A Room of One's Own

Profumi


Ci sono fiori che non posso vedere senza tornare all’infanzia, con il pensiero, indissolubilmente legati a quel tempo nell’emozione che mi suscitano.Come i mughetti, di cui era fatto il mio bouquet il giorno della prima comunione. E i ciclamini, come quelli che ci sono nella foto del post n.2 di Mariddu. Quando eravamo bambini i miei genitori ci mandavano in vacanza in colonia, quasi sempre in montagna.Al mattino un altoparlante ci dava la sveglia con le note di una canzone, ma io di solito ero sveglia già da prima, l’orecchio teso ad ascoltare i fruscii dei bambini che si giravano nel letto,nel grande dormitorio, il silenzio interrotto a tratti dalle voci di qualche inserviente, dal corridoio:e capivo che non era più notte ma mattina, e aspettavo che partisse la musica per alzarmi e andare a lavarmi. Mi piaceva il profumo di saponetta che si sprigionava quando nei bagni aprivo la busta con il necessario per la toeletta. E farmi pettinare dalla ‘signorina’, perché le trecce da sola non me le sapevo fare. Fare colazione con caffelatte e pane raffermo tagliato a fette, nel chiacchiericcio del refettorio. E poi, tutti in fila, per la passeggiata del mattino, nei dintorni del paese. A volte si arrivava in posti in cui crescevano i ciclamini. Inutile raccoglierli, perché poi non avevamo dove tenerli. Qualcuno tuttavia li prendeva con tutta la ‘patata’, per ripiantarli una volta a casa, ma più spesso semplicemente se ne prendevano uno o due, per sentirne il profumo. E ancora oggi, nel ricordo, i ciclamini sono il profumo delle vacanze in montagna.