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Lo scrittore Saviano e il killer Setola, stessa griffe


Simili e contrari. Un gioco di specchi e di rimandi. Entrambi ingoiati (fino a qualche ora fa) dall’ombra che li circondava e li proteggeva. Entrambi pronti a una vita di relazione, ma bloccati dal fato, da una scelta di campo personale, dal loro talento (letterario o criminale che sia). Roberto Saviano e Giuseppe Setola, crociati in campo avverso, polo nord e polo sud , sembrano gli estremi che si toccano. Come anche nella canzone di Grignani: «Non credo alle favole ma ho immaginazione e credo che siam tutti uguali e diversi». Così lavorando d’immaginazione si capisce che Roberto «’o scrittore» e «Peppe ‘o cecato» hanno qualcosa in comune. Lo stile. Quello della barba lunga e ispida. E il look che ricorre alla stessa griffe, quella del bassotto, la napoletana «Harmont&Blaine», una delle firme più note del made in Italy che veste con la stessa nonchalance la star dell’editoria internazionale e il serial killer sanguinario. Uno con il «chiodo», l’altro con la felpa a strisce. C’è un valore simbolico culturale e comunicativo, in questa coincidenza? Forse avrà davvero ragione Henrik Vejlgaard, il pioniere della sociologia dei trend: vestendosi allo stesso modo si vuole manifestare la comunanza che si ha nel cuore. Forse Saviano e Setola avrebbero voluto entrambi una vita diversa