Life sailing

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Il display si illumina un'altra volta di azzurro. Lampeggia ad intermittenza, insistente. Graffia il mio dolore, sibilando. "Rispondi, devi rispondere. Tanto non può essere peggio di così" è la voce di Federica, della mia amica di una vita che non ha più voce, non ha più occhi per guardare le stelle, ma ha ancora l'anima per riconoscere la mia che si sta perdendo in queste lame di luce obliqua. Mi guarda negli occhi dal fondo della stanza, appoggiata al muro, le braccia conserte. Ma dov'eri? Dove sei stata fino ad ora? Come avevo fatto a non vederti prima ? Eri in quell'angolo buio, nell'ombra. Nelle pieghe della mia mente, nelle piaghe dei miei ricordi, nel ventre di ogni notte di stelle. Non ricordavo quasi più la tua voce. Come è possibile? Ci siamo sfinite di parole, di segreti, di risate, di confidenze, di sussurri e di grida. Per anni. Per tutti gli anni che siamo coscienti di avere vissuto. E io questa notte quasi non ricordavo più la tua voce, quella vera. E' sempre stata limpida, rotonda, calma. E non era quella rotta, avariata, di quell'ultimo "non andare via". Io non me ne sono andata Federica, io sono rimasta là quella notte. Ho aspettato che sorgesse il sole e tramontassero le stelle. Quante stelle quella notte. Non ci sono state altre notti così da allora. O a me non è sembrato. Sembrava volessero accompagnarti nel viaggio. Se c'è un viaggio. O il viaggio è di chi resta. Un viaggio per recuperare i pezzi della propria anima, i cocci della propria esistenza. Ma non sono andata via, tu si. Poco prima che fosse giorno. Poco prima che il sole accendesse il mattino. Con Luca non sarà così, lui canterà per sempre. Forse sbiadiranno i contorni del viso, la piega delle labbra, la cicatrice sul polso, ma la sua musica non sarà mai silenziosa.