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Creato da pepita9 il 23/01/2007
tradizioni liguri...
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Liguria e sapori...
LIGURIA
Popolazione: 1.641.835
Superficie (Kmq): 5420
Densità (Ab/Kmq.): 303
Capoluogo: Genova (GE)
Altre Province: Imperia (IM); La Spezia (SP); Savona (SV).
LINK AMICI,O D'INTARESSE
un mito d'uomo!
http://www.vincenzoraschella.it/
quì si tengo i corsi,bellissimo ambiente,allegro ed efficente!corsi per tutti i gusti!!
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Nickname: pepita9
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![]() ![]() ![]() ![]() Età: 51 Prov: SV |
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Una premessa…io sono del ponente ligure,xciò se noterete varianti da quelle magari conosciute,è per questo…
In primis,più nessuno la fa a 33strati di sfoglie come era nostra antica tradizione…(gli ani di cristo)
La farina Manitoba è la migliore x questa preparazione,un po’ più difficile da lavorare,ma il risultato sarà decisamente migliore perché sarà più elastica,questa base la potete utilizzare anche per la focaccia al formaggio di Recco!!!
Se non avete Manitoba,utilizzare un ‘altra farina che però non abbia meno di 9 proteine x g
(ho imparato da pochi giorni l'utilizzo delle farine giuste,e mettendole in pratica,ho notato che il isultato è incredibile!!grazie Vincenzo)
Dosi x 6/8
PER LA PASTA
700g. di farina Manitoba
4 cucchiaiate d'olio circa
sale, e acqua quanto basta,non ho una misura giusta xchè dipende dalla farina
PER IL RIPIENO
1 kg. di erbette (oppure 12 cuori di carciofo,la variante da me preferita)
1/2 cipolla tritata
60 grammi di burro(io la faccio senza,ma in famiglia lo mettono tutti)
400 grammi di ricotta,io utilizzo la galbani s.lucia che è la più cremosa e non và settacciata
7 uova
100 grammi di parmigiano grattugiato(4 pugni)
sale, pepe e maggiorana.
Impastare la farina con l'olio, il sale e tanta acqua quanto basta per ottenere una pasta
di giusta consistenza. Lavorate molto bene,almeno 10 minuti e dividetela in 14 pallottoline una di queste un po’ più grande(da mettere come prima sfoglia x coprire anche i bordi della teglia, copri con un tovagliolo umido e sopra uno asciutto e lasciatele
riposare per un ora. Intanto lessate le erbette nella sola acqua rimasta sulle foglie dopo il lavaggio,aggiungendo un pizzico di sale,è un procedimento semplicissimo,ma va fatto a fuoco lento,una volta cotte,strizza e trita,aggiungi il parmigiano e insaporisci con la maggiorana e un pizzico di pepe,alcuni mettono un po’ di prezzemolo,ma lo sconsiglio, prende un gusto troppo forte,
aggiungi 3 uova intere,la ricotta e la cipolla tritata e fatta rosolare senza far imbiondire, mescolare a lungo,amalgamando perfettamente il tutto.
Tirate 14 sfoglie sottilissime con la pasta e stendete la prima,quella più grande, su una tortiera unta ,le altre dovranno essere della grandezza della base della teglia, Spennella con un poco d'olio. Stendete altre sei sfoglie, spennellandole sempre con l'olio,con una cannuccia,tra una sfoglia e l’altra soffiate dentro x gonfiarle un po’ con l’aria,questo le farà sfogliare maggiormente in cottura,il ripieno và adagiato sulla 7° sfoglia…
Stendere il ripieno e livellarlo con il dorso di un cucchiaio,poi
.
sul ripieno,ricavate 4 fossette e mettete in ognuna un pezzetto di burro, rompendoci
dentro un uovo,cercando di fare attenzione a non rompere il rosso, condire con un pizzico di sale,pepe e cospargi con due pugni di parmigiano
poi coprire con le rimanenti sfoglie spennellandole con l'olio, Punzecchiate con una forchetta
l'ultima sfoglia,la pasta in eccedenza utilizzala x farne un cordone tutto attorno, ungere bene,
Passate in forno a calore moderato 190° 200°(sarebbe meglio il forno del pane) per circa 60 minuti.
Per chi utilizza i carciofi,basta pulirli farli a spicchi e metterli in una padella a cuocere con la cipolla precedentemente fatta rosolare ,devono cuocere lentamente!poi aggiungere i restanti ingredienti come le erbette
La torta pasqualina deve prendere un bel colore biondo.
La si può servire, a seconda dei gusti, tiepida o fredda.
se non sono stata abbastanza chiara,scrivetemi e vi chiarirò i dubbi....
buon lavoro!!!io la preparo sabato!!ma raddoppio le dosi xchè poi una la conservo nel congelatore e la trirerò fuori al momento giusto!!!leggi....ospiti innaspettati....
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Liguria
E' la Liguria una terra leggiadra.
Il sasso ardente, l'argilla pulita
s'avvivano di pampini al sole.
E' gigante l'ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s'alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell'arida terra il sole striscia
sulle pietre come una serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all'onde
liguri cimiteri !
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.
Vincenzo Cardarelli
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Salone dell’Agroalimentare Ligure - 3 edizioneDal 16 al 18 marzo 2007 torna l’atteso appuntamento con il Salone Regionale dedicato alle eccellenze agroalimentari provenienti da tutta la Liguria: il Salone dell’Agroalimentare Ligure. La manifestazione si svolgerà, anche in questa edizione, a Finale Ligure Borgo (SV), nel borgo medievale, una delle perle del Club dei Borghi più belli d’Italia, presso il prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina.
La Liguria vanta un grande patrimonio agricolo e gastronomico, costituito da piccole realtà produttive, le cui caratteristiche organolettiche sono fortemente connesse con le peculiarità del territorio di origine, produzioni di nicchia di alta qualità, ma la cui quantità è piuttosto limitata.
Il consumo di prodotti enogastronomici è divenuto negli anni sempre più attento e consapevole. Grazie alla ricerca da parte di consumatori consapevoli le produzioni agricole di tipicità e di qualità hanno cominciato a competere e a trovare un proprio spazio commerciale.
Il valore aggiunto dai prodotti tipici della tradizione è alla base di una richiesta di mercato sempre più significativa.
La Regione Liguria sta portando avanti un programma di promozione del territorio attraverso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari liguri di qualità, le stesse produzioni che rendono la cucina ligure una tra le più apprezzate, non solo tra il turista-consumatore, ma anche tra gli addetti ai lavori. Si pensi all’olio extra vergine d’oliva, al pesto, alla focaccia: tre prodotti che hanno reso celebre la Liguria non solo a livello europeo, ma anche oltreoceano.
La manifestazione è nata per valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita e la degustazione di prodotti tipici.
Il tutto si svolgerà in una cornice molto suggestiva e la struttura medievale, che ospita il Salone dell’Agroalimentare Ligure, verrà suddivisa in aree tematiche: Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, la Cantinetta, Largo del Dolce, Largo degli Orti, Via dei Sapori ed altro ancora.
In ogni settore il pubblico potrà trovare le migliori produzioni del territorio ligure.
Le novità 2007
√ Il 2007 vedrà potenziate sia le aree espositive, ricordiamo che gli espositori della passata edizione Salone dell’Agroalimentare Ligure sono stati più di 130, sia le aree dedicate agli eventi collaterali. Nella Sala delle Capriate e nella Sala Liguria saranno organizzati incontri didattici, corsi di degustazione, laboratori, seminari e convegni, tutti dedicati alle peculiarità dei prodotti liguri.
√ Sarà allestita l’Arena Eventi dedicata ai laboratori a cielo aperto.
Nell’Arena Eventi si susseguiranno corsi di composizione floreale - durante i quali un maestro dimostratore si cimenterà nelle creazioni floreali più creative - , corsi di cucina, dimostrazioni sulla produzione dei più svariati prodotti della tradizione ligure.
√ Inoltre nell’edizione 2007, all’interno del giardino botanico del Complesso Monumentale di Santa Caterina, sarà allestito “il Giardino dei Sapori e dei Profumi”, un’area dedicata alle degustazioni gastronomiche con la preparazione di farinata ed altre specialità della cucina della tradizione ligure.
In questo settore il pubblico avrà l’occasione di degustare piatti tipici preparati secondo le antiche ricette della tradizione.
√ Un altro settore introdotto nell’edizione 2007 sarà quello dedicato alle aziende agrituristiche della Liguria. Questo settore rappresenterà una vetrina dedicata agli agriturismo ed ai servizi offerti ai turisti dalle numerose aziende agrituristiche liguri.
√ il 2007 sarà l’anno dedicato al “business to business”. Una sezione workshop ricavata nella secolare “Cappella Oliveri” sarà l’area dedicata agli espositori del Salone dell’Agroalimentare Ligure, che intenderanno incontrare i loro clienti acquisiti e/o potenziali in una sala dedicata alle trattative.
Il Salone dell’Agroalimentare Ligure vuole rendere omaggio a tutte le produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per il recupero delle tradizioni enogastronomiche liguri.
Il Salone dell’Agroalimentare Ligure è una manifestazione ricca di attrattiva, dalla rassegna espositiva -costituita da un’ampia area di spazi espositivi suddivisi tra l’Auditorium, l’Oratorio de’ Disciplinanti e negli splendidi chiostri quattrocenteschi di Santa Caterina -, in cui i produttori presenteranno prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi.
Tra le produzioni presenti possiamo citare: il pesto, la focaccia di Recco, la focaccia classica genovese, la panissa, la farinata, l’olio extravergine d’oliva, i cicciarelli di Noli, i formaggi, i dolci, lo zafferano di Campiglia, il chinotto di Savona, l’aglio di Vessalico, i fagioli di Badalucco, le salse liguri (pesto, patè di olive, machetto, pasta d’acciughe, crema di carciofi, ecc.), le castagne, il miele, il Pigato, il Vermentino, il Rossese, lo Sciacchetrà, la birra artigianale ed altro ancora.
Un fitto programma di laboratori, seminari e corsi sarà a disposizione dei visitatori e degli espositori.
Le associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori proporranno eventi divulgativi dedicati ai progetti di valorizzazione dei prodotti tipici regionali.
Il Salone dell’Agroalimentare Ligure si terrà dal 16 al 18 marzo 2007 a Finale Ligure Borgo nel prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina ubicato nel borgo medievale e seguirà i seguenti orari:
- venerdì 16 marzo dalle ore 15.00 alle ore 20.00
- sabato e domenica 17 e 18 marzo dalle ore 10.00 alle ore 20.00
ÏPrivilegiare la dimensione culturale delle produzioni agroalimentari liguri, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza;
ÏRiconoscere l’esigenza di un consumo responsabile dei prodotti agroalimentari;
ÏPorsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista;
ÏValorizzare il territorio attraverso l’esposizione dei suoi prodotti.
La terza edizione del Salone dell’Agroalimentare Ligure è organizzata dalla Regione Liguria e da Unioncamere Liguria con la collaborazione della Provincia di Savona, la Camera di Commercio di Savona, il Comune di Finale Ligure e la Comunità Montana Pollupice.
La manifestazione sarà ad ingresso libero
Dove e quandoSi svolge a partire dal 16 Marzo a Finale Ligure (provincia di Savona).
Termina il 18 Marzo.
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il prezzo dei miei amati carciofi comincia a scendere...
è il momento allora per:
CARCIOFI RIPIENI Ingredienti (per 4 persone)
· carciofi
· aglio
· prezzemolo
· maggiorana
· uova
· parmigiano grattugiato
· salsiccia
· sale
· pepe
· olio
· farina
· alloro (io non lo metto mai xchè è un aroma che non gradisco,indispensabile però,se fate bollire cavoli/broccoli,la casa non prenderà odore!!)
Preparazione
Pulite i carciofi: togliete le foglie dure, tagliate le spine anche interne. Appiattite il fondo dei carciofi, in modo che possano rimanere dritti. Svuotateli internamente in modo da ottenere un buco. Preparate il ripieno con la polpa tolta all'interno, l'aglio, il prezzemolo, la maggiorana, , le uova, un cucchiaio d'olio, il parmigiano grattugiato, salsiccia, sale e pepe. Riempite i carciofi, spolverate il ripieno con un po' di farina. Disponeteli con la parte del ripieno verso il basso in una casseruola con olio caldo. Facendo attenzione che non si attacchino cuoceteli finché la parte del ripieno non è dorata. A questo punto rigirateli, aggiungete acqua calda, una foglia di alloro e il sale e cuoceteli col coperchio per circa mezz'ora muovendoli di tanto in tanto perché non si attacchino. Quando il sugo si sarà ristretto i carciofi sono pronti. I carciofi possono essere anche tagliati a metà e riempiti
oppure,"rubando"la ricetta da un ottimo cuoco....
Carciofo ripieno di ratatuja di verdure di Paolo Masieri
Carciofo ripieno di ratatuja di verdure
Ingredienti per 4 persone
4 carciofi; mezza patata; mezza zucchina; mezza cipolla; mezza melanzana; nezzo peperone giallo; 1 pomodoro; 2 spicchi d’aglio; 1 acciuga salata; 200 cl olio extravergine; 20 grammi di origano; 20 grammi di prezzemolo tritato; sale, pepe e maggiorana.
Preparazione
Togliere le spine ai carciofi e tagliare via le punte. Cuocerli 5 minuti in acqua salata bollente, e passarli poi in casseruola con l’olio, l’acciuga, il prezzemolo e la maggiorana fino a terminare la cottura. Lasciare raffreddare e svuotare l’interno.
Tagliare le verdure a cubetti di 5 mm. In una padella antiaderente scaldare l’olio con uno spicchio d’aglio schiacciato e poi eliminarlo. Cuocere prima le patate e poi in successione le melanzane, i peperoni ed infine le zucchine e le cipolle. Aggiungere il pomodoro, il restante prezzemolo, l’origano e regolare di sale e pepe. Riempire i carciofi con la ratatuja di verdure e conservare al caldo.
Paolo Masieri è lo chef del ristorante " Paolo e Barbara " di San Remo
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LE RICETTE DELLA TRADIZIONE
- Farinata di ceci...A fainâ de çeixai
La specialità più tradizionale e saporita dell´intera Liguria è senza dubbio la farinata di ceci. A Savona è chiamata "turtellassu" ed è ritenuta assai più "sottile e croccante" rispetto alla classica genovese "fainà". A Savona vengono preparate pure una farinata bianca di grano di frumento e - altro orgoglio cittadino delle cinque della sera, in certe viuzze dalle parti del vecchio porto - le "fette con le fugassette", ovvero la panissa di farina di ceci,(presto metterò la ricetta con le dosi giuste,perchè sembra semplice prepararle,ma se non si ha cura e tempo,il risultato è pessimo,non dal puno di vista del gusto,ma al palato,e se non cotte nella giusta tempistica,nel friggerle si disferebbero!) raffreddata e tagliata a fette sottili, fritte in buon olio d´oliva e quindi poste entro piccole focacce appena sfornate,le troverete in Via PIA,sono molto legata a questa via perchè io che non sono della città di Savona,la frequentavo spesso nei giorni di festa,con le mie sorelle e mio fratello,i nostri genitori ci facevano sedere tutti nella panca del negozio della farinata e con questa gustosissima tradizione ligure,riuscivano a tenerci buoni,cosa non facile,4 monelli...ora che mio padre non c'è più,in questo primo Natale senza lui,sono andata spesso in quella via,per ritrovare quell'atmosfera e quei profumi,chiuso gli occhi,ho potuto rivivere momenti con lui,aiutata si dai ricordi,ma guidata dai profumi e odori,immutati nel tempo...questa tradizione affettiva e culinaria la tramanderò anche a mio figlio,che fortunatamente adora la farinata,ma ad onor del vero,predilige la panissa fritta,che sempre in Via Pia,c'è una piccola bottega dove da generazioni la servono caldissima ed espessa!e dove non si può non gustare anche le loro frittelle! Tra le infinite variazioni sul tema farinata, specialità simbolo, ricorderemo pure la farinata coi bianchetti, quella con carciofi, quella con la salsiccia o con lo stracchino,e qulla con la cipolla tagliata stile,tradizione da ricercare verso Oneglia...
c'è da dire che ogni famiglia ha le sue tradizioni,e in parte anche le proprie dosi,questa è la dose che la mia famiglia custodisce gelosamente,ma ad onor del vero,devo dire che noi la cottura la facciamo esclusivamente al forno a legna...
Ingredienti:
farina di ceci 500 grammi; un litro e mezzo d´acqua; mezzo bicchiere d´olio; sale e pepe.
per farcire: rosmarino
Procedimento:
dopo aver posto in un recipiente la farina di ceci, aggiungere a poco a poco un litro e mezzo d´acqua, rimestando continuamente per non creare grumi. Aggiustare di sale e porre a riposare per almeno quattro ore. Togliere con un cucchiaio la schiuma che si sarà formata in superficie e mescolare con cura. Versare in una teglia mezzo bicchiere d´olio, cospargendolo bene su tutta la superficie. A questo punto rovesciare sopra il composto, rimestando in continuazione, finché non abbia assorbito interamente l´olio,cospargere di rosmarini fresco. Mettere la teglia in un forno già caldo a 200° (certo che cotta in un forno aperto, a legna, con brace di fascina tutt´intorno, come si usa a Savona, il risultato è ben diverso!). Appena sfornata, spolverizzatela di pepe.altre varianti da provare,cospargere di boragine o di cipolla tagliata finissima. Tagliatela a pezzi a forma di losanga direttamente nella teglia e servitela bollente.
è cominciata la stagione dei bianchetti...potreste davvero provarla con questo raffinato ingrediente!!
da qualche settimana,ho insegnato ad un famigliare a preparare la farinata bianca, non ne conosceva l'esistenza,è spezzino,terra di liguria ma con altre tradizioni,le dosi sono le medesime di quella di ceci,chiede un pò più di olio,ma sconsiglio di usare gli stessi ingredienti x farcirla,semplice è meravigliosa,però con le cipolle tagliate fini è un matrimonio sublime!ieri per l'ennesima volta l'ha preparata,e i comensali invitati,erano in estasi,genovesi doc,non conoscevano l'esistenza di questo piatto tradizionale, ligure si,ma tipico di Savona!
cenni storici:Ha radici assai antiche: diverse ricette latine e greche riportano sformati di purea di legumi, cotti in forno. Nel Medioevo in piatto si diffonde a partire dalla zona di Genova.
Una leggenda racconta che sia nato per casualità nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia di Meloria. Le galere genovesi, cariche di vogatori progionieri si trovarono coinvolte in una tempesta. Nel trambusto alcuni barilotti d'olio e sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di acqua salata. Poiché le provviste erano quelle che erano e non c'era molto da scegliere, si recuperò il possibile e ai marinai vennero date scodelle di una purè informe di ceci e olio. Nel tentativo di rendere meno peggio la cosa, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella. Rientrati a terra i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno. Il risultato piacque e per scherno agli sconfitti, venne chiamato l'oro di Pisa.
Diffusione e varianti
É un piatto tipico di alcune zone del mediterraneo, specialmente della cucina ligure.
Questo è dovuto alla sua caratteristica di cibo povero, usato come alternativa al pane, in grado di dare sostentamento grazie alle vitamine, B e C e al fosforo contenuti nei ceci e nella farina che da questi si ricava e che ne costituisce l'ingrediente primario. Usualmente vengono utilizzati per la preparazione un forno a legna e speciali padelle o teglie preferibilmente in rame nelle quali viene fritta ad elevata temperatura.
Vi sono diversi luoghi in cui viene prodotta la farinata di ceci in diverse varianti. A seconda di tale accezione locale, la ricetta varia leggermente:
- Sparsamente diffusa in generale lungo tutte le coste tra la Maremma e la Costa Azzurra.
- Costa Azzurra, chiamata Socca (in lingua Francese)
- Liguria, in lingua genovese a fainâ de çeixai
- Toscana in cui viene prodotta una apprezzata variante denominata cecìna.
- Nel Livornese, in cui viene detta torta di ceci
- Sardegna, portata dai genovesi, prende il nome di fainè ed è diffusa principalmente nel sassarese.
- Sicilia, in particolare nel Palermitano, in cui assume il nome di panelle, che però vengono fritte nell'olio.
- Ferrara, introdotta alcuni decenni fa è oggi uno dei piatti più popolari della ristorazione al taglio.
- Gibilterra: a Gibilterra la farinata col nome di "calentita" fu introdotta dalla folta colonia genovese che popolò il territorio a partire dai primi decenni del XVIII secolo. Tuttora diffusissima, è considerata un piatto tipico della località
- Marocco: nel Nord del Marocco, esiste una variante chiamata "caliente" o "calentita". A dire il vero, la denominazione è varia e cambia a seconda della zona. Per la strada si possono trovare venditori di caliente: prezzo a Chefchaouen [novembre 2006] 4 dirham la porzione. Gli ingredienti di base sono: farina di ceci, acqua, olio, sale e uova.
Per quanto la sua origine sia quella di un piatto povero e popolare, oggi è apprezzata dai buongustai e dagli intenditori.
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Castelvecchio di Rocca Barbena è un bellissimo borgo ligure risalente all'XI secolo. Le caratteristiche abitazioni in pietra del centro storico di Castelvecchio si abbarbicano sul monte quasi a voler raggiungere il castello che si innalza imponente e
dominante sulla rocca Barbena,alta 1142m, da cui prende il nome il paese.
Castelvecchio fu protagonista di numerose
e travagliate vicende storiche, nonostante questo ancora oggi conserva il suo antico impianto architettonico fortificato.
Attraversando il borgo spesso e volentieri
la nostra vista cattura angoli non intaccati
dal tempo come gli antichi lavatoi e i caratteristici forni che formano gobbe sporgenti visibili dai muri esterni delle vecchie case.
Unica frazione di Castelvecchio è Vecersio sulla strada per Balestrino. Castelvecchio di Rocca Barbena fa parte del Club:I Borghi
più Belli d'Italia
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QUESTO è IL DOLCE CHE HA IL SAPORE DELLA MIA INFANZIA...QUANDO MIA MADRE LO PORTAVA IN TAVOLA,NOI FIGLI ERAVAMO IN FESTA!NE FACEVA DAVVERO UNA MONTAGNA,PERCHè ANCHE FREDDI NON ERANO MALE!!!MA RARAMENTE NE AVANZAVA!!
AVREI VOLUTO PREPARARLO PER IL MIO BIMBO,MA LUI è ALLERGICO ALLE UOVA...E SENZA HO GIà PROVATO...NON Và....
Ingredienti:
1 litro di latte
150 grammi di farina(da provare sostituendo con farina di semola!)
150 grammi di zucchero
4 uova sbattute
2 uova (solo tuorli - albume facoltativo)
1 scorza di limone
100 grammi di pane grattuggiato
olio d'oliva
Preparazione
Portare ad ebollizione il latte dopo avervi stemperato, a poco a poco, la farina.
Unire lo zucchero, la scorza di limone (che andremo poi a togliere) e le 4 uova sbattute.
A questo punto continuiamo la cottura mescolando a fuoco "lento" fino ad ottenere una crema consistente. Stendete la crema ottenuta in un piatto largo unto d'olio e lasciate raffreddare.
Una volta che il composto sarà freddo e solido, tagliatelo a rombi (o nella forma che più soddisfa la vostra fantasia); passate nei turli d'uovo sbattuti, nel pane grattuggiato ed infine friggete in olio caldo.
L'ultimo tocco finale è un po' di zucchero a velo ed il piatto.... è pronto !!!
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PER CHI CONFONDE LO STOCCAFISSO CON IL BACCALA'
Stoccafisso e baccalà non sono pesci diversi come qualcuno pensa ma due versioni dello stesso pesce, il merluzzo. Lo stoccafisso è infatti il merluzzo pulito, schiacciato ed essiccato al vento di mare. La zona in cui si produce lo stoccafisso più pregiato è quella delle norvegesi isole Lofoten. Il baccalà è invece il merluzzo conservato sotto sale, interessa una zona di produzione più estesa ed ha carne più tenera e dal gusto più deciso rispetto allo stoccafisso.
Tra stoccafisso e baccalà il primo è più indicato rispetto al secondo per le persone che soffrono di pressione alta, anche se ammollato a lungo, infatti, il baccalà può contenere residui di sale, alimento nemico degli ipertesi. Il merluzzo è ricco di vitamina B12, di fosforo e di selenio; la sua carne è molto magra ma al tempo stesso nutriente. Baccalà e stoccafisso necessitano di una lunga preparazione. Lo stoccafisso, lasciato intero, deve essere ammollato per 4-6 giorni, cambiando l’acqua una volta al giorno, per il baccalà, che può essere tagliato a pezzi, sono sufficienti 24- 36 ore, a patto di cambiare spesso l’acqua.
INGREDIENTI PER 3 PERSONE
500 gr. di stoccafisso
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo
4 pomodori
4 patate
50 gr. di pinoli
100 gr. di olive taggiasche
Preparazione
Fate cuocere a fuoco moderato per 20 minuti aggiungendo, se è il caso, un po' d'acqua per non farlo asciugare. A questo punto salate ed aggiungete le patate cuocendo per altri 15 minuti con il coperchio.
Tenete sempre sotto controllo la cottura e, alla fine, guardite con un po' di prezzemolo tritato.
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Inviato da: Er Friulà
il 15/06/2012 alle 11:13
Inviato da: Annalisa92
il 15/06/2012 alle 11:13
Inviato da: Annalisa92
il 15/06/2012 alle 11:12
Inviato da: Alberto Rebuffa
il 15/06/2012 alle 11:11
Inviato da: Bimbaminkia usata
il 15/06/2012 alle 11:11