A Room of One's Own

Uguaglianza e parità


Leggevo nei giorni scorsi  la distinzione che compie Occhiodivolpe  tra parità e uguaglianza nel suo post n.384 : “l antica rivendicazione di esser 'pari' davanti alla legge diventa via via l’ ingenua affermazione di un eguaglianza che abbatte i parametri di competenze , capacità , responsabilità , cultura”.  Mi ha fatto ripensare al fatto che mio papà non era una persona istruita, aveva solo la licenza elementare, e in vita mia non l'ho mai visto leggere un libro o un giornale. Ma era molto bravo nel suo lavoro, e aveva l’orgoglio di esserlo. Quando parenti o amici avevan da fare qualche lavoro importante in casa, venivano a chiedergli consiglio, perché sapevano della sua capacità e competenza.. Mentre di certo non mi ha dato una grossa impressione di affidabilità e competenza il medico del pronto soccorso a cui mi sono rivolta nei giorni scorsi, che mentre parlava con me, scherzava con una collega, e che ha stracciato la ricetta che mi stava compilando perché ha sbagliato a scriverla.Questo episodio mi ha fatto ripensare a   quello che scriveva tempo fa Vega Lyrae , in un post in cui  ragionava sull’abbassamento del livello qualitativo dell’insegnamento conseguente all’allargamento dell’obbligo scolastico, e ho rimpianto una maggior selettività e criteri meritocratici nella selezione degli studenti. Tuttavia non credo che sia tutta colpa della scuola. Il fatto é, che già ai blocchi di partenza non siamo tutti uguali. Che ci piaccia o no,  ci sono, perfino tra persone della stessa famiglia, differenze di intelligenza, di indole, di carattere: non ci fosse altro, basterebbe questo a fare la differenza. Poi completano l’opera  l’educazione, e le esperienze di vita, e giocano certo anche le disponibilità economiche familiari, come sottolineava VegaLyrae nei commenti al post 131. E alla fine, mi chiedo, la parità che non c’é in partenza, é mai possibile che ci sia all’arrivo?