Life sailing

Post N° 20


"Cosa succede Paolo? Non starai cercando di coinvolgermi in qualche strana situazione anche questa sera? Non sono di guardia, se devi farmi visitare la solita amica... che solo tu sai da dove arriva... ti ricordi l'ultima? Era cecena e non capivamo nemmeno il nome della sua città." Provo a scherzare. A scherzare con Paolo come sempre. Fingendo che il cuore non sia impazzito e le vene non stiano per staccarsi dai polsi. Scherzo perchè non voglio credere ai fantasmi che questa sera mi hanno stretto il collo togliendomi il fiato e non voglio vedere i fantasmi delle mie paure agitarsi tremuli nella mia cucina. E allora penso a Paolo e ai suoi modi gentili anche quando il limite è superato. Le sue parole delicate che accompagnano il dolore di chi soffre, il terrore di chi aspetta, la confusione di chi piange. Penso a lui che spinge le barelle lungo il corridoio stretto del Pronto Soccorso e controlla che tutto proceda bene, cerca di dare un senso alle cose. Asciuga sangue che cola dalle ferite e lacrime che affogano gli occhi, sorride e ti guarda dritto negli occhi, ti ricorda che esisti. Ti ricorda chi sei.