A Room of One's Own

Esploratori


Quando in passato gli esploratori arrivavano in un territorio fino ad allora sconosciuto,  si usava che ne prendessero possesso in nome del   sovrano che aveva finanziato la spedizione: cominciò Cristoforo Colombo, per conto della corona spagnola, e in seguito portoghesi, olandesi, francesi e inglesi fecero a gara per assicurarsi il possesso e il relativo sfruttamento dei territori che via via venivano scoperti (scoperti dagli europei, beninteso, ché gli indigeni ovviamente li conoscevano da tempo) .Cambiano i tempi, oggi la gara non é più per l'esplorazione  di nuove terre ma l'ambito in cui si svolge la competizione  e la conquista é quello della ricerca scientifica: pensavo questo leggendo il post n. 35 di VegaLyrae, là dove dice che le società di ricerca cercano di ‘brevettare’ i geni che via via vengono decodificati e studiati, per assicurarsene lo sfruttamento economico.  Chi come me non ha competenze specifiche su questi argomenti fa una certa fatica a capire tutte le implicazioni che un fatto del genere può comportare: se da un lato é evidente che chi finanzia una attività deve averne un ritorno economico, dall’altro risulta strano pensare che informazioni di carattere scientifico possano rimanere di proprietà esclusiva di una società: come se volessi tener segreta la composizione chimica del sangue, o la distanza della terra dal sole.  D’altra parte, la storia ci insegna che le conoscenze scientifiche e tecnologiche sono state all’origine della supremazia di alcune popolazioni su altre: i popoli che conoscevano la tecnologia per lavorare il ferro, soppiantarono quelli che sapevano solo lavorare il bronzo, in tempi molto più recenti chi per primo ha  saputo produrre l’acciaio su larga scala,  ha acquisito vantaggi competitivi economici nei confronti degli altri paesi. Oggi più che mai é la competenza in campo scientifico a fare la differenza, ma come ogni medaglia anche questa ha il suo rovescio.  Leggevo proprio nei giorni scorsi che in Italia é stato avviato l’iter per l’approvazione di una legge che consente, in determinati casi, il prelievo forzoso del Dna . Si parla di situazioni legate alla prova di attività criminose, ma non é così aleatorio il rischio che VegaLyrae sottolinea nel suo post di un utilizzo fraudolento dello strumento messo a disposizione dalla ricerca: le recenti violazioni della privacy del caso Telecom, con le centinaia di persone spiate e intercettate insegna, e l’ipotesi di un ‘grande fratello’ che controlla la notra esistenza é sempre meno remota.