A Room of One's Own

Messaggi in bottiglia?


"Ma perché una come te si perde a far questo?" mi ha chiesto un giorno un amico, avendo scoperto che scrivevo in un blog, e c’era implicito nella domanda una specie di giudizio negativo. Lo stesso che ho trovato espresso nel quesito che Holden propone nel suo post n 713 :” ma allora e' corretto affermare che comunicare sia una forma di debolezza ,mentre il non comunicare sia un segno di forza?”. Io non credo che sia così, anzi, per dirla proprio tutta non credo neppure che chi scrive in un blog lo faccia sempre per comunicare qualcosa.  Quello che Pelino55 mi scrive nei commenti al mio post n.102 :”Perchè si scrive? Penso che nessuno di noi abbia motivazioni totalmente sovrapponibili: per me si tratta di un modo... di aiutarmi a riflettere su cose mie, lo scriverne mi aiuta”  riecheggia quello che scrive anche  SandaliAlSole nei commenti al post di Holden citato:’ il mio blog nasce da un bisogno mio, di fissare pensieri, parole, attimi. E poi torno a rileggerli e cercandomi e ritrovandomi, a volte stupita: ma sono davvero io? Alice dentro e fuori lo specchio” . Ricordo quando, ragazzina,  anche io facevo lo stesso, scrivendo su un quaderno che custodivo gelosamente. Esprimerli in frasi di senso compiuto era un modo di dipanare il groviglio dei sentimenti, pensieri, sensazioni che avevo dentro, un modo di fare chiarezza, e di capire. Il bisogno di comunicare veniva per secondo, e a grande distanza. E anche qui nei blog ho l’impressione che spesso sia questa la sequenza delle priorità: molto più urgente il bisogno di chiarirsi a se stessi,  o anche solo di sfogarsi, di liberarsi da un peso, rispetto al bisogno di comunicare. E una volta che le parole hanno assolto al loro compito, possono pure  essere cancellate: é il motivo per cui, credo negli ultimi giorni diversi post,  in blog diversi,  sono stati cancellati.