Il Libro di SabbiaLibri e dintorni... |
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FRASI SPARSE.
«Per sopravvivere agli assalti degli atei come dei veri credenti mi sono tenuto nascosto nelle biblioteche, tra pile di volumi pieni di polvere, per nutrirmi di miti e cimiteriali leggende. Ho fatto festini di panico e terrore di cavalli imbizzarriti, di cani latranti, di gatti impazziti... briciole scosse da lapidi tombali. Col passare degli anni, i miei compatrioti del mondo invisibile svanirono uno a uno, mentre i castelli crollavano o i nobili affittavano i loro giardini visitati dagli spiriti a club femminili o a tenutari di tavole calde con alloggio. Privati delle nostre dimore, noi, spettrali errabondi dell'universo, siamo sprofondati nel catrame, nelle latrine, in sfere di incredulità, di dubbio, di mortificazione, o di assoluta derisione.»
Ray Bradbury, Sull'Orient, direzione nord.
FRASI SPARSE
«… nella carrozza entrò un uomo che cominciò a suonare un violino che sembrava fatto con una vecchia scatola di lucido da scarpe e, nonostante io non abbia proprio senso musicale, quei suoni mi colmarono delle più strane emozioni. Mi pareva di udire una voce di lamento provenire dall’Età dell’Oro. Mi diceva che noi siamo imperfetti, incompleti, non più simili ad una bella tela intessuta, ma piuttosto come un fascio di corde annodate insieme e gettate in un angolo. Diceva che il mondo era un tempo interamente perfetto e generoso e che quel mondo perfetto e generoso esisteva ancora, ma sepolto come un cumulo di rose sotto tante palate di terra. Gli esseri fatati e i più innocenti tra gli spiriti vi avevano dimora e si dolevano del nostro mondo caduto nel lamento delle canne mosse dal vento, nel canto degli uccelli, nel gemito delle onde e nel soave pianto del violino. Diceva che presso di noi i belli non hanno senno e gli assennati non sono belli e che i nostri momenti migliori sono offuscati da qualche volgarità, o dalla trafittura di un triste ricordo, e che il violino deve rinnovarne sempre il lamento. Diceva che soltanto se coloro che vivono nell’Età dell’Oro potessero morire per noi sarebbe possibile essere felici perché quelle voci tristi si acquieterebbero, ma loro debbono cantare e noi lacrimare finché le porte eterne non si spalancheranno.»
William Butler Yeats, Il crepuscolo celtico.
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Martedì 6 novembre, alle ore 18, presso la Libreria all’Arco a Reggio Emilia, Giuseppe Pederiali presenta il suo ultimo romanzo "L'amore secondo Nula": la sedicenne Lula e la sua vispa Jack Russell Terrier di nome Nula partono alla ricerca di tre cagnolini rapiti, in un’avventura che le porterà a scontrarsi con l’indifferenza di molti e la malvagità di alcuni, in una Milano raccontata dal punto di vista degli animali.
Giuseppe Pederiali, emiliano di nascita e di cultura, opera nei suoi romanzi un felice impasto tra le fantastiche metamorfosi del reale e i terrestri incantesimi dell’immaginazione. La sua narrativa combina abilmente la semplicità dell’avventura e l’ambiguità della metafora. Prima di dedicarsi soltanto alla narrativa ha fatto molti mestieri, dal marinaio al programmatore di computer al giornalista. Saltuariamente scrive per il cinema e la televisione e i suoi romanzi sono tradotti in Germania, Inghilterra, Russia, Francia e Giappone.
La presentazione sarà condotta da Carlo Baja Guarienti.
Link:
http://www.libreriallarco.it/prossimi-eventi/l-amore-secondo-nula-di-giuseppe-pederiali/#more-5413
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