A Room of One's Own

Florence Nightingale


Fin da ragazzina ho avuto sempre una passione per le biografie.Quando ero al liceo, durante una interrogazione la professoressa di inglese mi chiese chi fossero i miei personaggi preferiti. Ricordo che risposi: Socrate, Leonardo da Vinci, e Florence Nightingale.Possedevo un libro, a quei tempi, con la storia di questa signora dell’alta società vittoriana che incurante delle obiezioni e degli ostacoli frapposti non solo dalla società in generale, ma dalla sua stessa famiglia, prime fra tutte la madre e la sorella, alla metà dell’ottocento decise di dedicarsi alla professione di infermiera. All’epoca  gli ospedali, e non solo quelli militari, ma tutti gli ospedali in genere, erano luoghi di miseria, di abiezione e di squallore. Vi regnavano la sporcizia e la mancanza d’igiene, ed era regola generale mettere un nuovo malato nelle lenzuola già usate dall’ultimo degente. Le infermiere degli ospedali erano note per l’immoralità, spesso erano donne dedite al bere e al vizio. Non si conosceva alcun caso di donna per bene che lavorasse negli ospedali: da qui le resistenze che la famiglia oppose a Florence quando essa comincio’ a manifestare la propria aspirazione di dedicarsi alla cura degli ammalati. Nel 1854 partì alla volta della Crimea. Qui era in corso una guerra tra le grandi potenze del tempo: Francia, Inghilterra, Turchia e Russia. Cavour vi aveva mandato un contingente Piemontese per guadagnare l’appoggio Francese alla causa dell’unificazione Italiana sotto la corona Sabauda. In questo contesto arrivò questa signorina della buona società inglese con il suo drappello di 38 donne, accolta dalla freddezza irritata  dei medici degli ospedali militari, che consideravano il suo arrivo una manovra politica e la boicottarono apertamente. Tuttavia, come spesso succede,  di fronte all’emergenza non si guardò più in faccia a nessuno; quando i soldati malati cominciarono a riversarsi a centinaia negli ospedali militari, l’unica che avesse le disponibilità economiche e la libertà di disporne  per fronteggiare il momento critico  era Florence, e i medici fecero buon viso a cattivo gioco: si rivlgevano a lei per avere medicine, cibo, materiale di ogni genere. I soldati tornati in patria ne portarono la leggenda. Grazie a lei, nacque la moderna professione dell’infermiera, e venne compiuto un primo, importante passo per aprire alle donne il mondo delle professioni sanitarie.