L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però
nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi.
Albert Einstein
IO
La notte chiedo chi sono
sono la sua insonne intimità,
profonda e oscura,
sono la sua voce ribelle.
Velo la mia realtà con il silenzio
e avvolgo il mio cuore nel dubbio.
E triste fisso lo sguardo
mentre i secoli mi chiedono
chi sono
Nazik al-Mala'ika
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Post n°795 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da lightdew
Lui ha diciannove anni. E' l'unico figlio di Lei, la mia amica. Lei spesso viene da me a sistemarmi i capelli e parliamo, come sempre accade tra donne. Parliamo tanto noi donne. Capaci di raccontantarci una vita in dieci minuti. Capaci di sentirci affini empaticamente. Capaci di vederci anche poco, ma ogni volta è come se ci fossimo lasciate un attimo prima, e nel distacco c'è sempre qualcosa da dirci ancora. Donne che si accompagnano ovunque, nei pensieri e nelle parole. Donne che scatenano gelosie in quegli uomini che tentano di immaginarsi motivi che non esistono mai. Una confidenza, quella tra donne, che nessun uomo potrà mai svelare. Una intimità che esclude l'altra parte del nostro mondo. ...e quando succede che ci si specchia, ci si ama, naturalmente. Di un amore profondo di sorellanza. Nessun uomo potrà capirlo appieno. Nessun uomo potrà mai capire la purezza nell'intimità di comprensione e di pienezza che avviene tra le donne. Fanno di tutto per carpirne i segreti, si fingono amici, fratelli, ma in fondo la loro è solo curiosità per poter esercitare un potere di conoscenza su altre donne. Io so, piacerebbe loro dire, Io so, capisco. Ma non ci capiscono mai, anche se a volte gli permettiamo di guardare dentro la nostra stanza, raramente si accorgono che quello che riescono a vedere è solo uno spiraglio di un mondo di luce, proprio perchè quel mondo, non va svelato a nessuno, e non deve servire per scoprire altri mondi. Perchè ogni donna possiede il suo. Gli uomini sono bambini, curiosi, giocosi, tecnici, carnali. Gli uomini sono diversi, semplicemente diversi, e forse anche per questo li amiamo, come loro amano noi e il nostro mondo. Lei doveva venire da me, e per la prima volta ha mancato all'appuntamento. Quando l'ho chiamata lei mi ha detto che sarebbe venuta, perchè aveva bisogno di parlare. Un paio di giorni prima suo figlio era entrato in coma. Io, che ho sempre mille parole di conforto per tutti, mi sono ritrovata ammutolita e inerme di fronte a questa notizia. Ho cercato di trovare delle parole di circostanza, anche banali. Volevo parole, avrei usato le prime, avrei usato qualsiasi parola, ma non sono riuscita a trovarne mezza e sono uscite solo banali esclamazioni di stupore e di dolore. Proprio quelle che non sarebbero servite. Avevo paura di incontrarla. Io non sapevo come affrontare questo dolore così forte. Ogni donna ha la sua storia, ogni donna si rispecchia almeno in parte nella storia di un'altra donna. Ogni donna ha un percorso di amore, di dolore, di sofferenza, di gioia, di difficoltà, di vita. Ogni donna è madre, anche se a volte non lo sa. Sull'incidente, io non sapevo cosa, come, quando e perchè e forse non lo saprà mai neppure lei. I giornali in queste circostanze riportano notizie falsate, sempre, a iniziare dall'età. Nei giorni seguenti l'ho sentita più volte. Ho pregato per lei, molto. Ero confusa e si vedeva. La mia vita è piena di difficoltà, nonostante quanto si possa trarre leggendo questo blog, ma questa notizia è stata una goccia che ha fatto traboccare un vaso. Non dovevo darlo a vedere, soprattutto a lei. Le persone che mi sentivano nel frattempo, venivano a conoscenza della notizia e tutti, ne sono certa, hanno pregato in qualche modo per lui. Nei giorni l'ho sentita, ma solo l'altro ieri l'ho vista. Appena entrata a casa mia, mi ha detto: E' stato un miracolo! Io, non pregavo da tanto tempo, pensavo addirittura di essermi dimenticata le preghiere, eppure sono uscite tutte, spontaneamente. Ho pregato tanto, ogni momento libero...guidando, di sera, di giorno, aspettando.. pregavo continuamente. Io sono certa che tutte le persone che l'hanno fatto con me, hanno aiutato mio figlio a svegliarsi dal coma. Quando mi hanno chiamato in ospedale, la notte dell'incidente, le sue condizioni erano pessime. Non volevano neppure operarlo, tante erano le probabilità di non riuscita, ma hanno chiesto a noi genitori di decidere. Mio marito, forte di un dialogo su Eluana avuto con mio figlio proprio pochi giorni prima, ha detto di no. Il chirurgo ci ha dato un'ora per decidere. Non di più. Io non ho aspettato un attimo, gli ho stretto le mani e gli ho chiesto di fare l'impossibile. Nei giorni seguenti è stato mantenuto in coma farmacologico. Poi glielo hanno tolto, e dopo alcuni giorni, improvvisamente, si è svegliato. Per me quel giorno è rinato. Affronteremo il resto, e sarà meglio di quanto chiunque abbia potuto ipotizzare... e quest'anno io andrò a Lourdes, a ringraziare la Madonna. Non esiste una Verità. ...o almeno noi non siamo in grado di possederla.
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Tu sai che io non vedo questa enorme differenza tra uomini e donne, un solo minuscolo cromosoma su 46, qualcosa intorno al 2%. Non credo nemmeno che certi pensieri siano preclusi all’una o all’altra parte, i ruoli sono spesso frutto della cultura, altrimenti non mi spiego la splendida crescita esponenziale di donne in ambito scientifico che “non sarebbe” il loro territorio di caccia. No, solo un 2.18% di differenza, un’inezia.
Credo invece alla forza della preghiera, tantissimo, è un’onda di energia che stimola la parte migliore di noi. Ci regala luce quando ogni lampada umana vorrebbe spegnersi, ci stringe vicini rompendo il ghiaccio della solitudine nel cuore, ci fa capire il dono prezioso della vita, quella che tanti giovani sciupano senza comprenderne il valore assoluto o che altri gustano in queste ore come una nuova rinascita. Così la commozione di quella mamma che si scioglie nella gioia di una speranza rinnovata supera il mare e arriva fortissima anche a me. Un abbraccio di serenità.
per la tua commozione e la tua preghiera, ti ringrazio, insieme a lei. sei vicino nel tuo abbraccio, dew
Nonostante il dramma delle famiglie che hanno tutte un famigliare in coma quasi sempre irreversibile, si respira un'aria di serenità...quella serenità che solo la speranza e perchè no la fede possono dare...
...E invece di essere io a dare sostegno a loro...sono loro che lo danno a me.
Ti abbraccio Dew e abbraccio anche il figlio della tua amica...lunga vita a lui e alla sua mamma***
Toccante.
E maledettamente condiviso nel dolore e nella cruda realta' di una sofferta parentesi che nella vita, talvolta, ecco si apre. E si chiude, spesso nel dolore.
Qui...è rimasta aperta. Fortunatamente aperta.
Grazie per averci lasciato questa traccia, Dew cara... E questo tuo cuore a raccontarlo con la composta dignita' di chi sa che nel dolore, talvolta e purtroppo, sa di trovarsi davanti ad uno specchio.
Una carezza ad entrambe. Coraggio.
Ah! Dew cara. L’articolo tuo pubblicato è degno del tuo essere. Fa tenerezza il tuo desiderio di capire cosa muove l’essere nella sua intima sfera vitale, ponendo l’accento sul dolore che ci circonda e, talvolta, ci redime con la sua carica di speranza.
E’ un tratto comune di chi non si ferma di fronte alla logica del pensiero, ma intravede la soglia di una possibilità che ci sovrasta e, infinitamente, più profonda.
Bisognerebbe abituarsi ad accogliere il dolore come una medicina amara che potrebbe guarirci dalle nostre malattie che, principalmente, hanno sede nell’anima; non di rado, ci appaiono sotto altra forma nel nostro corpo.
Si potrebbero accogliere le nostre malattie, o un percorso difficile del nostro corpo, come un messaggio capace di aprirci gli occhi in quegli orizzonti che fatalmente non riusciamo ad esplorare, poiché siamo presi dalla cura di ciò che non ci è veramente necessario.
“Chiedete e vi sarà dato” fu scritto.
Non vi è un cromosoma nativo e speciale dato a persone elette (o altamente considerate sagge) per ricevere: vi è solo un’impalpabile sentimento di umiltà e gratitudine verso colui che ci ha dato la vita per amore; e, spesso, solo un cuore devastato dal dolore attinge a questa riserva di vita ultima.
Zero ha ragione nel dire che vi è solo una trascurabile differenza biologica tra uomo e donna, ma è proprio su quella piccolissima differenza che si dovrebbe riflettere più a fondo.
L’impossibile e incredibile ventre di una madre è esso stesso una preghiera, un tempio, spesso violato dall’ignoranza e dalla cattiveria umana.
A suo tempo, quel tempio accolse la volontà di Dio e nel contempo il più immane dei dolori.
Solo l’umile fede potè oltrepassare la spessa coltre della morte, la redenzione che va oltre i nostri pensieri, il nostro dolore.
Agli occhi di molti uomini, queste cose sembrano favole da narrare ai “gonzi”, ma a cui antepongono una propria verità in cui annegano senza un briciolo d’amore.
E pensare che quando si grida al miracolo pochi si accorgono sia un’attività ordinaria di chi vive la fede nella volontà di Dio; perché, il miracolo più grande a noi occorso, e di cui si tiene poco o niente conto, è quello di esserci, di essere stati amati ancor prima di venire al mondo, di avere avuto in dono 46 specialissimi cromosomi che si avvolgono in una spirale d’amore.
Però, mia cara, carissima Dew. Poni attenzione quando affermi “ non esiste la verità”, poiché affermi un’altra verità antagonista. E ciò è una contraddizione in termini, quasi un ossimoro letale; anche quando calmi l’affermazione, dicendo: “...o almeno noi non siamo in grado di possederla”. La verità è un fuoco immane, consumante; e come ogni fuoco ha inizio da una scintilla; ed è quest’ultima che ci è stata data in dono ad ognuno di noi.
Questa scintilla la “possediamo”. Bisogna solo non spegnerla per poter ardere di vita.
Grazie per esserci. Ti abbraccio. Blue.chips