A Room of One's Own

Regali


Una volta credevo che un regalo fosse una cosa che qualcuno ti dava e che in seguito a ciò diventava tua gratuitamente, senza doverla pagare. Ma ero ancora piccola quando imparai che non è così. Successe quando ero ancora alle elementari. Una bambina mia amica arrivò un giorno a scuola con un piccolo quaderno, più piccolo di quelli che usavamo abitualmente per i compiti, con la copertina di cartone rigido, marrone, e le pagine bianche, senza rigature, tenute da anelli di plastica fissati alla copertina. Un oggetto del tutto insolito per me, che non avevo mai visto altro che i normali quaderni a righe e a quadretti, con la copertina di cartoncino leggero. Ero affascinata da quel quadernetto, e la bambina, accorgendosi del mio desiderio, me lo regalò. Lo ricevetti come un oggetto prezioso, senza neppure osare di scriverci nulla per non sciuparlo. Ma dopo qualche tempo, dimenticandosi che me lo aveva regalato, la bambina rivolle il suo quaderno. Non me ne detti per intesa, le obiettai che ormai era mio, e finimmo ad azzuffarci, furiosamente, in terra , in mezzo alla strada. Alla fine però le ridiedi il suo quaderno. Anni dopo, ormai adolescente, al liceo successe che una compagna di classe mi mostrasse un anellino che aveva. Nulla di prezioso, un piccolissimo anello d’argento, ma era grazioso e mi piaceva. ‘Puoi tenerlo’, mi disse, 'te lo regalo' Ma quando dopo qualche tempo mi chiese di ridarglielo, non feci alcuna obiezione. Avevo imparato che i regali sono cose che in un modo o nell’altro si devono 'restituire'. Per questo, forse, non so fare regali, e ancor meno li so ricevere.