A Room of One's Own

In riva al fiume, tra gli alberi


E’ tutto un salutare e partire, dentro e fuori dai blog. E’ la stagione. Qualcuno parte solo per una vacanza, qualcun altro unisce il desiderio di evasione al bisogno di rendersi utile. Ma il denominatore comune é partire, andare, possibilmente lontano...Ma non é stato sempre così. Ci pensavo domenica pomeriggio, mentre portavo a passeggio il cane, o, per essere precisi, mentre il cane portava a spasso me che altrimenti,  pantofolaia come sono, passerei la domenica a ciondolare per casa. Trascinata dal piccolo segugio siamo arrivati in riva al fiume, che scorre un poco fuori dall’abitato. La giornata era calda, e diverse persone, a coppie, o a gruppi,  avevano scelto di passare qualche ora nei prati che fiancheggiano il corso d’acqua. Qualche uomo pescava, seduto sulle pietre in riva all’acqua, qualche ragazza prendeva il sole in costume. E mi é tornato in mente quello che tante volte ho sentito raccontare da mia mamma, che da bambina andava ‘in colonia’ al fiume, praticamente a un tiro di schioppo da dove abitava: erano gli anni della guerra,  e a distanza di oltre sessant’anni ancora  gli occhi le brillano al ricordo  di quando un giorno il fornaio arrivò con una cesta di pane bianco, in luogo di quello nero che veniva abitualmente fornito. ‘C’é il pane bianco, c’é il pane bianco’, si  dicevano l’un l’altro i bambini affollandosi intorno al garzone.Domenica sera, di ritorno dal Trentino, una località vicino al confine con l’Austria mia sorella ha riportato una confezione di un pane di segale, tipico di quelle zone. Ma a mamma, a vederlo così scuro, non é piaciuto.