Liebe Kuh

La Dama con l'Ermellino Leonardo da Vinci


Nell’ambito di un prestito - scambio tra l’Italia e Polonia, che ha visto partire per Varsavia "La Velata" di Raffaello e la "Venere di Urbino" di Tiziano dagli Uffizi, inizierà il 15 ottobre la visita in Italia, che durerà tre mesi, di uno dei ritratti di Leonardo più belli e meno conosciuti: la "Dama con l’ermellino", abitualmente conservato presso il Museo Czartoryski di Cracovia.Il dipinto, realizzato su una sottilissima tavola di noce, fu acquistato dal principe polacco Adam Jerzy Czartoryski attorno al 1800 durante il suo viaggio in Italia e da lui donato alla madre Isabella, che in quegli anni stava lavorando alla creazione del primo museo nazionale polacco a Pulawy.Il ritratto della "Dama" fu dipinto da Leonardo durante il suo soggiorno milanese attorno al 1489/90, secondo gli studi più recenti, e costituisce una sorta di "manifesto" delle riflessioni teoriche che l’artista andava conducendo in quegli anni.Il vivace movimento della testa della donna, in contrapposizione al busto, infatti, vuole tradurre, quasi fosse un’istantanea, il "moto dell’anima" del personaggio ritratto, rivoluzionando le tipologie statiche del ritratto convenzionale. Leonardo indaga sulla relazione esistente tra movimento "dell’anima" e del corpo, tra interiorità ed esteriorità, individuando con grande modernità il principio psicologico che presiede all’agire.La persona raffigurata sembra sia con tutta probabilità Cecilia Gallerani, personaggio di spicco della corte milanese, amica di poeti e letterati e poetessa a sua volta, ritratta poco più che adolescente nel momento in cui intreccia la sua relazione sentimentale con Ludovico il Moro, duca di Milano, cui si deve probabilmente la commissione del dipinto a Leonardo, allora artista di corte.L’ermellino che Cecilia tiene in braccio nasconde, sotto l’aspetto naturalistico, una complessa simbologia che allude forse a Ludovico stesso, insignito nel 1488 dell’Ordine dell’Ermellino, o anche alla virtù di "moderanza" (o misura), che porta con sé l’idea di "cortesia" e "gentilezza". Il nuovo e rivoluzionario tipo di rappresentazione del volto umano creato nel dipinto di Cracovia è esaltato dall’uso violento della luce che bagna la figura provenendo da destra, intensificato ora dallo sfondo nero, che non è però quello originale ma il frutto di un restauro ottocentesco. La campitura antica doveva essere infatti grigio-azzurra, come hanno rilevato le accurate analisi scientifiche effettuate sulla tavola alla National Gallery di Washington nel 1992.