non ci accontentiamo

Mistero


Ricordo una volta a scuola la prof. di Italiano ci lesse questa poesia...non era riportata sul nostro libro di testo, non era la solita poesia da studiare, analizzare, capire la poetica dell'autore...ma mi è rimasta impressa e la voglio mettere qui come manifesto del blog. Per adesso non vi dico l'autore nè il titolo, per non influenzarne la magia. Lasciatevi cullare da questi splendidi versi...Sopra il leggìo di quercia è nell'altana,aperto, il libro. Quella quercia ancora,esercitata dalla tramontana, viveva nella sua selva sonora;e quel libro era antico. Eccolo: aperto,sembra che ascolti il tarlo che lavora.E sembra ch'uno (donde mai? non, certo,dal tremulo uscio, cui tentenna il ventodelle montagne e il vento del deserto,sorti d'un tratto...) sia venuto, e lentosfogli - se n'ode il crepitar leggiero -le carte. E l'uomo non vedo io: lo sento,invisibile, là, come il pensiero...Un uomo è là, che sfoglia dalla primacarta all'estrema, rapido, e pian pianova, dall'estrema, a ritrovar la prima.E poi nell'ira del cercar suo vanovolta i fragili fogli a venti, a trenta,a cento, con l'impazïente mano.E poi li volge a uno a uno, lenta-mente, esitando; ma via via più forte,più presto, i fogli contro i fogli avventa.Sosta... Trovò? Non gemono le portepiù, tutto oscilla in un silenzio austero.Legge?... Un istante; e volta le contortepagine, e torna ad inseguire il vero.E sfoglia ancora; al vespro, che da nerenubi rosseggia; tra un errar di tuoni,tra un alïare come di chimere.E sfoglia ancora, mentre i padiglionitumidi al vento l'ombra tende, e vienecon le deserte costellazïonila sacra notte. Ancora e sempre: beneio n'odo il crepito arido tra cantilunghi nel cielo come di sirene.Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti,invisibile, là, come il pensiero,che sfoglia, avanti indietro, indietro avanti,sotto le stelle, il libro del mistero.