Il Libro di Sabbia

Chiesa ed Europa da Martino V al Sacco di Roma.


Marco Pellegrini, Il papato nel Rinascimento, il Mulino 2010.Carlo Baja Guarienti-Nel maggio 1418, alla fine del Concilio di Costanza, papa Martino V lascia la Svizzera per fare ritorno a Roma. Il viaggio attraverso un’Italia ridotta a un mosaico di piccoli stati e lacerata dai conflitti si prospetta lungo e rischioso, ma il capo della Chiesa - nonostante le lusinghe del re di Francia e dell’imperatore, desiderosi di offrire una sede al nuovo pontefice per attrarre il papato nella propria area d’influenza – è determinato a riportare il vertice della Cristianità nella sua antica sede.La storia della Chiesa nel Quattrocento è il racconto di una ricostruzione, quasi di una resurrezione dopo i traumi della Cattività avignonese e del Grande Scisma d’Occidente: il papato, constatata la crisi del proprio ruolo di guida universalmente riconosciuta del gregge cristiano, conduce abilmente la battaglia per la costruzione di un vero principato ecclesiastico sul suolo italico. Ed è grazie a personalità eccellenti – come il papa umanista Pio II o il battagliero Giulio II, al cui mecenatismo sono legati i capolavori di Michelangelo e Raffaello – che nel pieno Rinascimento e almeno fino al Sacco di Roma lo Stato della Chiesa può giocare la propria partita sullo scacchiere della politica e della cultura europee.Questa partita, iniziata con l’elezione di Martino V (1417) e in qualche modo conclusa con il Sacco di Roma (1527) è al centro del saggio “Il papato nel Rinascimento” di Marco Pellegrini (il Mulino 2010, pp. 212, € 13,50). L’autore, docente di Storia Moderna all’Università di Bergamo e già autore di diversi volumi sulla convulsa stagione delle guerre d’Italia, dedica la prima parte del libro alla costruzione concettuale della “monarchia pontificia” e l’ultima agli strumenti del confronto con i poteri temporali e con i focolai di dissenso. Ma è soprattutto la parte centrale del saggio, un efficace affresco dell’azione dei papi fino a Clemente VII, a condurre il lettore (anche quello colto ma non specialista) fino alle prime avvisaglie del mutamento di prospettiva che porterà a un nuovo ed epocale punto di svolta per la Chiesa cattolica: il Concilio di Trento.(Gazzetta di Parma, 19 gennaio 2011)