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Vertigine a Bengasi

Post n°1043 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da lightdew
 

Che cosa sono per noi, cuore mio, i laghi di sangue e di brace, e mille uccisioni, e le lunghe grida di rabbia, singhiozzi d'ogni inferno che rovescia ogni ordine, e ancora l'Aquilone sulle rovine,

    e ogni vendetta?

- Nulla. -

Ma sì, intera la vogliamo! Industriali, principi, senati; perito! Potenze, giustizia, storia: abbasso! Questo ci spetta. Il sangue! il sangue! la fiamma d'ora!

    Tutto alla guerra, alla vendetta, al terrore. Spirito mio! volteggiamo nella morsura. Ah, passate, repubbliche di questo mio mondo! Imperatori, reggimenti, coloni, popoli. basta!

    Chi attizzerebbe i furiosi vortici di fuoco, all'infuori di noi e di coloro che immaginiamo fratelli? A noi, romanzeschi amici. ci divertiremo. Noi non lavoreremo mai, o fiotti di fiamme!

    Europa, Asia, America, scomparite. La nostra marcia vendicatrice ha tutto occupato, città e campagne! - Saremo schiacciati! I vulcani salteranno! E l'oceano percosso...

    Oh, amici miei - E' certo, cuor mio: sono fratelli. Se ci mettessirno in marcia, neri sconosciuti... Andiamo, andiamo! O sventura mi sento fremere, la vecchia terra su me, sempre più vostro, la terra piomba.

(Non è nulla: sono qui: ci sono sempre).

 


Arthur Rimbaud

Vertigine

 

 

 

 

Oggi, Libia

 

 

 

rimango allibita, mentre fiumi di parole scorrono e strette di mano, e buffetti a dire bravi..bravi...

si parla tanto, ma tanto..tutti a dire cosa è giusto, e cosa è sbagliato, e quanto sensibili siamo, e come siano insensibili gli altri...gli altri... e noi??

Noi, cosa facciamo? Mentre uomini, donne, bambini muoiono al nostro fianco, per mano di uomini che vivono nel culto del dio denaro...noi che siamo tanto  bravi e noi tanto belli.. noi cosa facciamo????

 

Io mi vergogno di me stessa. Mi vergogno di dirmi umana.

 

Parlate di poesia..parlatene.

Parliamo d'amore, di quanto siamo sensibili.

Parliamo e lodiamoci, che intanto io vado a vomitare!

 

 

Laura

 

 
Rispondi al commento:
blue.chips
blue.chips il 23/02/11 alle 22:30 via WEB
Se fosse così facile disvelare il male nella sua professione secolare e secolarizzato con la maschera del bene, ci sarebbero già riusciti i greci con la loro filosofia e cultura. Rimbaud faceva professione di veggenza. Si annoiava e si disgustava, anche del suo vivere oltre ogni limite. Ma anche lui non soffrì personalmente con un sacrificio quotidiano verso gli inermi, gli ultimi. Come tanti eccelsi grandi profeti, fanno solo professione di fede alla propria visione. Io credo che si debba avere un sano disgusto, guai se non ve ne fosse, ma è altrettanto vero, che non bisogna dimenticare quanto volte ( e sin dalla notte dei tempi) Il disgusto del giorno miete più vittime nell’oscurità della notte: nell’oscurità di ognuno di noi.
Nell’immanenza che pervade ogni tipo di società, (non solo nella nostra) troviamo le catene di ogni negatività e dolore, per quanto fatichiamo a non mostrarlo predicando a vanvera il suo contrario.
Anche se il cielo e tutte le sue potenze annunciasse il suo crollo sulla terra, fino all’ultimo istante avremo gente che stipa i propri forzieri e una spaventosa moltitudine sarà ancora in catene.
Chi ci salverà da questo corpo di morte?. E’ questa l’antica domanda. Lottare contro la natura umana è forse possibile, in qualche misteriosa maniera ancora al di là da essere trovata, ma il giusto, ovvero colui o colei che in ogni sua lacrima ha riversato la fatica quotidiana di essere onesto, di aver teso la mano alla vedova, sottratto alla miseria ed alla fame bambini, o di aver avuto compassione del suo prossimo nel bisogno, dico questo giusto, quando gli elementi del mondo si riverseranno come cateratte tutto distruggendo, avranno pietà ed a lui o a lei si inginocchieranno.
E ciò che affermo non è poesia, neppure un’ oscura predizione. E’ l’ancora di salvezza a cui, ogni giorno, dovremmo tendere. Sempre disgustandoci per il male intorno a noi; ma il vomito lo lasciamo alle carogne, perché si disse di uomini malefici che "il cane tornò al proprio vomito". Sii serena, ti prego. Mi spaventi. Blue.chips
 
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