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Viaggio in Polonia, dzień 6

Post n°1173 pubblicato il 08 Settembre 2013 da lightdew
 

Estate 2013 
POLONIA
: racconto di un viaggio in camper

6 giorno, 15 agosto 2013

Cracovia

 

 

foto lightdew

 

 

Abbiamo deciso di dedicare la giornata di oggi alla visita di Cracovia, lasciando il camper posteggiato e raggiungendo la città con il treno che fa capolinea proprio dietro il posteggio (una tratta 4 zlt a persona fino al centro, Krakow Glowny).
Fin da quando scendiamo dal treno Cracovia ci rapisce per la sua bellezza. Visitiamo il centro da soli, anche se ovunque ci sono offerte di guide e trasporti: si può aggregarsi ai tour gratuiti offerti dagli studenti con mancia finale a seconda del gradimento (solo in lingua spagnola o inglese), accedere alle gite in carrozza, affittare le biciclette a noleggio oppure prendere una delle  macchinine elettriche proposte con vari percorsi e relative  variazione di prezzo. Dopo aver visitato la chiesa principale e pregato durante la funzione dell'adorazione della Santa Madre, proprio sotto una delle innumerevoli icone pregiate, pranziamo da turisti nella piazza centrale mentre il trombettiere si affaccia a suonare il mezzodì e visitiamo il mercato aperto a ferragosto, acquistando collanine e souvenir.  All'inizio di via Bracka all'angolo con la piazza del mercato, cediamo  alle lusinghe dell' automobilina elettrica e trattiamo il prezzo affinchè ci portino a vedere i due ghetti, quello nuovo e quello antico, la fabbrica di Schlinder e che ci lascino al Castello. Veniamo affidati a Camillo, uno studente universitario che conosce benissimo l'italiano. Con la sua simpatia stacca l'auricolare e ci racconta in diretta  quanto può interessarci. Dotato di un freddo umorismo riesce a portare il sorriso anche su argomenti tristi, dove spesso si sofferma pensieroso. Così ci racconta di come la Polonia esporti preti, di quanto sia amato Carol Woytila,  ma anche di come il popolo abbia accolto positivamente Papa Francesco. Ci racconta del ghetto, di come sia iniziato l'arrivo di questa popolazione in questa città,  riportando che la leggenda incolpa una donna, l'amante di un re, di origine ebraica, segregata dentro le mure di una zona nascosta agli occhi del mondo; lei portò i genitori, che portarono i parenti e così via, fino a popolare una città. Curioso notare che il giorno  prima a Wieliczka, avevamo incrociato una donna polacca che faceva da guida ad una coppia di italiani; essa raccontava la leggenda della principessa ungherese destinata al re di Polonia, che spinta dall'amore lasciò andare in suo anello di fidanzamento in un pozzo convinta che raggiungesse il suo sposo. Una volta giunta da queste parti, colta  non si bene da quale  ispirazione, fece scavare  in un punto e lo ritrovò, ma insieme ad esso, scoprirono il sale che divenne poi la ricchezza di questo popolo. Leggende diverse e racconti diversi a seconda di chi racconta e del punto di osservazione, o forse leggende soltanto, simili solamente nel fatto che si narra che il matrimonio fu bianco, spinto solo da motivi politici.

 

 

foto lightdew

 

 

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Proseguendo il giro, Camillo ci racconta del ghetto ebraico antico e della sua vita notturna, di come siano fioriti locali frequentati dai locali con prezzi accessibili, e di come si animi di musica e di gente di sera. Ci elenca un sacco di nomi divenuti famosi nel mondo tra i quali Helena Rubinstein  e ci mostra la sua casa di nascita con annesso ristorante che con lei non ha nessun collegamento se non la vicinanza di portone. Ci parla di  Roman Polanski che abitava nel ghetto ebraico; ci mostra la sua casa e ricordando il genere triste e malinconico dei suoi film osserva che non poteva essere diversamente visto il ricordo del dolore del suo popolo. Ci mostra un muro di divisione, dove i nazisti segregarono gli ebrei, e dove i polacchi lanciavano borse di cibo, ma era sempre troppo poco per nutrire tanta gente. Ci indica una farmacia dicendoci che il mondo conosce Schlinder per il film, ma per i polacchi merita altrettanto rispetto quest'uomo che passando di nascosto medicinali agli ebrei ha salvato altrettante vite.
Passando la città ci mostra il locale dove Spielberg essendo ebreo usava andare a mangiare il suo cibo tipico e ridendo dice che i polacchi dicono che Spielberg è tornato in America ma i prezzi in quel locale sono rimasti identici, ci mostra un locale italiano dove vendono ottantotto tipi di birra e sempre ridendo racconta che Helena Rubinstein diceva che non esistono donne brutte ma soltanto donne pigre, ed i polacchi
dicono che non esistono donne brutte,  ma solo poche birre bevute; ci indica un locale ebreo dove non usano l'elettricità e pian piano ci porta verso il ghetto nuovo. Camillo cambia immediatamente atteggiamento, e ci confessa che non gli piace quella zona. In realtà ci racconta che non  piace a nessuno, infatti molti stabilì realizzati da poco, sono rimasti invenduti nonostante abbiano abbassato notevolmente i prezzi. C'è un forte disagio intorno e il ricordo degli stermini aleggia ancora nell'aria. Passiamo davanti la fabbrica che ha salvato molte vite. Oggi risulta chiusa, ma nonostante questo sono molte le persone che arrivano per portare il loro personale omaggio.
Ci lascia al castello, Camillo, dicendoci che in questo periodo possiamo trovare nelle sale l'esposizione del quadro " La dama con l'ermellino" di Leonardo da Vinci. Salutiamo la nostra splendida guida che per un attimo non riusce a capire come fare per darci il resto, ma poi improvvisamente trova la soluzione, e saltandolo, ci avviamo a visitare il castello. Purtroppo non riusciamo ad entrare  perché la coda per i biglietti è lunghissima e i posti sul display che indicano gli ingressi disponibili per quel giorno, non riescono a coprire la richiesta. Meritevole comunque la visita del castello in esterno, dove si trova una chiesa aperta al pubblico.
Rientriamo al camper per passare l'ultima notte in questo luogo, ma appena scesa la notte un centinaio di giovani affollano il parcheggio iniziando le consuete esibizioni. Dopo mezz'ora di terrore, la Policia, arriva e con un giro di monito, immediatamente fa smorzare la voglia di divertirsi in maniera così pericolosa. Il resto della notte sarà tranquillo.

 


Chi salva una vita, salva il mondo intero.

 

 

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Dal web

Cracovia



Più di 100.000 studenti dell'antica università di Cracovia cercano una via d'uscita dalla noia delle lezioni andandosene in giro per locali, pub, birrerie e discoteche, soprattutto d'inverno quando il termometro si mette sul segno "meno" e non risale per settimane. Questa costante presenza di studenti (e relativi professori) rende Cracovia (da ormai qualche secolo) la verà capitale culturale della Polonia. Se degli studenti non vi interessano un granché e non siete i tipi che partono per andare a vedere come sono le discoteche in un'altra città, Cracovia non vi deluderà. Il Centro storico è intatto e si snoda intorno alla piazza medievale più grande d'Europa. Dall'alto del Wavel (collina) il Castello sorveglia la città, almeno da quando qui si incoronavano i sovrani polacchi. Nel centro città c'è anche un piccolo ma interessante museo con l'enigmatico e bellissimo dipinto della Dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci mentre nei dintorni meritano una visita le miniere di sale e il quartiere di Nowa Huta, città ideale del regime socialista che di ideale ha poco e niente. Per restare in tema, a Cracovia visse Karol Wojtyla svolgendo la sua duplice funzione di vescovo ed oppositore, prima di diventare papa e andare a Roma.


Il Castello di Cracovia
Se amate le leggende, il Castello di Cracovia (Wavel) è proprio il posto che fa per voi: c'era una volta un drago che viveva qui e che terrorizzava la città. Il re promise a chi lo avesse ucciso metà del regno e la figlia in sposa: ci riuscì un calzolaio che gli fece mangiare una pecora imbottita di zolfo che lo costrinse a bere l'intero fiume di Cracovia (Vistola) fino a scoppiare! Il drago, per fortuna sotto forma di monumenti sputa-fuoco ma inoffensivo, vi aspetta all'ingresso del Wavel. Al di là delle leggende, il Castello di Cracovia è un luogo simbolo di tutta la Polonia: qui vivevano e venivano incoronati i sovrani del Regno prima che la capitale diventasse Varsavia. Molte stanze si possono visitare insieme alla Cappella Reale, al Tesoro reale e all'armeria medievale.



La Città Vecchia di Cracovia
Perfettamente conservata, con pochissime auto, molti bar e ristoranti, la Città Vecchia di Cracovia (Stare Miasto) è considerata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Il cuore della Città Vecchia è il Rynek, la Piazza del Mercato (i polacchi dicono che è la più grande d'Europa). Al centro del Rynek c'è il Al centro del Rynek c'è il Mercato dei tessuti(Sukiennice) in cui potrete sbizzarrirvi nell'acquisto di souvenir e su un lato della piazza la Chiesa di Santa Maria con le due torri di altezze differenti. La Città Vecchia è attaccata ad un altro quartiere storico di Cracovia, il di Kazimierz, dal nome del suo fondatore, Re Casimiro il Grande. Per circa 600 anni ha ospitato la numerosa comunità ebraica di Cracovia, fino a quando non fu sterminata dai nazisti. Dopo decenni di abbandono ha ripreso a vivere grazie soprattutto all'attenzione portata dalle riprese di Schlinder's List (fabbrica che si trova realmente a 20 minuti fuori dal centro). Da non perdere le sinagoghe e le vecchie le botteghe con le scritte originali.

La Dama con l'ermellino
Come sia finito un capolavoro di Leonardo da Vinci in un piccolo museo di Cracovia è una storia lunga, che forse non interessa a molti. Molto più interessante è la storia della "Dama" ritratta: pare sia Cecilia Gallerani che Leonardo incontro a Milano nel 1494 mentre era ospite presso il Castello Sforzesco di Milano del signore di Milano Ludovico "Il Moro" Sforza. Leonardo ricevette l'incarico di dipingere Cecilia che allora aveva solo solo 15 anni ma era già famosa per l'animo sensibile. L'Ermellino era il simbolo di Ludovico il Moro ma nelle intenzioni di Leonardo doveva richiamare la radice del cognome di Cecilia (ermellino in greco si dice Galle). Dopo aver girovagato un po' per l'Europa tra Polonia, Italia e Francia, la Dama con l'Ermellino si è fermata al Museo Czartoryski di Cracovia insieme a un Rembrandt, un Mantegna e qualche altra importante opera.

Tour di Papa Wojtyla a Cracovia
Anche se non siete religiosi e non vi importa molto del Papa, sentirete un un modo o nell'altro aleggiare lo spirito di Papa Wojtyla sopra Cracovia. Prima di diventare Papa, infatti, Karol Wojtyla fu vescovo della città per circa 15 anni. La visita si snoda tra il quartiere Debniki in cui visse al suo arrivo a Cracovia, l’antica Università Jagellonica dove studiò e insegnò filosofia, il Rynek, il Palazzo dei Vescovi nel Rynek, dove visse da Vescovo di Cracovia. In tutte le chiese della città, il futuro Papa pregò e tenne messa mentre una chiesa dal forte valore simbolico è quella del quartiere periferico di Nowa Huta, appena fuori Cracovia. Wojtyla pose la prima pietra della chiesa (l'Arca del Signore) nel 1967 ma solo dopo 20 anni di lotta con il governo comunista gli operai del quartiere operaio e socialista riuscirono ad avere l'autorizzazione per completarla.


Nowa Huta a Cracovia
Certamente si può continuare a vivere tranquillamente anche senza mai aver visitato Nowa Huta ma sarebbe il caso di farsi un giro in questo quartiere, soprattutto se siete appassionati di architettura o storia. Qui vivevano i 40.000 operai con relative famiglie dell'acciaieria di Cracovia. Secondo il regime socialista doveva essere la città ideale, con grandi viali, spazi verdi e una vita collettiva molto intensa. Nella pratica Nowa Huta era un postaccio avvelenato dai fumi dell'acciaieria dove le persone vivevano in uno stato di privazione in cui si viveva forzatamente in condomini tutti uguali. Qui si trova l'Arca del Signore, una chiesa abbastanza brutta ma dal forte valore simbolico: fu Karol Wojtyla, allora vescovo di Cracovia, a porre la prima pietra. Ma solo dopo 20 anni di lotte gli operari riuscirono ad ottenere l'autorizzazione per costruirla.



Cosa mangiare a Cracovia
Il modo migliore per gustare la cucina di Cracovia è buttarsi in una jadłodajnia, una specie di trattoria che offre cucina tipica abbondante e a prezzi molto contenuti o un Mlecny Bar, ricordo del vecchio regime comunista dove si mangia self-service e difficilmente si pende più di 5 euro. Sono disseminati un po' per tutta la città. C'è da dire che la Polonia non è famosa nel mondo per la gastronomia ma Cracovia, per fortuna, fa eccezione: certamente la varietà dei piatti è abbastanza limitata e dopo qualche giorno potreste non voler vedere carne e patate per quache mese. Comunque, assaggiate i Piroghi (ravioli ripieni di formaggi, carne o altro) la  barszcz (zuppa di barbabietole e ravioli) la chlodnik (una minestra fredda di latte cagliato) e il bigos, sostanzioso stufato di carne. Non dimenticate un giro nel Ghetto Ebraico dove resiste la cucina di strada a pochissimo prezzo. Il tutto, ovviamente, accompagnato dall'ottima birra polacca che qui scorre a fiumi.

Uscire la sera a Cracovia
Cracovia è una città universitaria: basterebbe questo, quindi, a farvi immaginare il movimento che c'è in città nei mesi in cui l'università é aperta e di conseguenza la quantità di locali di ogni tipo presenti nel centro storico. Ogni sera, quasi 100.000 studenti, cercano riparo in birrerie, pub, discoteche, locali dove si suona ogni tipo di musica. Le uscite serali di Cracovia, quindi, difficilmente annoiano e, particolare non trascurabile, richiedono un portafoglio anche piccolo perché i prezzi sono molto accessibili.

 
 
 
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