Ma quest’idea, vibrante di accordi neoplatonici, oltre che nella pittura è pienamente operante anche nell’altra metà del cielo dell’immaginazione creatrice, cioè nella parola scritta. E su un testo letterario, gli «Asolani» di Pietro Bembo, si apre il nuovo saggio di Lina Bolzoni: «Il cuore di cristallo. Ragionamenti d’amore, poesia e ritratto nel Rinascimento» (Einaudi). Da quest’opera, in cui Bembo ritrae i volti dell’esperienza amorosa scomponendo la propria anima come attraverso un prisma, si snoda un percorso fra pittura e poesia - forme espressive che nel Rinascimento si sfidano più che in ogni altra epoca - alla ricerca di un ideale: «il mito (e il bisogno) della trasparenza, di una corrispondenza tra volto e cuore, fra esteriorità e interiorità, fra linguaggio e sentimenti». Lina Bolzoni, docente di Letteratura italiana alla Scuola Normale di Pisa, affronta con la consueta finezza interpretativa un tema complesso seguendo il cammino di un’indagine la cui tappa precedente era l’affascinante «Poesia e ritratto nel Rinascimento» (Laterza 2008): il dialogo/duello fra letteratura e arti figurative. Ed è in particolare nella terza parte del saggio, dedicata al ritratto doppio, che emerge la forza di questo incontro; attraverso il ritratto doppio, in cui l’immagine del volto è legata a una seconda raffigurazione che ne fornisce una chiave di lettura, gli artisti del Rinascimento costruiscono una rete di simboli, un raffinato gioco che rivela il significato profondo dell’opera. Che rivela, a chi sia capace di vederlo, il volto dell’anima. (Gazzetta di Parma, 21 novembre 2010)