sopra le nuvole rosa

Ricordi...


Buon giorno a tutti!!! Il prossimo fine settimana inizieranno le festività dei morti e dei santi!!! In onore a questo l’altro giorno, mentre stavo in coma nel mio lettuccio, ho iniziato a pensare ad un po’ di cose diciamo “ allegre”. I cimiteri… a me piace il cimitero, si vabbè magari non ci andrei a vivere dentro, però mi rilassa!!! Mi piace camminare lungo le stradine piene di sassolini bianchi, mi piacciono i rumori della gente che si reca a trovare i propri defunti; rumori che, fuori da quel luogo sembrerebbero brutti chiassosi, invece li sono come ovattati e soprattutto familiari!! Anche se ci sta qualche bimbo che corre nei vialetti il suono non risulta amplificato come fuori!!! E’ come se nei cimiteri tutto fosse avvolto da un’aria rarefatta che propaga il suono più lentamente. A volte, quando sono li, mi sembra di far parte di una scena a rallentatore dove anche le voci e i rumori viaggiano con lentezza. Da piccolina, quando mio padre la domenica mattina mi portava in giro, prima di andare in villa a giocare, passavamo dal fioraio e poi al cimitero a “trovare” mio zio e gli altri parenti. Ammetto che io lo vedevo come un gioco e forse lo è tutt’ora. Non ero abbastanza grande quando questi parenti sono morti e, alcuni proprio non mi hanno vista nascere. Per me sono solo foto, nomi, un albero genealogico scritto su freddo marmo bianco. Potrei sembrare insensibile a parlare così, poco rispettosa, a volte me ne convinco anche io, ma poi penso che per provare dolore per qualcuno bisogna conoscere, sentire qualche legame che non sia solo un cognome o un vincolo parentale fine a se stesso. Il fratello di mio padre è morto quando io avevo circa 3 anni… Mio padre a volte mi chiede “ma tu lo ricordi Mimmo quando ti teneva sulle ginocchia e ti faceva giocare a cavalluccio!? Tu ridevi tanto!”. Sapete sono una bugiarda, dico di ricordare perché mio padre ci tiene, lo vedo dai suoi occhi un po’ lucidi quando parla di lui, e il mio ricordo è finto… unisco con la mente la sua immagine ricavata dalle foto degli album e le mie di quando ero piccola, e così creo una scena che mio padre crede vera. Magari non è leale ma non me la sento di dirgli di no, sarà sbagliato… forse si, ma non fingo dolore per uno zio mai conosciuto. Non dico a mio padre “sai mi manca!”, non chiedo mai di lui, ma tengo il suo ricordo anche se finto in me, perché il dolore che provo non è quello per la sua perdita, ma è il dolore di mio padre, il dolore per la perdita di un fratello, una persona con cui ha condiviso l’infanzia e una piccola parte della vita adulta. Io non piango per i morti, o meglio finora per fortuna non ho dovuto versare queste lacrime. Piango per i ricordi che non ho e per il dolore che provano le persone a me care per i loro defunti. Danila