A Room of One's Own

La fuoriserie


La ragazza della Panda rossa. Così un mio amico mi definì, un giorno, tra il serio e il faceto. Perché io e la Panda abbiamo costituito per ventitré anni un binomio indissolubile: come Paolo e Francesca, come Penelope e Ulisse: non si dava l’una senza l’altra.Quando la Fiat annunciò di volerne sospendere la produzione, amici e familiari fecero a gara nel fare commenti scherzosi: chi mi consigliava di comprarne un paio, da tenere di scorta, chi mi suggeriva di procurarmi alcuni veicoli da rottamare, per ricavarne in futuro pezzi di ricambio da usare all'occorrenza . Perché nessuno riusciva ad immaginarmi con una macchina diversa da quella che avevo sempre avuto. Nei primi tempi, quando ancora non era stato recepito da chi mi conosceva che io preferivo la Panda, qualcuno cercava di convincermi dei pregi che rendevano desiderabili e preferibili altri modelli, maggior potenza del motore, migliori prestazioni, ma si doveva suo malgrado arrendere di fronte a risposte del tipo: "beh, cosa ha di diverso la mia da una Ferrari: son rosse uguali…e la mia è più economica da mantenere." Perché per fare sessanta chilometri al giorno, casa – ufficio ufficio-casa, che senso avrebbe avuto una macchina col turbo, sul tipo di quella di cui parla Sblog nel suo post 1068: basta una utilitaria, n’est pas? Tanto ne ero convinta, di quello che andavo dicendo, che di panda ne ho comprate ben cinque, a intervalli di quattro-cinque anni l’uno dall’altra: le prime due rosse, appunto, poi una turchese e due verdi. Poi non le han fatte più, e ho dovuto cambiare modello. A malincuore.