A Room of One's Own

LinkS?


Confesso, sono ignorante, la grammatica l’ho sempre studiata controvoglia, e la trovo francamente noiosa. Nello scrivere vado molto a orecchio, più che applicare consapevolmente regole codificate. Però forse é  proprio per questo, perché sono consapevole che di regole ne conosco poche, quando ne trovo enunciata qualcuna,  mi sforzo di memorizzarla, e di darmene una ragione, per cercare di ricordarla.  Perciò, quando nei commenti al post n. 757  di SandaliAlSole mi sono imbattuta nella garbata schermaglia circa la forma del plurale dei termini stranieri usati in italiano, mi sono presa la briga di approfondire un poco l’argomento. Con Internet é oltretutto molto facile farlo. E’ bastato inserire in Google una opportuna stringa di ricerca, ed ecco quello che che ho trovato:  I nomi stranieri diventati di uso comune in Italiano,  sono invariabili, e questo per il fatto che nella nostra lingua il plurale o il singolare viene segnalato anche dall’articolo, oltre che dalla desinenza del nome. Tuttavia "I nomi stranieri che non sono ancora entrati nell'uso comune dei parlanti e, quindi, sono sentiti ancora come veri e propri forestierismi tendono a formare il plurale secondo le norme delle rispettive lingue di provenienza: il raid/i raids; il lied/i lieder." ("Il sistema della lingua" di Marcello Sensini ed. Mondadori). Lo stesso concetto é anche sostenuto dalla Accademia della Crusca, che distingue tra forestierismo che sia acquisito stabilmente e da tempo nell'italiano e in questo caso possiamo lasciarlo invariato, e  neologismo recente o un termine fortemente specialistico e allora è consigliabile utilizzare il plurale della lingua d'origine. A questo punto mi chiedo : link, e blogger, in quale gruppo li facciamo rientrare? Dopo questa ricerca sulla regola applicabile, credo proprio che continuerò ad andare a orecchio.