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Viaggio in Polonia, dzień 10


   Estate 2013   POLONIA : racconto di un viaggio in camper  10 giorno, 19 agosto 2013Bialowieski Park Narodowi 
 Sulla strada vediamo le indicazioni per la riserva dei bisonti e decidiamo di fermarci. La soluzione poteva essere stata anche quella di prendere uno dei tanti mezzi che propongono ai turisti (carrozza, trenino elettrico, trenino su rotaia), ma ci sembrava più interessante ed economico visitarla da soli. Gli ingressi non sono mai eccessivamente cari, e specialmente nei musei, forniscono un'audioguida a volte anche in italiano. La riserva è una zona adibita a tale uso e organizzata come fosse uno zoo, solo con grandi spazi a disposizione degli animali che girano liberi dentro queste zone delimitate da recinti. Il visitatore percorre  un itinerario a piedi a fianco di recinti molto grandi dove vivono animali di diverse specie che popolano queste enormi foreste. Per arrivare in questa zona, che si trova ai confini della Bielorussia, abbiamo fatto ore di percorso in mezzo al bosco. È una foresta antica, considerata il polmone dell'Europa, essendo la più grande come estensione di territorio. In questa foresta si trovano linci, bisonti, alci, cinghiali, aquile, falchi, cerbiatti, lupi. Passeggiando tra i recinti, siamo riusciti a vederli tutti, tranne i lupi, che probabilmente di giorno dormivano nascondendosi alla vista degli uomini. In queste zone veniamo a conoscenza che nella storia alcuni di questi  bisonti sono stati addomesticati per la produzione di latte e per l'utilizzo della loro carne. Scopriamo che in questo territorio esiste un tipo di erba che viene adoperata in infusione nella vodka, per produrre un famoso liquore, e ne acquistiamo un paio di fili. Lasciamo la riserva ed arriviamo nel posteggio indicato (GPS 52.70022-N 23.84352-E) all'ingresso del parco. Lungo queste strade, ma anche all'ingresso del parco, notiamo molte case costruite con uno stile prettamente inglese. Il museo del parco ospita una mostra di fotografie sulla natura davvero interessanti, infatti ne acquistiamo il catalogo. Nel museo si possono fare due tipi di biglietti: il primo che comprende la salita sulla torre, per vedere la panoramica del parco, e la visita alla mostra fotografica dove sono anche esposti molti uccelli imbalsamati davvero particolari dei quali io non  conoscevo neppure l'esistenza. Sono uccelli che aprono le piume del collo a ruota ed hanno dei colori simili a quelli dei gallinacei.Gli alberi del parco sono giganteschi e bellissimi. Nel centro di informazioni turistiche vengo a conoscenza di un sito poco lontano dalle caratteristiche simile a quelle di Stoneage: decidiamo di recarci immediatamente. Il luogo si chiama Miejsce Mocy e le indicazioni ricevute sono davvero frammentarie, eppure riusciamo a trovarlo facilmente. L'indicazione è posta sulla strada verso la riserva dove poco prima avevamo girato il camper per andare a vedere i bufali. La strada che porta alla riserva, come molte altre strade in Polonia, non sono asfaltate. Dapprima non ci eravamo accorti dell'indicazione, intenti com'eravamo alla strada, ma appena ritrovata, abbiamo realizzato che era quella che cercavamo, così al primo slargo possibile abbiamo invertito la marcia. Ci aveva colpito una statua di legno intagliata, come fosse un cobra, e riportante una scritta che non capivamo. Ora ci rendiamo conto che il luogo ci aveva già chiamato. Ci inoltriamo lungo una strada sterrata, che ci fa percorrere un lungo tratto dentro la foresta ed improvvisamente arriviamo ad un posteggio dove crediamo di trovare un posteggiatore, invece no: troviamo  alcuni polacchi che come noi sono arrivati per vedere il luogo, ma nel tragitto hanno rotto una delle biciclette. L'aiuto datogli con l'utilizzo della nostra cassetta degli attrezzi  risulta a loro molto prezioso, perché gli permette di proseguire il cammino, anzi, la pedalata. Da li dobbiamo andare a piedi. Scopriamo che dapprima dobbiamo attraversare dei binari, poi il percorso prosegue a destra facendoci lasciare lo sterrato principale; proseguendo a piedi per un chilometro dentro la foresta, sentiamo alte le grida di un'aquila che ci accompagnano per tutto il percorso. Sono passate le cinque del pomeriggio quando iniziamo a camminare e nonostante il sole non sia ancora tramontato, la giornata è uggiosa e nella fitta foresta tutto sembra ancora più buio. Non posso dire di aver paura, ma non sono per nulla tranquilla. Ripenso agli orsi, ai bisonti,  ai cervi, ai lupi. Il grido dell'aquila, forse mi salva da qualsiasi incontro, ma questo lo capisco solamente a distanza di giorni. Cammino velocemente mentre mio marito e mia figlia sembrano non accorgersi dei pericoli che potremmo incontrare. In realtà incontriamo solo polacchi, gentili e cortesi,  che ci salutano non contraccambiando il sorriso. Di sorrisi in Polonia ne abbiamo incontrati davvero pochi. Molta gentilezza, tanta cortesia ed educazione, ma forse la storia, il poco sole, le temperature rigide, o semplicemente l'assenza di birra durante il giorno, fanno si che il sorriso non sia spesso presente sul viso di questo popolo. Penso ad un sacco di cose mentre cammino velocemente e mi perdo tutta la bellezza del luogo. Ad un certo punto, dopo un quarto d'ora di passo veloce, arriviamo ad un bivio e vediamo un piccolo cartello che ci indica il luogo. A destra si intravedono i piccoli binari dove forse arriva quel piccolo mezzo a leva utilizzato dai turisti. Arriviamo nel luogo e capiamo d'esser arrivati grazie a delle candeline accese poste su di una pietra che affiora appena dal terreno. C'è ne sono tre di piccole pietre, ma sembrano solo la punta di qualcosa di maggiormente grande e sepolto. Come prima cosa noto delle persone che fanno molto rumore. Ci sono i due anziani che sono partiti poco prima di noi, e che come noi avevano chiesto indicazioni a due donne che stavano rientrando dal luogo. Uno dei due, il più vecchio, sta telefonando con il cellulare seduto sulla pietra più grande. Mi chiedo perché tutti facciano così rumore in un luogo altamente energetico. Mi chiedo anche come mai quei vecchi sono arrivati così tanto prima di noi, visto che il mio passo era così spedito. Ci sono anche quelli che abbiamo soccorso aiutandoli a riparare la bicicletta. Li ho visti andare in un'altra direzione rispetto la nostra: come sono arrivati fin li visto che l'unica strada era quella che abbiamo preso noi? Noto un bottino per le immondizie: è pieno, e tutto quello che debordava è caduto a terra in quel luogo sacro, dentro una foresta nel paese più civile che io abbia mai visto. Perché tutto quello sporco proprio li?Due passi indietro c'è un tabellone con una scritta a spiegazione del luogo in polacco ed in inglese. Dice pressapoco così: Questo è un luogo di grande energia che arriva dalla terra e si espande soprattutto attraverso le pietre. Si presume che questo luogo sia stato usato fin dall'antichità come luogo di ritrovo e di culto. Quando si arriva da queste parti, si esce ristorati da tutte le fatiche e rigenerati nello spirito e nel fisico. Prova di questo è la forma della vegetazione intorno che assume forme e percorsi particolari. Trattate il luogo con rispetto.Vicino al tabellone una piattaforma rialzata e raggiungibile con una scala permette di arrampicarsi per vedere meglio la prospettiva della disposizione delle pietre. Noto che la piattaforma, come molte cose intorno, sono fatte di legno, alberi tagliati per costruire oggetti.Ad un certo punto, se ne vanno tutti e restiamo soli sul luogo; in alto nel cielo,  l'aquila  ha ripreso a fischiare. Inizia a fare sempre più buio, ma sembra che a notarlo sia solo io, i miei se ne stanno comodamente seduti sulle pietre dove mio marito interrogando mia figlia sulle tabelline si stupisce delle sue risposte ed attribuisce il miracolo all'effetto energetico delle pietre. Purtroppo per quanto ci provi, non riesco a sentire benefici che calmino la mia ansia: voglio tornare al camper, e presto! Riesco a convincerli e mi avviò di buona lena con la piccola per mano mentre mio marito ci dice: andate pure avanti, io seguo le rotaie per un tratto e vi raggiungo...Vi raggiungo?? Non riuscirò mai a capire gli uomini.Arriviamo in camper, io con dieci anni in più, e riprendiamo il viaggio.Avevamo visto lungo la strada una piscina comunale con tubi arancione che si snodavano in un percorso infinito di scivoli: propongo di fare tappa li è di fermarci per la notte nel posteggio di fronte.In piscina sono tutti molto gentili ma nessuno parla inglese tranne un bagnino, un ragazzino giovane e simpatico che ci illustra il funzionamento, gli orari ed i costi. Scegliamo la tariffa di un'ora (2,5 euro circa cadauno) sapendo che eventualmente pagheremo in più l'eventuale consumo a minuto, ed entriamo.Mi tuffo nell'acqua e provo tutti gli idromassaggi, ringraziando il signore per tutte le cose offerte nella giornata.Non sono riuscita a godere dei benefici di quel luogo sacro, non sono neppure sicura di aver sconfitto la mia paura nell'addentrarmi in mezzo ad un bosco sconosciuto, ma sono arrivata alla fine della giornata, sono con la mia famiglia,  e siamo in ammollo in un mare di bolle!   Siamo della Terra e alla Terra apparteniamo.O Madre Terra...ogni passo che muoviamo su di te 
dovrebbe essere un atto di devozione, 
una preghiera rivolta a te.preghiera Indios   
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
     dal web:Bialowieski Park NarodowiIstituito nel 1921, il Parco Nazionale di Bialowieza è iscritto dal 1979 nel Patrimonio Unesco. Tutela la foresta più antica e vasta dell'Europa centrale, un'area dall'altissimo valore naturalistico e paesaggistico che, come gran parte della Polonia, non è passata indenne alle distruzioni degli uomini. Dal XVI al XVIII secolo terreno di caccia, dopo il Congresso di Vienna (1815) divenne proprietà degli zar, per essere devastata in età napoleonica, nella prima e nella seconda guerra mondiale. Sui 10500 ettari in territorio polacco e i quasi 88mila in territorio bielorusso vivono allo stato brado circa 230 bisonti europei, simbolo dell'area protetta. Salvati dall'estinzione che li aveva minacciati a inizio '900, sono l'orgoglio del parco insieme a linci, lupi, cervi, alci e ai piccoli cavallini tarpan. Splendido l'itinerario tracciato nel parco: 21 km da percorrere a piedi, in bici, in calesse o, se la neve lo permette, in slitta, tra alberi altissimi, fra i più grandi e antichi del mondo.